Il governo di centrodestra a trazione Fratelli d’Italia è un governo dell’Italia con la schiena dritta, che va a testa alta, con le scarpe piene di fango e le mani pulite. Porteremo l’Italia sul primo gradino del podio.
di Rossana De Simone *
“Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gli è che l’onore, gli interessi, l’avvenire ferreamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia. Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l’accesso all’Oceano”. *
LA CENTRALITA’ DELLA DIFESA: PERCHE’ LA CORSA AL RIARMO
Cosa rimane del discorso di Benito Mussolini che nel 1940 annunciava l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania nazista di Adolf Hitler, al tempo di un governo di estrema destra?
Per capirlo bisogna cercare le parole chiave del discorso di esordio della premier Giorgia Meloni il giorno della parata militare del 2 giugno ai Fori Imperiali: patria, valori, sacrifici. L’uso delle parole chiave serve a comunicare in maniera efficace e chiara i concetti basilari su cui si poggia un programma politico di un leader o di un partito, quello della premier deve coerentemente fissare contenuti identitari (quasi proprietari) le cui radici affondano nel ventennio fascista (senza richiamarlo esplicitamente). Non vi è occasione che Meloni non abbia rafforzato il suo pensiero.
Nel messaggio di auguri inviato ai contingenti italiani impegnati nei teatri operativi all’estero nel dicembre 2023, ha ringraziato i militari per i loro sacrifici perché “se io posso difendere gli interessi italiani, se io posso rafforzare il protagonismo italiano è fondamentalmente grazie alla credibilità che voi costruite “, e ha concluso con l’auspicio che “il 2024 sia soprattutto l’anno dell’orgoglio della nostra nazione”. Nel videomessaggio per il convegno “Nazione e Patria. Idee ritrovate” ha sostenuto che per decenni l’Italia, come nazione e patria, ha dimenticato di cosa è stata capace e che bisogna riscoprire ciò che “ci lega e ci rende una comunità di destino”: – “Come sapete, io sono molto affezionata alla splendida definizione di Nazione che ha dato Ernest Renan. Lui diceva che la Nazione è “una grande solidarietà, costituita dal sentimento dei sacrifici compiuti e da quelli che si è ancora disposti a compiere insieme”. [1] Famoso per la definizione di nazione data nel suo discorso “Che cos’è una nazione?”, il filosofo francese sosteneva che la nazione è un’anima, un principio spirituale creato dalle idee di razza, lingua, interessi, affinità religiose, geografia, necessità militari. Fu anche sostenitore di posizioni razziste e coloniali:”Noi non aspiriamo all’uguaglianza ma alla dominazione. I paesi estranei alla nostra razza dovranno ridiventare paesi di servi, di braccianti agricoli o di lavoratori industriali. Non si tratta quindi di sopprimere le disuguaglianze tra gli uomini ma di evidenziarle e trasformarle in legge”. [2]
Dal canto suo la figlia di Pino Rauti, uomo politico fascista sin dai tempi della Repubblica di Salò, attivista nei “Fasci di azione rivoluzionaria” e del gruppo “I Figli del Sole”, ammiratori dello spiritualismo di Julius Evola [3], la senatrice Isabella Rauti, sebbene abbia giurato sulla Costituzione italiana in quanto sottosegretaria di Stato alla Difesa, il 26 dicembre 2023 celebrava la nascita del Movimento Sociale Italiano: – “Onore ai fondatori e ai militanti missini. Le radici profonde non gelano”. Nei vecchi poster con la fiamma tricolore vi è la scritta ’Viva il Msi’ e le immagini di suo padre, fondatore del Movimento sociale italiano. Nella giornata in cui vi è stata la dimostrazione del “Potenziamento delle capacità dell’Esercito Italiano alla luce dei mutamenti dello scenario internazionale” e della consegna delle Bandiere di Guerra ai reggimenti neo costituiti, la sottosegretaria ha evidenziato che “le Bandiere sono un simbolo che vi unisce, non solo come membri di un Reparto militare ma come cittadini e custodi di ideali. Valori da tramandare, da trasmettere, da difendere senza mai darli per scontati”. [4]
Dunque l’attuale governo non promuove solo un rilancio della centralità della Difesa [5], come scrive l’Istituto Affari Internazionali a proposito dei cambiamenti apportati nel Documento Programmatico Pluriennale presentato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ma tenta di riscrivere la Costituzione e la storia italiana in senso autoritario nascondendo tutta la parte del periodo fascista (Renan sull’ ‘oblio dei principi divisivi’).
