
L’illegittimo Michel Temer e la sua prima settimana di orrori
Pubblicato il 23 mag 2016
Pubblichiamo la traduzione dell’editoriale di Vermelho, portale di informazione di sinistra brasiliano, del 19 maggio.
Il licenziamento del cameriere José Catalão (nero), che serviva il caffé nel Palazzo del Planalto (Altopiano, sede del governo) con l’accusa di essere “petista” dà la misura delle meschinità del governo illegittimo che da giovedì 12 maggio 2016 occupa la presidenza della repubblica. La lista di orrori contro il paese e contro la popolazione sembra non avere fine. Questo breve spazio di tempo è stato segnato da una stravagante combinazione di autoritarismo, opzione per i ricchi e abbandono di politiche pubbliche e programmi destinati ai più poveri.
Il più visibile di questi atti antidemocratici è stata la disattivazione del ministero della Cultura, trasformato in una segreteria, per la quale una serie di donne ben note – Bruna Lombardi, Cláudia Leitão, Daniela Mercury, Eliane Costa e Marília Gabriela – hanno in successione risposto negativamente ai tentativi di nominarle. Sulla stessa lunghezza d’onda, è stato licenziato il presidente della Empresa Brasil de Comunicação (EBC), Ricardo Melo, per consentire ai golpisti il controllo completo della comunicazione pubblica.
Ha creato diciamo così sconforto fra gli industriali la nomina di Marcos Pereira (evangelico del Partido Republicano Brasileiro) al ministero dell’Industria e Commercio, estraneo alle materie proprie dell’incarico. Per i lavoratori, le notizie iniziali sono state cattive: la peggiore la progettata riforma della Previdenza, che ha suscitato reazioni immediate anche nel campo golpista. Sempre contro la popolazione è stata la revoca della misura della presidente Dilma Rousseff che aveva autorizato la costruzione di 11.250 unità del programma Minha Casa Minha Vida.
Altra minacciosa sconfitta per la popolazione è stato l’attacco al Sistema Único de Saúde (SUS) da parte del ministro della Sanità, difensore della privatizzazione, Ricardo Barros, con la solita giustificazione conservatrice che il brasiliano non ha denaro da investire nella universalizzazione delle cure sanitarie. Tuttavia ha denari per pagare interessi scorticanti ai redditieri e agli speculatori!
In previsione della reazione che dovrà affrontare l’illegittimo Michel Temer ha nominato al ministero della Giustizia Alexandre de Moraes, che ha definito le proteste contro il golpe “atti di guerriglia”. L’orientamento adottato in politica estera, sotto la guida del ben noto golpista José Serra , riflette la vessatoria “legge Chico Buarque”: latrare contro i deboli e i piccoli, come i vicini dell’America del Sud, e intonarsi all’imperialismo, soprattutto nordamericano.
Nell’area decisiva dell’economia e delle finanze, il cambiamento di indirizzo porta ad abbandonare gli interessi popolari e nazionali per soddisfare gli interessi della rendita e della speculazione. Si rivela così la natura e la vera faccia di questo governo illegittimo: il potere dei banchieri e di coloro che vivono azzannando le finanze pubbliche. Henrique Meireles si è circondato di soci e propagandisti della speculazione finanziaria, fra cui Ilan Goldfajn, indicato come possibile presidente della Banca Centrale. Si tratta di un neoliberale molto conservatore, legato a Itaú Unibanco, che chiede maggiore impegno per abbassare il salario minino e, con questa misura conservatrice, combattere l’inflazione!
L’azione di Michel Temer ha la disinvoltura di un nuovo governo, ma la fonte dei suoi problemi è la flagrante illegittimità della sua presenza alla presidenza della Repubblica. Illegittimità sempre più riconosciuta in Brasile e all’estero, come è avvenuto con la manifestazione durante il festival di Cannes, dove la equipe del film brasiliano “Aquarius” ha mostrato al mondo la propria indignazione di fronte al golpe in Brasile.
(Traduzione di Teresa Isenburg, San Paolo 21 maggio 2016. Per il lettore italiano, desidero fare presente che al momento Dilma Rousseff è presidente del Brasile, anche se non detiene il potere esecutivo, che è temporaneamente nella mani del vicepresidente, l’usurpatore Michel Temer. Una situazione simile, nei sistemi presidenziali, all’assunzione della funzione presidenziale da parte del vicepresidente quanto il titolare è, ad esempio, in viaggio. In questo contesto, come ovvio e evidente, sostituzione di ministri, formazione di governo, licenziamenti e sostituzione di personale politico sono anticostituzionali).
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