Dichiarazione congiunta Partito della Sinistra Europea – Foro di São Paulo

Forum San Paolo Sinistra Europea dichiarazione congiunta 2023

DICHIARAZIONE CONGIUNTA

PARTITO DELLA SINISTRA EUROPEA (SE)FORO DI SÃO PAULO (FSP)

*** BRASILIA, 2 luglio 2023***

Noi, forze politiche che compongono la SE e il FSP, riunite nella città di Brasilia, riaffermiamo il nostro impegno per la risoluzione pacifica delle controversie; la difesa incondizionata dei diritti umani senza distinzioni di carattere politico, razziale, di genere, linguistico o religioso; il rispetto della libera autodeterminazione dei popoli.

Sosteniamo lo sviluppo sostenibile con un’equa distribuzione della ricchezza, garantendo la conservazione dell’ambiente. Siamo consapevoli che le situazioni politiche di ciascuna delle coalizioni presentano caratteristiche particolari e specifiche di ogni regione. Tuttavia, ci uniscono le idee, la lotta e la difesa delle stesse cause.

Di fronte all’iniziativa politica delle forze popolari e dei governi progressisti dell’America Latina e dei Caraibi, il neoliberismo incoerente e antidemocratico consuma i suoi attacchi mediatici, in reazione alle idee delle forze della sinistra latinoamericana. I parziali arretramenti che aveva temporaneamente ottenuto con la persecuzione giudiziaria (lawfare) e l’incarcerazione dei leader popolari, si sono ora trasformati in vittorie, o in una disputa aperta tra l’ultradestra neofascista e ampi fronti democratici, progressisti e popolari, che avanzano nella costruzione e nel rafforzamento di coalizioni unitarie che si sono rivelate vittoriose.

La costruzione europea sta attraversando una profonda crisi economica e sociale, con un deterioramento della convivenza democratica che minaccia i diritti delle donne e delle diversità di genere, con una grande avanzata dell’estrema destra.

Il modello di sviluppo capitalista eteropatriarcale ha superato i limiti biofisici del pianeta, l’inquinamento ambientale e lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali rappresentano una minaccia per la vita sulla Terra, e qualsiasi alternativa globale deve dare risposte alla crisi climatica.

L’Unione Europea (UE), dopo timidi gesti che puntavano a una costruzione politica propria, con gli avvenimenti degli ultimi anni, tra i quali la guerra in Ucraina, ha reso manifesta la sottomissione dei governi del continente ai centri del potere economico e politico. Gli Stati Uniti (USA) e la NATO hanno preso il timone del comando per riorganizzare il sistema occidentale e internazionale, come riconosciuto dalla stessa UE. Constatiamo con preoccupazione che in questo nuovo ordine mondiale l’UE ha rinunciato all’idea di approfondire le relazioni multilaterali.

L’Occidente si sta preparando a entrare in guerra contro la Cina, seguendo la politica USA.

Nell’ambito di questa riorganizzazione abbiamo assistito a un’offensiva mai vista prima contro le persone, specialmente nel Sud globale, con enormi aumenti dei prezzi a vantaggio soprattutto dei settori dell’energia e della produzione di armi.

Queste conseguenze sono state deleterie anche per l’Europa, con un peggioramento della situazione sociale ed economica che era già in corso nel continente. Una delle crisi più gravi è la crisi migratoria, sia all’interno dell’Europa (con lo spostamento di milioni di persone dall’Ucraina), ma anche alle frontiere esterne, come terribilmente dimostrato dall’affondamento nel Mediterraneo di un barcone con più di 700 persone -tra cui centinaia di bambini- a cui, per giorni, i Paesi più vicini non hanno fornito alcun tipo di aiuto umanitario.

Condanniamo l’agenda internazionale dell’odio e della regressione dei diritti capeggiata dall’estrema destra nelle sue diverse espressioni nazionali. Un’agenda la cui priorità è eliminare o restringere quanto conquistato in materia di diritti umani, femministi e del collettivo LGBTI+; che è profondamente razzista, xenofoba e criminalizza la protesta sociale contro i settori più svantaggiati.

Il mondo si sta riconfigurando, come dimostrano la graduale perdita di influenza del dollaro e il ruolo internazionale della Cina, palpabile attraverso gli accordi economici con l’America Latina, l’Asia e l’Africa, la mediazione che ha portato all’accordo per il ripristino delle relazioni tra Arabia Saudita e Iran e la crescente capacità tecnologica.

L’avanzata progressista in America Latina e nei Caraibi ha permesso al continente di avere voce e proposte proprie nel consesso internazionale delle nazioni che devono essere ascoltate. Una voce che si impegna per la pace, il dialogo, il rifiuto di ogni tipo di blocco o sanzione unilaterale al di fuori della cornice ONU. Questa nuova fase, che vede le forze del FSP giocare un ruolo imprescindibile, permette di recuperare e far avanzare un processo di integrazione regionale orizzontale, indipendente e con la capacità di mantenere relazioni internazionali di natura multilaterale, in contrapposizione all’involuzione dell’UE.

La rinnovata forza della Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) la rende un interlocutore importante e indipendente nello scenario internazionale. Questa circostanza conferisce un particolare significato al prossimo Vertice CELAC-UE, in cui l’America Latina e i Caraibi sono in condizione di respingere le pressioni per perpetuare e rinnovare sistemi commerciali neocoloniali, per passare a proporre relazioni paritarie con il resto del mondo, riconoscendo le asimmetrie basate sul reciproco vantaggio e andando verso un mondo multipolare.