LA GUERRA COME FUTURO INELUTTABILE
Nei mesi di novembre e dicembre 2023 davanti ai senatori e deputati delle Commissioni Esteri e Difesa, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha spiegato come la guerra in Ucraina abbia palesato la necessità di “tornare a prepararsi al peggiore scenario possibile”, occorre quindi “rivedere il modello italiano di difesa e arruolare persone che abbiano in testa di fare i soldati e andare in teatro operativo”. Prendendo ad esempio il modello di Israele, il ministro ha dichiarato di stare lavorando per arrivare in due anni all’introduzione di 10mila riservisti “personale da usare in caso di gravi crisi. Quella dei riservisti è una delle riforme necessarie all’Italia” perché, ha spiegato, “abbiamo ereditato un assetto delle forze armate frutto dell’illusione di non doversi più difendere da alcun attacco. Purtroppo, invece, non è più così e allora “tutto deve essere trasformato, comprese le regole, anche quelle sui poteri del mio ministero, per dotarci di una capacità efficace di difendere realmente il nostro Paese”. Durante l’anno oltre a rinnovare l’impegno nella NATO sulla difesa collettiva e deterrenza, il governo ha istituzionalizzato la sua partnership con Regno Unito e Giappone (che intende avvicinarsi ai livelli di sicurezza NATO) per affacciarsi in modo strutturale sull’Indo-Pacifico. [6] Nei primi due mesi 2024 è entrata in vigore la legge del 28 novembre 2023 n. 201 “Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonche’ disposizioni in materia di termini legislativi” e vi è stato il primo voto favorevole al disegno di legge n. 855 che riduce la trasparenza sull’export di armi rimettendo tutto il controllo in mano al governo legge 185/90). [7]
Il 25 gennaio il Consiglio dei Ministri ha esaminato lo schema di Disegno di Legge dal titolo “Modifiche alla legge 21 luglio 2016, n.145 recante disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionale – collegato alla legge di bilancio 2024”. Il ministro della Difesa ha spiegato che “Il testo ha la finalità di rendere il procedimento di autorizzazione e finanziamento delle missioni internazionali italiane più snello e più rispondente alle rapide evoluzioni del contesto geo-politico internazionale”. Si apre così una nuova fase della strategia militare italiana: come si è visto con la missione europea ASPIDES per il Mar Rosso, il provvedimento “agevolerà l’impiego a livello operativo delle unità e dei mezzi impiegati nella stessa area e consentirà di individuare e approntare le forze ad alta e altissima prontezza, da impiegare all’estero al verificarsi di crisi o in situazioni di emergenza. La loro attivazione sarà disposta con delibera del Consiglio dei ministri, da inviare alle Camere per l’autorizzazione, con una tempistica più rapida” e consentirà l’implementazione dell’elenco degli acquisti e lavori che, in caso di necessità e di urgenza, possono essere eseguiti in economia da parte dei Dicasteri introducendo ulteriori materiali e servizi”. [8]
Per attività e missioni all’estero, l’Italia è uno dei principali contributori, dopo gli Stati Uniti, in termini di personale e assetti militari. Crosetto, presentando le linee programmatiche della Difesa italiana nel 2023, aveva espresso l’intenzione di cambiare radicalmente l’approccio nazionale sulle missioni nazionali: la nazione non deve essere solo una contributrice di truppe, ma “deve aumentare la nostra rilevanza e la capacità autonoma di influenzare processi e operazioni in ambito internazionale, anche a mente di quanto previsto dall’articolo 3 del Trattato Atlantico ovvero che ogni Nazione deve mantenere e sviluppare la propria capacità individuale di resistere ad un attacco armato”. [9] Con il sostegno militare, politico ed economico all’Ucraina, al comando della Missione NATO in Iraq, alla presenza navale nell’area indopacifica, alla presenza nel Mediterraneo allargato e all’Africa, questo governo di estrema destra ripropone, in veste diverse e sulla base della nuova gerarchia internazionale, rapporti di forza fra Stati, forze economiche e finanziarie, militarismo e colonialismo (piano Mattei spacciato come piano Marshall) i livelli più alti del mito di rigenerazione nazionale come motore primo per il rinnovamento della nazioni.
