Il premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel comunica a Dilma l’appoggio del Papa.

Il premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel comunica a Dilma l’appoggio del Papa.

Il vincitore del premio Nobel per la Pace del 1980 l’argentino Adolfo Pérez Esquivel ha informato, in una intervista concessa, subito dopo un colloquio con la presidente il giorno 28 aprile 2016, al giornalista Darío Pignotti, del giornale argentino Pagina 12,  di avere portato a Dilma Rousseff l’appoggio di Papa Francesco. Il pontefice è anch’esso argentino e mantiene stretti legami con i movimenti in difesa dei diritti umani in America Latina.

“Papa Francesco è molto preoccupato per quanto sta accadendo in Brasile; tutto ciò porterà conseguenza negative in tutta la regione e avremo un grave arretramento democratico”.

Esquivel si è incontrato ieri con la presidente Dilma Rousseff e poi, in Senato, dalla tribuna ha denunciato un golpe, con proteste di oppositori come  Ronaldo Caiado (DEM-Go), che si è permesso di esigere che la parola golpe fosse tolta dalle note tachigrafiche.

Esquivel ha detto che scriverà al papa sui fatti del Brasile e ha affermato che l’impeachment non è altro che un golpe freddo. Ha anche detto che Dilma è una donna onesta denunciata da corrotti.

 Intervista da Brasilia

DP Avete parlato del Papa?

 *Con la Presidenrte abbiamo parlato di diversi argomenti, abbiamo parlato anche del Papa, lui è informato, è preoccupato e siamo in contatto con lui.

DP Quale la sua impressione della presidente?

 *La presidente Dilma è ben cosciente di quello che sta succedendo, non sono stato molto tempo con lei, ma da quello che ho potuto vedere è una persona forte, che combatterà per la democrazia, è molto decisa a lottare perché sa che è ingiusto quello che stanno facendo con lei. Non c’è nessuna denuncia contro la presidente e quelli che la accusano sono in molti casi denunciati e sotto processo.

 DP Prevede di recarsi in Vaticano?

 *Al termine di questo viaggio scriverò una lettera al Papa per informarlo di ciò che avviene in Brasile, e probabilmente dopo andrò in Vaticano, circa alla fine di maggio quando si saprà il cammino che prende questa procedura che chiamano di impeachment per non dire che è un golpe freddo. Tutto ciò è molto serio. Per avere un quadro più ampio andrò anche all’Ordine di Avvocati del Brasile (OAB), passerò da Curitiba (Stato del Paraná) e Porto Alegre (Rio Grande do Sul), e sarò presente nelle commemorazioni del primo maggio.

 DP La posizione del Papa si riflette nella chiesa brasiliana?

 Sono stato alla Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani (CNBB), ho parlato con il segretario generale Leonardo (Ulrich Steiner), anch’essi si mostrano assai preoccupati. La realtà, quello che in concreto avviene in Brasile è che stanno andando avanti fino a un golpe freddo, come quello che c’è stato in Honduras contro il presidente Manuel Zelaya nel 2009 e in Paraguay contro Fernando Lugo nel 2012, anche se non vogliono chiamarli golpe, ma è chiaro che sono golpe. Si utilizzano metodi diversi, non sono necessarie le forze armate, perché dispongono dei grandi mezzi di comunicazione, di una parte dei giudici, dei politici conservatori, dei gruppi della oligarchia. Bisogna convocare il Mercosul per discutere quello che avviene in Brasile in base alla clausola democratica. C’è stata una dichiarazione della Unasur contro questa procedura di destituzione, che è una procedura della destra brasiliana appoggiata da gruppi starneiti avversi alla integrazione regionale.

 “Sono triste”

 Dilma Rousseff e l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva questa settimana hanno preso in considerazione diverse tattiche di “resistenza democratica”. Una è la mobilitazione popolare che ieri (27 aprile) si è realizzata  a San Paolo, Brasilia, Rio de Janeiro e altri stati  per iniziativa del Movimento dei Lavoratori senza Tetto (MLST). Altra è la possibile convocazione di elezioni anticipate  o un plebiscito, avviato da una decina di senatori del PT (Partido dos Trabalhadores) e di altri partiti, che sono stati ricevuti ieri al Palazzo del Planalto (sede della Presidenza della Repubblica).

Dilma valuta anche un viaggio in America Latina e in Europa per denunciare l’imminente rottura della normalità istituzionale, viaggio che inizierà a metà maggio se  la plenaria del Senato approverà l’inizio del giudizio politico, dopo avere ricevuto un parere della Commissione Speciale di Impeachment che ha cominciato a funzionare questa settimana.

Non appena si aprisse tale processo, Dilma dovrà sospendersi dalla carica per una periodo fino a sei mesi (per preparare la propria difesa)  e entrerà in funzione il vicepresidente Michel Temer. Fatto per cui il 5 agosto Dilma non potrà prendere parte  alla cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, tema di cui ha parlato in una intervista mandata in onda dalla nordamericana CNN.  “Sono molto triste di non potere partecipare alle Olimpiadi  … mi piacerebbe molto  partecipare (a questa ultima tappa) della organizzazione, perché molto ho aiutato per questo, fin dai primi giorni. … Sono molto triste, credo che la cosa peggiore che possa accadere ad  una essere umano è di trovarsi vittima di una grande ingiustizia come è questo impeachment con cui si perdono le nostre conquiste democratiche”, ha dichiarato Dilma in una intervista alla CNN.

All’interno del governo si considera che i grandi mezzi di comunicazione nordamenticani  e europeri hanno registrato ed informato sulle anomalie che contaminano il processo contro Dilma Rousseff e la doppia morale di coloro che la accusano in base ad un discorso costruito soprattutto sulla lotta alla corruzione. Al contrario dell’informazione dei media progressisti e conservatori di vari paesi, in Brasile la narrazione della stampa omette le parti con notizie in cui si insiste sulla normalità istituzionale , con il proposito di nascondere il golpe.

Nello stesso modo opera la classe politica, montando simulacri repubblicani come fa la Commissione Speciale di Impeachmenti in cui non si tiene conto delle evidenze sull’innocenza di Dilma rispetto ai delitti di Stato di cui la si accusa. Invece di una commissione per valutare gli argomenti della difesa e dell’accusa, questo organismo sembra deciso a consumare il rito sommario che inesorabilmente sfocerà della sospensione di Dilma.

Dopo il suo passaggio al Palazzo del Planalto, Pérez Esquivel si è trasferito al Supremo Tribunale Fedrale (STF) e al Senato in cui ha espresso la sua “solidarietà” ai brasiliani trascinati in un golpe.

Dichiarazioni che hanno suscitato le ire del senatore conservatore Ronaldo Caido, del Partito Democratico, reincarnazione della Arena, raggruppamento che ha dato appoggio civile alla dittatura militare.

Al’inizio della sera Pérez Esquivel ha parlato di nuovo con questo giornale per esprimere  la “propria sorpresa nel vedere come si nasconde il golpe; mentre tutti parlano di ciò fuori dal Brasile, qui ci si offende perché  dicono  che vi è  una normalità democratica. Se vi è normalità democratica, come dicono gli opposotori di Dilma, perché non convocano un plebiscito per vedere come risolvere la crisi? Sempre è meglio che il popolo voti.”

 

Articolo originale sul blog Leonardoboff.com

Traduzione di Teresa Isenburg, San Paolo 30 aprile 2016

 dilma esquivel

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