Discorso del Primo Segretario del Partito Comunista dell’Ucraina, Pyotr Simonenko, al XXII° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai (L’Avana, Cuba)
Cari compagni,
a nome del Partito Comunista dell’Ucraina do un cordiale benvenuto ai partecipanti al 22° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai. Nel mio Paese, il nostro partito è stato illegalmente bandito, i nostri compagni e le persone che la pensano come noi subiscono persecuzioni politiche, arresti e violenze fisiche da parte del regime neonazista-oligarchico al potere, un regime che è, in sostanza, reazionario e fascista.
Ci siamo riuniti qui sull’Isola della Libertà in un momento difficile. Le forze dell’imperialismo internazionale, gli squali della globalizzazione, nella loro lotta per ridisegnare la mappa politica del mondo, per le risorse e i mercati delle merci, ricorrono a qualsiasi metodo e di fatto agiscono come istigatori di una Terza Guerra Mondiale. La tragedia è che le forze reazionarie fanno un uso attivo del neo-nazismo e del neo-fascismo per raggiungere i loro obiettivi.
L’analisi della situazione internazionale mostra una crescente aggressività dell’imperialismo e un drammatico inasprimento delle sue contraddizioni interne in due aree:
quella ideologica – tra l’Occidente imperialista a guida statunitense e la Cina comunista che, sulla scia del crollo dell’URSS, considerano “un impero del male”, così come il Vietnam e Cuba;
quella inter-imperialista- gli Stati Uniti cercano di preservare la loro egemonia e l’ordine mondiale in cui svolgono un ruolo dominante.
Gli Stati Uniti stanno creando nuovi blocchi militari nel Sud-Est asiatico, alimentano le tensioni in Medio Oriente e in Nord Africa e perseguono una politica aggressiva, utilizzando l’Ucraina contro la Russia e Taiwan contro la Cina. La provocatoria visita della Pelosi a Yerevan e le sue promesse di sostegno all’Armenia portano inevitabilmente a un ampliamento del conflitto nel Caucaso tra Armenia e Azerbaijgian. La situazione in Asia centrale è preoccupante (vedi il recente conflitto tra Tagikistan e Kirghizistan).
Dopo la dissoluzione dell’URSS, sono stati gli Stati Uniti e la Gran Bretagna a creare uno Stato neofascista sul territorio dell’ex Ucraina sovietica, diventandone i principali sponsor e beneficiari.
Le riforme che hanno imposto all’Ucraina hanno dato al capitale il controllo di tutte le sfere della vita sociale e hanno assicurato il controllo totale delle multinazionali sulla vita socio-economica del Paese, creando così la base materiale per l’avvento e l’affermazione, a seguito del colpo di Stato armato del febbraio 2014, del potere delle forze più reazionarie: la “borghesia compradora” alleata con i neofascisti e la criminalità organizzata.
Sono state queste forze in Ucraina a distruggere tutte le conquiste sociali, la sovranità economica e a portare a una profonda lumpenizzazione della società.
È attraverso queste forze che gli Stati Uniti hanno formato una struttura di potere verticale fantoccio e hanno introdotto il controllo esterno del Paese.
È attraverso queste forze che gli Stati Uniti hanno scatenato in Ucraina una guerra civile fratricida, una guerra contro i cittadini del Donbass che difendono i loro diritti e le loro libertà costituzionali. Sono state queste forze che, su istigazione dei circoli dirigenti statunitensi, hanno fatto sì che la guerra civile nel Donbass si trasformasse in una guerra contro la Russia.
L’umanità è di fatto già stata trascinata in una nuova guerra mondiale. Vorrei tracciare uno dei tanti tragici parallelismi.
Durante la Seconda guerra mondiale l’Europa lavorava per Hitler nella guerra contro l’URSS. Oggi, agendo nell’interesse degli Stati Uniti, l’Europa fornisce armi al regime filo-fascista in Ucraina e lo rafforza finanziariamente.
La continuazione di questa politica porterà inevitabilmente all’estensione del teatro di ostilità al territorio dell’Unione Europea.
I tentativi aggressivi di alcuni nuovi Paesi europei, in particolare Polonia, Ungheria, Romania e Stati baltici, di rivedere i confini del secondo dopoguerra non faranno altro che accelerare questo processo.
L’ex ministro degli Esteri della Romania, Marga, ha recentemente affermato senza giri di parole che: “L’Ucraina si trova all’interno di confini innaturali. Dovrebbe cedere dei territori: La Transcarpazia all’Ungheria, la Galizia alla Polonia, la Bucovina alla Romania. Questi sono territori di altri Paesi”.
E il senatore statunitense Lindsey Graham ha detto cinicamente che con le armi americane l’Ucraina combatterà la Russia fino all’ultimo uomo.
In Ucraina muoiono civili, persone innocenti, anziani, donne e bambini. È una tragedia.
