Brasile: Oro, diamanti, tassi di interesse

Teresa Isenburg 

Vorrei presentare alcune informazioni su tre questioni del momento: il contrabbando di gioielli dell’ex presidente, l’espulsione dei garimpeiros illegali dalle Terre Yanomami; il nodo del tasso di interesse stabilito dalla Banca Centrale.

  1. La realtà supera la fantasia. Questa frase spesso citata trova piena conferma nella vicenda, di cui ha parlato anche la stampa internazionale, del tentativo di contrabbando di diamanti da parte di Bolsonaro e alcuni suoi ministri. I fatti sono semplici. Riporto le parole di una nota del quotidiano Estado de São Paulo che il 12 marzo 2023 in un documentato servizio ha reso noto il caso. “Una verifica del Estado ha mostrato che il governo dell’ex presidente Jair Bolsonaro (PL, Partido Liberal) ha tentato di portare illegalmente in Brasile una parure di collana, anello, orologio e orecchini di diamanti valutata tre milioni di euro, pari a 16,5 milioni di reais. I gioielli erano un regalo del regime dell’Arabia Saudita per il presidente e la ex prima dama Michelle Bolsonaro e sono stati sequestrati all’aeroporto di Guarulhos a San Paolo (il 26 ottobre 2021). I gioielli si trovavano nello zaino di un militare, assistente dell’allora ministro delle miniere e energia, ammiraglio Bento Albuquerque, in viaggio in Medio Oriente in ottobre 2021. Informato che i gioielli erano stati sequestrati, il ministro era ritornato sui suoi passi nell’area della dogana e aveva cercato di sfruttare la propria posizione per dissequestrare i diamanti. Nessun argomento di Bento è stato sufficiente per ottenere che il funzionario dell’agenzia delle entrate rivedesse la propria decisione. Infatti in Brasile è obbligatorio dichiarare al fisco qualunque bene di valore superiore 1000 $ che entri nel paese. Il ministro e il suo assistente ignorarono l’opzione di dichiarare i gioielli come beni destinati al patrimonio dell’Unione”.

La vicenda è sorprendente anche per il modo grossolano in cui è stata ed è gestita. È evidente che nessun rappresentante di un governo, neppure uno sceicco, regala un oggetto di tale valore a un capo di Stato; può trattarsi di tangente per Bolsonaro e signora o per il ministro il cui assistente fungeva da colpoltore? E in cambio di che cosa? Circolano varie ipotesi e la giustizia ha avviato una indagine che sta procedendo. Ma vorrei sottolineare quello che mi sembra il punto significativo: dopo ottobre 2021 diversi soggetti istituzionali hanno tentato di fare valere la propria posizione per ottenere i gioielli: il ministro Bento Albuquerque, rappresentanti dell’Itamaraty, cioè del ministero degli esteri, e infine emissari diretti dell’ex presidente alla vigilia della sua partenza per gli Stati Uniti il 29 dicembre 2022, dove si trattiene tuttora. Il colpo di mano non è andato in porto solo perché un funzionario della agenzia delle entrate si è rifiutato di accettare le pressioni intimidatorie. Ci sono mille dettagli che qui non è il caso di richiamare che offrono un quadro impressionante dell’operare del cleptoesecutivo che ha vampirizzato la federazione per oltre quattro anni. Personalmente guardo con sospetto anche il fatto che questa vicenda di contrabbando presidenziale sia divenuta di pubblico dominio dopo molti mesi e soprattutto dopo le elezioni di ottobre 2022.

  1. Mi permetto di ritornare sulla tragedia Yanomami, già trattata in precedenza, per il seguente motivo: in anni recenti la domanda di alcuni tipi di minerali (oro, cassiterite, tungsteno, litio, uranio) è molto forte ed essa viene in buona parte soddisfatta attraverso l’estrazione non controllata e il contrabbando. La prima avviene soprattutto in luoghi fuori dalla vista, cioè in zone isolate e di difficile accesso come l’Amazzonia, soprattutto occidentale, o il lontano entroterra della Repubblica Popolare del Congo. Il secondo scorre e fluisce lungo le ben organizzate piste del traffico internazionale di armi, sostanze psicotropiche e capitali, lubrificate dalle infinite sanzioni che colpiscono i più svariati paesi o individui e che, come si sa, hanno un effetto moltiplicatore su quello che una volta si chiamava mercato nero. In Europa e in Italia molti gruppi, associazioni, singoli individui seguono con interesse e partecipazione i destini dei popoli ancestrali, spesso dando vita a ong, le cosiddette organizzazioni non governative, che mandano propri rappresentanti in loco. Personalmente troverei della massima utilità se in ogni paese questi attivisti riuscissero a identificare i soggetti economici locali che costituiscono il punto di approdo del contrabbando. Anni fa la mobilitazione contro i “diamanti insanguinati” ha portato a qualche risultato positivo, oggi analoga iniziativa potrebbe denunciare il contrabbando rendendo inoperante qualche terminale dello stesso.

