Guerra ai migranti, guerra alla vita

di Mariella Valenti *

Secondo l’Organizzazione Internazionale delle Migrazione (OIM) 1080 esseri umani, fra i quali bambini, neonati, donne e uomini, hanno perso la vita dall’inizio del 2022. Ultimi, in ordine temporale,  le  50 persone scomparse nelle acque tra Rodi e Creta, affogati nel Mediterraneo, diventato la loro ultima “casa”.
Profughi in gran parte provenienti dai Paesi che hanno subìto occupazioni, bombardamenti, desertificazioni della propria terra, povertà e regimi autoritari, siriani, afghani, iraniani, iracheni, i 50 dispersi,  ai quali si aggiungono le vite perse dell’Africa  di questi ultimi mesi.
L’Europa e, ovviamente, l’Italia,  tendono sempre più a girare gli occhi altrove per non sentire un uggia che dovrebbe infiltrarsi nei loro stomaci pensando a quante morti avrebbero potuto evitare, se solo avessero messo in atto una politica migratoria  non basata sulla guerra ai migranti e dunque alla loro vita,  ma  sulla giustizia  dell’accoglienza e della solidarietà.
Intanto in mare, davanti alle coste della Sicilia occidentale, c’è una barca di una ONG, la Sea-Eye 4 con a bordo 88 naufraghi, lasciata in attesa dal 2 agosto  per trovare il “Porto sicuro”. E, quando accadrà, queste persone saranno stipate come sardine in un “hot spot”  (che sono sempre quelli di anni fa, mai nessuno che abbia pensato a requisire altri edifici) in attesa di essere identificate, tamponate e spedite in “centri” che di accoglienza hanno ben poco, poi…….poi……..poi…..
Ancora non esiste , dopo anni e anni di immigrazione, uno strumento politico che dia loro almeno la sensazione, se non la certezza, di essere arrivati in terra ospitale: una abitazione, una scuola per tutti, una professionalità che potrebbe essere usata anche “pro domo nostra”, accertato che oramai una gran parte di autoctoni abbandona l’Italia lasciandola diventare, come viene definita da molti, “un Paese per vecchi”.
Sappiamo che le frontiere europee sono altamente “permeabili” al traffico di armi, di organi, di droga, ma queste stesse frontiere sono totalmente impermeabili per coloro che, vittime di questo nostro sistema economico finanziario-militarizzato,  fuggono cercando riparo da guerre, torture, povertà e carestie.
E’ un crimine contro l’Umanità perpetrato a nostro nome.
Non possiamo più tacere ed abbiamo il dovere di opporci a questo continuo  genocidio che l’Occidente  commette legalmente  contro migliaia di disperati in cerca di una speranza di vita.
Siamo in periodo elettorale e stiamo assistendo alla volgarità razzista di coloro che vorrebbero diventare premier e ministri. Meloni e Salvini  scatenati contro l’accoglienza e la salvezza dei profughi, dichiarano progetti esecrabili come il blocco navale ( oltretutto impossibile a farsi), i respingimenti quotidiani (sempre Meloni che non conosce la reciprocità fra Stati) e Salvini che vuole rinnovare quello scempio di umanità con i suoi decreti “sicurezza”, magari implementare nuovi centri di detenzione, qualora non riuscissero a respingere i migranti, con la loro politica proibizionista e securitaria.
Almeno noi, compagne e compagni, dobbiamo trovare il “filo” giusto che ci aiuti a rimettere in prima fila il tema delle priorità sull’immigrazione con l’opinione pubblica, bersagliata da continue fake news della destra feroce con fatti precisi e inconfutabili, con progetti di accoglienza efficaci e dignitosi. Abbiamo bisogno di ritrovare, anche noi a sinistra, il senso della comunità e dell’appartenenza, anche innescando un conflitto politico, ritornando  in quei territori tanto “parlati”, ma mai veramente “ritrovati”.

C’è bisogno di una nuova umanità.

 

* Segreteria PRC Livorno