Sostenendo il regime fascista in Ucraina, gli Stati Uniti e la NATO stanno perseguendo una politica che l’ex senatore statunitense Richard Blake ha descritto in questo modo: “Non ci interessa quanti ucraini muoiono. Quante donne, bambini, civili e militari moriranno. Non ci interessa. È come una partita di calcio e noi vogliamo vincere. L’Ucraina non può accettare una soluzione di pace. Spetta a Washington prendere la decisione di pace, ma nel frattempo vogliamo continuare questa guerra, combatteremo fino all’ultimo ucraino”.
Queste dichiarazioni dei falchi della guerra confermano la nostra posizione e gli avvertimenti lanciati dai comunisti ucraini a Smirne la scorsa settimana: la minaccia di un’offensiva fascista è reale, la guerra che gli Stati Uniti e la NATO stanno conducendo con le mani ucraine sul territorio ucraino è una guerra nell’esclusivo interesse degli imperialisti statunitensi.
Miliardi di dollari sono destinati alla produzione di armi e munizioni letali, il nuovo primo ministro britannico Liz Truss è pronta a usare armi nucleari, un enorme numero di truppe della NATO è concentrato ai confini dell’Ucraina e della Bielorussia.
Gli imperialisti chiudono gli occhi sul fatto che il regime filofascista di Zelensky sta eliminando senza pietà gli oppositori politici. Qualsiasi manifestazione di libero pensiero viene stroncata da unità punitive. I crimini degli hitleriani e dei loro complici durante la Seconda Guerra Mondiale, che bruciarono vive le persone a Oswiecim e che inscenarono i massacri di Gernica e Khatyn, vengono glorificati.
Vengono distrutti i monumenti e le tombe dei soldati sovietici che hanno dato la vita per spegnere le fiamme dei forni dei campi di sterminio nazisti.
Questo accade non solo in Ucraina, ma in tutta Europa. Il Moloch della glorificazione dei criminali nazisti divora le menti trasformando l’homo sapiens (“l’uomo saggio”) in un “uomo pazzo”.
Il processo di ricreazione di una parvenza del Terzo Reich nazista è praticamente in corso.
Questo “Reich”, come il suo prototipo alimentato dal capitale transnazionale, dalle corporazioni americane e britanniche, basa la sua ideologia sulla superiorità della razza “indigena”. Da qui la legge sui popoli indigeni che ha trasformato i Russi in reietti che da sempre vivono sul territorio ucraino, compresi Donbass, Kharkov, Odessa, Nikolayev, Kherson, anzi l’intero territorio del nostro Paese. Come gli ebrei nella Germania nazista. Sappiamo dalla storia quale tragedia ha causato a milioni di persone.
Compagni,
in base a quanto sta accadendo in Ucraina, vorrei innanzitutto notare che purtroppo non c’è consenso tra i partiti comunisti e operai sulla natura del conflitto armato in Ucraina, così come sulla posizione del Partito Comunista della Federazione Russa, che ha sostenuto l’operazione speciale.
Poiché ogni confronto militare ha le sue caratteristiche specifiche, il primo compito di ogni marxista è identificare la sua natura di classe, con una valutazione appropriata.
A nostro avviso, la guerra del Donbass contro il regime di Kiev dovrebbe essere considerata come una lotta di liberazione nazionale, in sostanza una guerra per l’indipendenza dal regime fascista al potere, per il diritto del popolo di parlare la propria lingua madre e di non seguire la rotta anti-russa imposta dagli Stati Uniti.
Quindi, sulla base della teoria marxista, il conflitto militare in Ucraina non dovrebbe essere considerato come una guerra imperialista nel senso letterale del termine e, inoltre, dal punto di vista russo, è considerato come la lotta contro una minaccia esterna alla sicurezza nazionale e al fascismo.
Siamo tutti consapevoli che la milizia popolare del Donbass non era in grado di resistere all’esercito ucraino, composto da molte migliaia di persone equipaggiate con armi straniere, per cui la loro sconfitta avrebbe inevitabilmente portato alla distruzione totale della popolazione russofona, fra cui molti cittadini della Russia.
L’esercito di migliaia di nazionalisti ucraini, sotto il comando di istruttori statunitensi e della NATO, si concentrava ai confini delle repubbliche; il piano di invasione dettagliato era stato sviluppato in anticipo dai generali di Washington. Tutti aspettavano l’ordine.
Di conseguenza, per proteggere i propri cittadini e garantire la sicurezza nazionale, la Russia non aveva altra scelta se non quella di sferrare un attacco preventivo.
In conformità con la Costituzione della Federazione Russa, il Presidente ha intrapreso le azioni previste dalla legge, poiché era impossibile resistere all’aggressione in altro modo.
Inoltre, il processo negoziale nell’ambito degli accordi di Minsk è stato deliberatamente sabotato da Kiev con il sostegno degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, poiché l’instaurazione della pace in Ucraina non è prevista dai piani di Washington e della NATO.
A questo proposito, la posizione del Partito Comunista della Federazione Russa ci sembra abbastanza ragionevole.
Il carattere sempre più reazionario dell’imperialismo moderno è il risultato di diversi fattori che hanno portato al declino del movimento operaio e all’indebolimento dei partiti comunisti e operai.
