Le classi dominanti brasiliane seminano una rivoluzione politica e sociale

Le classi dominanti brasiliane seminano una rivoluzione politica e sociale

di José Reinaldo Carvalho  

E’ in corso a ritmo accelerato un colpo di stato in Brasile. I partiti di sinistra e i movimenti sociali devono denunciare come tale il processo di impeachment della presidente Dilma, approvato domenica 17 aprile dalla Camera dei Deputati e consegnato lunedì 18 al Senato. La sessione della Camera dei Deputati, che sotto la direzione corrotta e truculenta ha approvato l’ammissibilità  dell’impeachment della presidente Dilma ha mostrato l’estensione, l’ampiezza, la profondità e la forza delle posizioni di destra, reazionarie, oscurantiste e fasciste in Brasile.

Con il passo dato dalla destra, il paese entra in una nuova fase di lotta. Le ampie forze democratiche e progressiste si mostrano pronte a compiere il proprio ruolo nella costruzione di unità delle forze democratiche e progressiste, per la formazione di un forte polo di sinistra come da molto tempo non si vedeva nel paese.

Di fronte alla eventualità della costituzione di un governo guidato dal vice presidente Michel Temer, qualora il Senato dovesse confermare la decisione della Camera, le forze di sinistra già da ora si dichiarano in opposizione frontale. In definitiva, un governo nato da un golpe e da un attentato alla Costituzione non avrà legittimità. La masnada di Michel Temer, Eduardo Cunha, Aécio Neves, FHC et caterva non governerà. Ci sarà una dura lotta politica e sociale. Oltre a ciò, il movimento politico e sociale polarizzato dalla sinistra ha la chiara comprensione che dal punto di vista politico, economico e sociale, tale governo, se dovesse formarsi, sarà un governo di tradimento nazionale, autoritario, antidemocratico e antisociale. Sono parole al vento gli appelli all’unità nazionale e alla pacificazione fatte dal vice presidente usurpatore. Il popolo gli volterà le spalle. Nessun dialogo sarà possibile con un governo prodotto dal golpe.

L’ampia e intensa resistenza democratica delle ultime settimane infonde fiducia alle organizzazioni politiche e sociali e forgia la convinzione, la volontà e la decisione politica di affrontare nuove sfide. In ogni circostanza, diventa ordine del giorno il compito di riorganizzare le forze di sinistra, unirle, creare un nuovo modello di formulazione programmatica, praticare metodi diversi, costruire nuove alleanze, per dare nuovo indirizzo alla lotta, che è di lungo respiro. L’offensiva golpista in Brasile è la stessa che nel quadro latino-americano si alza come una controrivoluzione neoliberale e conservatrice. Ma, come ogni crisi, ha il suo lato positivo. Inevitabilmente scatena una reazione di pari intensità, una resistenza democratica, una mobilitazione popolare come non si vedeva da decenni.

Milioni di brasiliani sono scesi in strada e vi torneranno con maggior ragione per condannare il golpe, difendere la democrazia, il progresso sociale, il progetto americano per una integrazione sovrana. Settori democratici i più vari stanno realizzando manifestazioni politiche in ambito sindacale, studentesco, femminile, culturale, accademico, giuridico, sportivo, religioso e in esse si esprime la coscienza democratica del popolo brasiliano. In una divisione cristallina di campo nella storia del Brasile, la società sembra nitida e irrimediabilmente divisa in due campi opposti. La storiografia ufficiale delle classi dominanti ha elaborato e diffuso il falso mantra del paese moderato, conciliatore, immune da conflitti politici e sociali. Un messaggio ben pensato per fare sparire la guerra dichiarata contro il popolo, in cui gli accordi fra le élites sono sempre stati l’adeguato ritrovato per alternare le soluzioni di forza manu militari  con golpe istituzionali e mediatici come adesso. E’ qualche cosa che viene dal DNA di queste classi, sempre male accoppiate con le potenze imperialiste. Una volta di più, le classi dominanti retrograde e le loro corrotte rappresentanze politiche danno una prova gigantesca di chi non convive con la democrazia e la riforma sociale. Seminano la rivoluzione.

José Reinaldo Carvalho è giornalista, segretario di Politica e relazioni internazionali del Partido  Comunista do Brasil e editore  del  sito Resistência 

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