ravaioliSei anni fa moriva Carla Ravaioli, colpevolemente dimenticata da quanti in lei avrebbero dovuto riconoscere l’interprete più lucida e lungimirante di un femminismo capace di parlare all’universo dei generi e di un ambientalismo capace di ridisegnare un paradigma strategico indispensabile per il rilancio di un socialismo del terzo millennio.
Quando Carla morì, il 16 gennaio del 2014, Liberazione, nella sua versione on-line, pubblicò la prefazione che Ravaioli scrisse al suo straordinario “La donna contro se stessa”, pubblicato nel lontano 1969.
Riproduciamo integralmente quel testo e la breve premessa che lo presentava.

“La donna contro se stessa”

di Carla Ravaioli –

Pubblichiamo di seguito un testo Di Carla Ravaioli ormai pressoché introvabile nelle librerie, eppure così storicamente importante per lo sviluppo di un pensiero e di una pratica sociale e politica del movimento femminista. Si tratta della prefazione dell’autrice – integralmente riprodotta – alla seconda edizione de “La donna contro se stessa”, ripubblicato nel 1977, ben nove anni dopo la prima edizione. Un messaggio che non sente il peso dei decenni trascorsi e che non finisce mai di dire – anche e forse soprattutto nel mondo odierno – quel che aveva da dire. Pochissimi giorni fa, Carla ci ha fatto dono di questo suo libro, con le sottolineature vergate di sua mano. Non è certo questo il solo suo lavoro di valore, ma è senz’altro quello con cui ha più profondamente scavato in se stessa, in controluce quasi un’autobiografia e un testamento culturale e politico.
(Dino Greco)

Rileggere, per la prima volta dall’inizio alla fine, questo libro significa per me rituffarmi in un passato che mi sembra lontanissimo, e che per certi versi lo è davvero. Sono trascorsi nove anni esatti da quando, nel giugno 1968, lo consegnai all’editore (la data della prima edizione è di sei mesi dopo, gennaio 1969) e nove anni non sono pochi nella vita di una persona, né lo sono nella vicenda di una società come la nostra, così carica di spinte al mutamento e di mutamenti già in atto; ma sono moltissimi se questa società la si legge entro l’ottica specifica del problema femminile, e se questo problema è stato ed è motivo dominante nell’esistenza di una persona, come lo è stato per me.

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