Dall’assemblea della Rete NODL sicurezza verso le convergenze

Dall’assemblea della Rete NODL sicurezza verso le convergenze

Si è svolta domenica allo Spin time di Roma l’assemblea nazionale della Rete NODL sicurezza A pieno regime un’assise che ha coinvolto decine di compagn@ protagonist@ sui territori delle mobilitazioni dal disegno di legge fino alla conversione al decreto-legge che ha codificato la stretta autoritaria, quindi incostituzionale, nell’ordinamento giuridico italiano con ben 14 nuovi delitti e 9 nuove aggravanti. Il coordinamento ha avuto una forza aggregatrice significativa per il metodo della convergenza organizzando le due manifestazioni nazionali più partecipate da soggetti sociali differenti, e in particolare da giovani, degli ultimi anni. La Rete naturalmente ha scelto di darsi continuità sia perché la torsione autoritaria impressa dal DL va combattuta e battuta anche nelle aule di Tribunale sia perché questa Rete ha naturalmente sostenuto l’altra Rete, STOPREARM Europa, nata contro il processo di guerra globale.

I lavori hanno visto un numero cospicuo di interventi tra soggetti sociali nazionali come ARCI, Fiom, Antigone, Osservatorio contro la repressione, sindacati studenteschi e reti di ricercatori nonché la citata Rete sorella STOPREARM, oltre a quello nostro per il Partito, e di realtà locali combattive, come il collettivo ex GKN, e centri sociali, da Alessandria a Napoli passando per il Nordest. Il comune denominatore degli interventi non poteva che essere la riaffermazione del ruolo di movimento complessivo che un movimento contro l’autoritarismo deve svolgere in un contesto in cui “la movimentazione di massa reale ci sta, finalmente, superando” tanto per quantità delle persone coinvolte, quanto per identità dei soggetti sociali scesi in lotta.
Il movimento ha compreso come la lotta non abbia scacciato la paura delle conseguenze delle sconfitte e dell’esercizio di un potere tecno-feudale quasi incontrastabile. Una sfida titanica che non si risolve con una militanza titanica perché non si tratta più di difendere esclusivamente la Costituzione, anche manomessa dalla separazione delle carriere della Magistratura, il diritto pubblico internazionale e l’ONU ma di proporre un’alternativa di società.

Se i profitti sono principalmente accresciuti da guerre e genocidi questi sono essi stessi “campi di valorizzazione del capitalismo” e strumenti diretti di controllo sociale e di definizione dell’oppressione. La Rete deve darsi un progetto ambizioso e può sviluppare se stessa in una trama di altri gruppi antagonisti dunque partecipando con un contributo specifico a tutte le prossime scadenze contro le destre globali ultrareazionarie e ultraliberali.
Il nucleo centrale della proposta, emerso da Pio, Lucone, negli interventi, e Stella, nella sintesi finale, consiste nella produzione di una giornata di mobilitazione unitaria a ridosso della approvazione della legge di bilancio nella quale far maturare tutte le contraddizioni dell’utilizzo delle risorse statali ed europee: stato sociale vs aumento spese militari, democrazia formale vs razzializzazione dei diritti, processo di emancipazione vs repressione e coercizione, sviluppo economico e ambientale vs neoimperialismo.
Darsi un evento di contestazione generale che contrasti le principali scelte di politica economica del Governo nazionale, dunque europeo, presuppone uno sviluppo processuale della consapevolezza politica, attraverso appuntamenti anche differenti tra loro per livello di radicalità, come la scadenza promossa dalla CGIL il 25 ottobre e quella dal titolo evocativo Guerra alla guerra dell’otto novembre, ma il cui successo spinge verso un arretramento del nemico principale della classe.

La prima verifica della proposta si è data nello sciopero generale e generalizzato di ieri 22 settembre e sembra offrire valutazioni positive e, al contempo, indicazioni chiare circa la necessità di far trasformare il piano morale di indignazione collettiva in azione diretta che incroci il vissuto quotidiano.

*Responsabile giustizia e istituzioni PRC-S.E.

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