Venerdì 10 febbraio 2023 la polizia federale iniziava la Operação Libertação per espellere dalla Terre Indigene Yanomami gli invasori illegali (stimati sui 20.000), i garimpeiros, e sradicare da quei luoghi la piaga dell’estrazione illecita e spesso criminale dell’oro. Come noto, la volontaria gestione spogliatrice dei popoli yanomami iniziata nel 2017 ha prodotto una crisi umanitaria gravissima che ha falcidiato soprattutto i bambini. Dopo la visita di Lula a Roraima è stata avviata un’energica operazione di recupero della popolazione e dei luoghi. Traduco riassumendo un articolo di “Brasil de Fato” che indica le omissioni e le azioni del governo Bolsonaro che hanno portato alla grave situazione.

Ricordo inoltre che il 1° settembre 2022 si è tenuta a San Paolo la 50a sessione del Tribunale Permanente dei Popoli sul tema “Pandemia e autoritarismo” sulla gestione dell’epidemia presso i popoli indigeni del Brasile, conclusa con la condanna di Bolsonaro per crimini contro l’umanità. La sentenza e la registrazione delle sedute, interessanti, sono consultabili sul sito del TPP.

MPF (Ministero Publico Federale) illustra azioni e omissioni del governo Bolsonaro
nella crisi umanitaria della Tera Indigena Yanomami
di Murilo Pajolla, “Brasil de Fato”, 26.1.2023

Il governo di Jair Bolsonaro (PL) ha ignorato in modo intenzionale e sistematico la crisi umanitaria prodotta dal garimpo illegale nella Terra Indigena Yanomami. L’inazione è continuata anche dopo ripetute decisioni giudiziarie che obbligavano il potere pubblico ad agire.

Via via che gli indicatori sanitari degli Yanomami si deterioravano, il comportamento negligente si diffondeva in tutte le istanze dell’esecutivo federale che avrebbero dovuto proteggere gli indigeni dall’invasione mineraria. I comportamenti vanno da tolleranza con corruzione – che ha distolto medicine destinate agli indigeni – a operazioni di lotta al garimpo volutamente inefficaci, passando per i tagli di alimenti nelle unità di salute e il tentativo di destinare i minerali sequestrati al bilancio dell’Unione.

Secondo i procuratori, la prima azione giudiziaria protocollata dal MPF che allertava sul problema è del 2017, ancora sotto il governo di Michel Temer (MDB). Bolsonaro, esecutivo dal 2019, e la Funai (Fondazione nazionale dell’indio), sotto la presidenza di Marcelo Xavier, cominciano ad installare basi di protezioni nei punti più critici dopo una decisione della giustizia federale. Ma la base nel fiume Uraricoera, uno degli epicentri del garimpo, rimase esclusa. E cinque anni dopo quell’ordine giudiziario il sito è ancora senza protezione. “È nel fiume Uraricoera che si trova il garimpo più violento, con la presenza di individui delle fazioni criminali. L’assenza dello Stato in quel luogo dà libero accesso al territorio”, afferma il procuratore Alisson Marugal del MPF di Roraima. La giustizia ha fissato una multa giornaliera (10.000 reais) nel 2021 contro la Funai per inadempienza, ma anche così la decisione non è stata applicata.

A luglio 2020 il governo federale è stato oggetto di una decisione giudiziaria che imponeva il ritiro del garimpo illegale dal territorio Yanomami. Secondo Marugal, la gestione Bolsonaro oppose “una resistenza molto grande” all’applicazione della misura. C’è voluto un anno per formulare un piano operativo di azione integrata che prevedeva l’operare di diversi organi federali coinvolti malvolentieri dal governo federale. Dopo l’incursione delle forze federali nei territori, i garimpeiros si sono riorganizzati. “Tutti sapevano che il modello di operazioni proposto dal Ministero della Giustizia con cicli operativi sarebbe stato inefficace”, ha detto il procuratore. “Erano operazioni molto rapide, di cinque/10 giorni, con pochi effettivi, poca logistica”.

In quel momento il MPF valutava in 421 i punti di estrazione illegali. Le operazioni avvennero solo in nove. “A fine 2021 il governo federale si considerò soddisfatto”. Ancora a novembre 2021 l’allora vice presidente generale Hamilton Mourão dichiarò ai giornalisti che la soluzione del problema si sarebbe avuta solo con la regolarizzazione del garimpo nelle terre indigene. Come presidente del Consiglio dell’Amazzonia Legale disse che i minatori clandestini erano 3000/3500, mentre secondo il MPF il numero “più ragionevole” era di 20.000. “Nel 2022, continua Marugal, si è avuto il momento di maggior tensione, di un orrore completo per il MPF di osservare quella immensa invasione garimpeira, spesso accanto alla squadra di frontiera dell’esercito a Surucucu, a pochi chilometri di distanza”. E aggiunge che mai gli Yanomami vennero favoriti dall’esercito. “Quando avemmo notizie di conflitto con i garimpeiros, chiesi una riunione con l’Esercito. L’orientamento era che non avrebbero fatto nulla senza una decisione del Ministero della Difesa”. L’Ibama (Instituto brasileiro do meio ambiente e dos recursos naturais renovaveis) – presieduto da Eduardo Bim – impedì che venisse applicato il piano formulato dal funzionario dirigente Hugo Loss, il quale il 22 gennaio 2023 twittava: “Vennero messe a disposizione diverse alternative e venne speso un forte impegno per raggiungere, alla fine, solo azioni minime nel territorio. Non fu per omissione, non fu per negligenza, non fu per mancanza di conoscenza: è stato un progetto”.

