El Salvador: il PRC-SE: appoggia il FMLN alle elezioni

Domenica 4 febbraio si terranno le elezioni parlamentarie e presidenziali nel Salvador. L’attuale presidente, Nayib Bukele, si ripresenta grazie alla modifica costituzionale da parte del parlamento in cui ha la maggioranza assoluta, in chiara violazione alla Costituzione vigente che proibisce la rielezione immediata in un secondo mandato. Ciò è stato possibile anche per la complicità della Corte Suprema di Giustizia e del Tribunale Supremo Elettorale (TSE) che hanno avallato la sua candidatura.

Bukele è un imprenditore con un passato vicino al Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale (FMLN) grazie al quale diventa sindaco due volte, la seconda della capitale San Salvador.

Come si ricorderà, in seguito rompe con l’FMLN e nel 2019 arriva al governo come indipendente e crea un suo partito, “Nuevas Ideas”, con una narrativa sicuritaria con la quale ricompone le forze della destra.

Buon comunicatore e spregiudicato utilizzatore delle “reti sociali”, Bukele aumenta il suo consenso grazie a potenti sponsors tra imprenditori e criminali, con i quali ha imposto una svolta di destra e autoritaria nel Paese.

Con la maggioranza assoluta, Bukele ha inoltre eletto suoi uomini nella magistratura e nei posti chiave delle istituzioni. La concentrazione dei tre organi (esecutivo, legislativo e giudiziario) nelle mani di Bukele e dei suoi alleati ha permesso di approvare una legislazione che impedisce e criminalizza qualsiasi critica alla corruzione e ad altri atti illegali, oltre a favorire la repressione e altre azioni antidemocratiche.

In questi anni vi è stata una persecuzione politica e giudiziaria sistematica contro leader sociali e politici identificati con l’opposizione, principalmente legati all’FMLN, arrestandone diversi dirigenti con accuse pretestuose.

La politica della sicurezza si sviluppa anche grazie allo “stato di eccezione” in vigore dal 27 marzo 2022, utilizzato per violare i diritti civili e politici dei cittadini, soprattutto con l’accusa di appartenere a bande criminali. Una politica basata sulla combinazione di una forte repressione alla microcriminalità e su accordi con le potenti bande criminali (“las maras”). Accordi per cui molti dei loro capi sono usciti dal Paese con lauti compensi ed altri controllano settori importanti dello Stato e dell’economia. Le bande criminali non sono più per strada, ma in eleganti uffici, nei salotti, in parlamento e nello Stato.

Nel frattempo, la popolazione soffre il continuo peggioramento delle condizioni di vita e sempre più è costretta a emigrare. Insieme a questo, ci sono state grandi limitazioni alle proteste ed alla agibilità democratica per lo “stato di eccezione” con cui Bukele ha affrontato il “pericolo della criminalità”.  In base a questa concezione strumentale, la “guerra alla criminalità” non può essere “distratta” da una protesta o manifestazione popolare, non è tempo di preoccuparsi del salario o delle condizioni di lavoro e di vita.

Nel 2023, su proposta presidenziale, il numero dei parlamentari è stato ridotto da 84 a 60, ed i municipi da 262 a 44.

Grazie alla maggioranza “bulgara” in parlamento, il governo ha modificato la legge elettorale ed anche il suo regolamento, e ha escluso l’opposizione dagli organi di controllo del voto e dello scrutinio, in particolare nella circoscrizione estero dove votano migliaia di emigrati. Ambasciate e consolati hanno fatto una campagna spudorata per la rielezione di Bukele ed eliminato l’FMLN dai controlli dei seggi all’estero, dove si vota senza “anagrafe elettorale” degli aventi diritto al voto.

In queste difficili condizioni, il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea (Unione Popolare) fa appello a sostenere i candidati del FMLN al parlamento e a Manuel “El Chino” Flores, come candidato a Presidente della Repubblica e a Werner Marroquin come Vicepresidente.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Roma 2-2-2024