Conseguenza di tale situazione è che gli Stati Uniti non possono conformare con la sola UE il blocco in grado di affrontare la Cina, ragion per cui hanno bisogno di riposizionare l’America Latina e i Caraibi come proprio “cortile di casa”, smantellando il processo di integrazione che la CELAC e altre organizzazioni rappresentano, eliminando i governi progressisti della regione e recuperando il terreno perso in Asia e Africa, cosa che non è riuscita a fare nemmeno con la manipolazione delle cause e delle conseguenze della guerra in Ucraina.

È opportuno riconoscere che l’ONU deve diventare uno dei principali interlocutori per una soluzione negoziata e diplomatica dei conflitti internazionali, recuperando il significato originario della sua Carta fondativa e ponendo fine al conflitto politico, economico e di sicurezza che gli USA stanno innescando contro la Cina.

Pertanto, il FSP e la SE ritengono che un obiettivo prioritario di tutti i governi e le forze sociali e politiche di carattere progressista debba essere quello di spingere per l’apertura di negoziati con l’obiettivo di far terminare la guerra in Ucraina.

Tutti i piani di pace dovrebbero essere presi in considerazione, senza precondizioni per dialogo, nemmeno il cessate il fuoco, aprendo la strada a una soluzione giusta e negoziata del conflitto, che includa sia il rispetto della legalità internazionale, che il rispetto della sovranità degli Stati, nonché il diritto alla sicurezza di tutti gli Stati della regione. La situazione attuale richiede che l’Europa lavori per ottenere l’autonomia strategica dell’UE nelle sue relazioni internazionali e per smantellare il suo modello di “Sicurezza della NATO” agli occhi dei popoli europei, e di affermare ulteriormente il modello di “Sicurezza collettiva integrale”. Le Nazioni Unite dovrebbero convocare in maniera ampia e diversificata a una Conferenza di Pace e Sicurezza. Sosteniamo inoltre tutte le iniziative da parte dei capi di Stato, degli organismi regionali, degli attori sociali e politici di diverse tendenze e ideologie, che promuovono la risoluzione di questo conflitto.

La Storia ci ha insegnato che solo l’unità nella diversità delle forze politiche della sinistra, dei movimenti sociali e popolari e del mondo intellettuale progressista ci permetterà di superare la difficile crisi economica e finanziaria, l’inflazione, le politiche regressive dei governi neoliberisti, e di concretizzare la necessaria complementarietà tra i nostri Paesi, la Pace, la sovranità, al fine di contribuire allo sviluppo economico e sociale a beneficio di tutti i popoli.

Abbiamo concordato la realizzazione delle seguenti proposte:

– Rafforzare un ampio fronte di lotta per la pace che prepari per il 21 settembre (Giornata internazionale della pace) una mobilitazione in difesa della pace e della sicurezza in tutto il pianeta. Come proposto in diverse articolazioni internazionali, come ad esempio il Forum europeo delle forze progressiste, verdi e di sinistra, che sosterrà e diffonderà le proposte che si realizzano in America Latina.

– Realizzare una campagna comune in difesa della pace e della solidarietà tra i popoli, che abbia come punto di partenza la proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come zona di Pace e, in particolare, il processo di costruzione della “Pace totale” in Colombia.

– Rafforzare le iniziative congiunte contro la violenza maschilista e la violenza politica contro le donne e i corpi dissidenti.

– Sostegno al processo di integrazione dell’America Latina e dei Caraibi e, a breve termine, la realizzazione del Vertice dei Popoli (Cumbre de los Pueblos) che si terrà a Bruxelles (17-18 luglio 2023).

– Invitare una delegazione del FSP ad assistere al Forum europeo delle forze di sinistra, ecologiste e progressiste (Madrid, novembre 2023).

– Partecipare al Tribunale contro il blocco imposto a Cuba (Bruxelles, novembre 2023).

– Realizzare una campagna comune contro le sanzioni imposte dall’UE alla Repubblica Bolivariana del Venezuela, il blocco criminale degli Stati Uniti imposto a Cuba e contro l’ingerenza di USA e UE in America Latina e nei Caraibi.

– Effettuare un monitoraggio speciale dei processi elettorali nell’UE, in America Latina e Caraibi. Quando la situazione politica lo richieda, istituire Missioni congiunte di osservatori elettorali.

– Approfondire i canali di scambio, studio e collaborazione tra i nostri parlamentari e le fondazioni, istituti e/o centri di formazione e preparazione dei partiti membri.

– Invitare le forze sorelle, i leader e le leader latinoamericane e caraibiche a partecipare alla campagna per le prossime elezioni europee.

– È urgente preparare un’alternativa alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, che è ben lungi dall’essere uno strumento utile nella lotta contro il cambiamento climatico e nella “trasformazione verde” con giustizia sociale.

– Organizzare eventi congiunti per commemorare gli anniversari dei colpi di Stato in Uruguay (giugno) e Cile (settembre).

– Organizzare congiuntamente il seminario “Visioni Condivise” 2024 in Europa.

Traduzione dallo spagnolo a cura di Domenico Musella

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