I comunisti ucraini ritengono che, nell’elaborare la tattica delle nostre azioni e nel definire i principali ambiti di lotta, sia necessario procedere partendo dalla constatazione che il moderno equilibrio di forze nel mondo si è inclinato a favore della reazione che si avvale del fascismo.
Seminando discordia all’interno delle classi lavoratrici, utilizzando regimi fantoccio, neofascisti e neonazisti, l’imperialismo intensifica lo sfruttamento dei Paesi e dei popoli e distrugge le basi della democrazia popolare e di un giusto ordine mondiale.
Purtroppo, le moderne tendenze mondiali e le costanti crisi economiche diminuiscono il potenziale rivoluzionario dei principi dell’internazionalismo proletario e minano l’unità delle classi lavoratrici. Questo sta accadendo anche in Ucraina, dove si sta creando una speciale classe “operaia” di guerra, che vive della guerra e non può immaginarsi senza di essa.
La politica delle sanzioni avviata da Stati Uniti, Gran Bretagna e dai loro satelliti politici peggiora inevitabilmente la vita della gente comune, indebolisce il potenziale economico degli Stati, provoca disoccupazione e di conseguenza aumenta il malcontento sociale e, purtroppo, disunisce il movimento operaio. L’imperialismo mondiale usa tutti questi fenomeni come arma nella lotta di classe.
Cosa vediamo oggi in Europa e negli Stati Uniti ? I prezzi e le tariffe sono cresciuti in maniera esponenziale. Le imprese chiudono, la gente brucia pubblicamente le bollette del gas, dell’elettricità e dell’acqua, inscena azioni di protesta contro i propri governi chiedendo, tra l’altro, la fine della follia delle sanzioni e della guerra in Ucraina. Tutto questo avviene sullo sfondo della militarizzazione dell’economia, della politica e dell’isteria mediatica intorno alla guerra nucleare.
Sono convinto che i partiti comunisti e operai debbano incanalare le richieste economiche e sociali della gente verso la lotta politica. La lotta contro la minaccia del fascismo e un cambiamento del sistema sociale che lo genera, ovvero il sistema capitalista in quanto tale.
Oggi le forze progressiste – dobbiamo ammetterlo onestamente – stanno perdendo la battaglia cognitiva per guadagnare le menti delle persone. È nostro compito vincerla. Questo è l’unico modo se vogliamo evitare la catastrofe di una Terza Guerra Mondiale.
A questo proposito ritengo che, nel contesto degli obiettivi e dei compiti del nostro incontro e considerando la situazione mondiale e la necessità di lottare per la fine della guerra e l’instaurazione di un giusto ordine mondiale, noi – i partiti comunisti e operai – dovremmo concentrare i nostri sforzi sulle seguenti aree:
il rafforzamento della nostra solidarietà, la solidarietà con le altre forze progressiste nella lotta contro il neofascismo e gli istigatori di una terza guerra mondiale;
organizzare un sistema di informazione pubblica veritiera su ciò che sta accadendo oggi in Ucraina, su come minaccia l’Europa e come minaccia l’umanità;
spiegare alla gente che la guerra civile nel Donbass (2014-2022), come la guerra Ucraina-Russia, sono state provocate e scatenate dai regimi filo-fascisti in Ucraina su richiesta e nell’interesse degli Stati Uniti, al fine di creare una testa di ponte per lo smembramento e la distruzione della Russia come rivale geopolitico;
intensificare la lotta contro ogni tentativo di glorificazione dell’ideologia nazista, ripristinando la vera storia della Seconda guerra mondiale;
sostenere (senza tornare sui nostri principi ideologici) coloro che si schierano per una soluzione pacifica e per la fine della guerra in Ucraina, indipendentemente dalla loro affiliazione politica. Tali politici e tali forze esistono in ogni Paese.
Ritengo inoltre necessario compiere ogni sforzo a livello di parlamenti nazionali e di Parlamento europeo per neutralizzare le azioni provocatorie degli Stati Uniti e dei loro alleati nella regione Asia-Pacifico contro la Cina. Insieme alla guerra in Ucraina e al possibile scontro diretto tra le potenze nucleari, Cina e Stati Uniti, soprattutto sullo sfondo delle dichiarazioni sulla “minaccia nucleare” russa, le peggiori previsioni potrebbero, purtroppo, diventare realtà.
Cari compagni,
la lotta per porre fine alla guerra fratricida in Ucraina scatenata dalle multinazionali e dai loro tirapiedi nei governi degli Stati europei e non solo, la guerra in cui la NATO guidata da Washington è di fatto una parte del conflitto (fornitura di armi, munizioni e addestramento delle forze armate ucraine, finanziamento e controllo della campagna militare) è la lotta per prevenire una Terza guerra mondiale, che è a un passo. Dobbiamo fare di tutto per evitarla.
Vi ringrazio ancora una volta per l’opportunità di rivolgermi ai partecipanti a questo incontro internazionale e di esprimere la fiducia nella nostra vittoria, una vittoria della “luce” sulle “tenebre”.
Fonte: https://actofdefiance.wordpress.com