I procuratori raccontano che il Ministero della Salute nel 2020 decideva “in modo incomprensibile” di smettere di fornire alimenti agli indigeni nei posti di salute interni alla TI Yanomami. “Questo ha fatto sì che molti indigeni rinunciassero a cercare il posto di salute o interrompessero la cura e diede luogo a molte proteste degli indigeni” aggiunge Marugal.

Così le morti sono aumentate e molti corpi vennero presi per seppellirli a Boa Vista con spregio della tradizione culturale. “Una mancanza di comprensione e di sensibilità verso gli Yanomami da parte del Sesai (Segreteria speciale di salute indigena). Questo è oggetto di un’altra azione giudiziaria e stiamo aspettando che questi corpi vengano restituiti”.

Il MPF ha identificato uno schema di deviazione di risorse pubbliche da parte dell’impresa Balme, che aveva un contratto di fornitura con il Dsei (Distretto sanitario speciale indigeno, l’unità di gestione decentralizzata). L’impresa riceveva il denaro, ma non consegnava le medicine. Dei 13.000 bambini destinatari del trattamento per verminosi, solo 3.000 vennero trattati. Il Sesai, che durante il governo Bolsonaro era diretto da due colonnelli, secondo il MPF non rifornì nuovamente i depositi, né agì per punire l’impresa.

I garimpeiros che invadono la TI Yanomami oltre all’oro estraggono cassiterite, valorizzata sul mercato internazionale e usata per leghe speciali. Nel 2022 un sequestro era sotto custodia del governo federale per R$ 25 milioni. La Agenzia nazionale dell’estrazione mineraria voleva mettere all’asta questo stock a favore del bilancio generale dell’Unione.

Così il potere esecutivo federale – che in base alla Costituzione deve difendere le aree indigene -pensava di lucrare sulle illegalità in esse commesse.

E così il cerchio che collega esecutivi, funzionari infedeli, potenti interesse locali e internazionali si chiude producendo una immane devastazione di popolazioni e quadri ambientali. Nel guardare questo vasto sub mondo del garimpo colpisce la compresenza di una rozzezza primitiva e di aspetti molto avanzati. Da un lato vi è l’accaparramento illecito di minerali con modalità brutali di devastazione, dall’altro l’utilizzo di collegamenti avanzati come le piattaforme internet Starlink di Elon Musk o della statunitense Viasat, oltre al rifornimento di corrente elettrica ed elettrodomestici (di refrigerazione o riscaldamento) nelle chiatte che intercettano i fiumi massacrandone i fondali. Da un lato l’oro viene separato dalla ganga utilizzando l’impiego rudimentale del mercurio (che infatti ha contaminato il sangue delle popolazioni ancestrali e in particolare dei bambini, ma anche certamente dei lavoratori); dall’altro si ricorre a personale qualificato, ad esempio i piloti che muovono la grande flotta di aeronavi. Sullo sfondo, invisibile e molto attiva, la catena del contrabbando tesse nell’ombra le sue reti logistiche e finanziarie. Nei mesi di febbraio e marzo 2023 l’esecutivo federale ha promosso un intervento massiccio: in primo luogo curando e alimentando le popolazioni yanomami, e in parallelo distruggendo le infrastrutture logistiche degli invasori: accampamenti e chiatte vengono incendiate, come pure macchinari di movimento terra, elicotteri, aerei, depositi di carburante. Gli invasori vengono identificati e fisicamente allontanati dalla TI, con il pericolo peraltro che occupino altri luoghi, vengono attivati presidi permanenti delle forze dell’ordine e degli organismi di tutela. Si annuncia un lavoro lungo e difficile, anche perché gli enormi interessi che ruotano intorno al garimpo godono di non pochi appoggi e non hanno nessun problema a difendersi in modo anche molto violento.

  1. Come facilmente prevedibile, la destra e l’estrema destra, sconfitte nelle urne, si riorganizzano rapidamente per evitare che l’indirizzo di riequilibrio sociale ispirato dal governo Lula possa danneggiare i loro interessi e affari. In parlamento la base di appoggio del governo è minoritaria e questo impone una politica di alleanze con tutte le mediazioni e concessioni che questo comporta. Non facile. Al momento il punto di maggiore preoccupazione è la politica monetaria della Banca Centrale presieduta da Roberto Campos Neto, espressione diretta della monolitica élite Con una interpretazione senza limiti della propria autonomia, indifferente a proteste e critiche che giungono da tutte le categorie, compresa la super conservatrice federazione delle industrie di San Paolo, la Banca Centrale mantiene il tasso di base di interesse a 13,75% in presenza di una inflazione 5,63%. Una mina vagante che tende a bloccare l’economia.