La guerra ucraina–russa ha rivelato una Europa in enorme difficoltà per almeno due motivi. da una parte la sua politica mediocre non può che seguire le linee di azione stabilite dagli Stati Uniti per non dividersi al proprio interno, e su presupposto consentire il proseguimento della guerra attraverso aiuti militari ed ed economici (posizione simile, con pochi distingui, accade con la guerra di Israele contro il popolo palestinese); dall’altra si è deciso che ogni paese europeo deve potenziare le proprie capacità militari abbracciando la convinzione di un probabile conflitto con la Russia che la vedrebbe impreparata e senza un possibile scudo americano. Posizioni che rischiano un ritorno ai nazionalismi che, insieme alle competizioni economiche, risolvono tutte le crisi con le armi della guerra. Persa definitivamente quella volontà di sostenere un ruolo di mediazione in politica estera, all’Italia resta solo la propaganda ad uso interno di una presunta capacità di proiezione strategica: – “Il governo di centrodestra a trazione Fratelli d’Italia è un governo dell’Italia con la schiena dritta, che va a testa alta, con le scarpe piene di fango e le mani pulite. Abbiamo il dovere morale di dare a tutti italiani l’orgoglio di voler rivendicare qui e fuori dai confini nazionali il fatto che ‘io sono italiano’. Porteremo l’Italia sul primo gradino del podio”. [10]
Nell’aprile 2023, in commissione Esteri, il sottosegretario ha annunciato che l’Italia stava intensificando la presenza nella regione indo-pacifica in considerazione della sua crescente rilevanza geopolitica ed economica. L’Italia è stata chiamata ad affiancare americani e alleati della NATO nei pattugliamenti navali nel Mar Cinese Meridionale, ufficialmente presentati come operazioni destinate a preservare la libera navigazione.
Tuttavia il primo gradino del podio consisterebbe, stando al ministro della Difesa, nel conferimento del comando nelle missioni all’estero. In tal modo verranno esaltate le proprie capacità come annunciato nell’audizione di febbraio 2024 presso la Commissione Difesa della Camera: – “L’Unione Europea ha chiesto all’Italia di fornire il Force Commander dell’operazione Aspides nel Mar Rosso. L’importanza e l’urgenza dell’Operazione Aspides, che contribuirà a garantire la libera navigazione e la sicurezza del traffico commerciale nel Mar Rosso, hanno indotto la Difesa italiana ad assicurare immediatamente il proprio sostegno. Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell’impegno del Governo e della Difesa e della professionalità della Marina Militare”. [11] La missione contro gli attacchi Houthi, viene sostenuta anche da Germania e Francia e dovrà garantire la libertà e sicurezza di navigazione nello Stretto di Bab el-Mandeb che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden. Inoltre l’Italia assumerà anche il comando di delle missioni europee Atalanta (fra Corno d’Africa e Ogeno Indiano occidentale), Emasoh-Agenor (stretto di Hormuz) e Ctf 153 (una delle cinque task force parte di una missione multinazionale istituita nel 2022 per rafforzare la sicurezza marittima internazionale nel Mar Rosso), tre missioni già operative nella zona del Mar Rosso. Aspides dovrebbe inglobare la già citata Emasoh.
Gli attacchi degli Houthi, schierati con i palestinesi, sono iniziati a novembre 2023 dando l’avvio ad una nuova fase di escalation nel Mar Rosso, snodo strategico tra Mediterraneo e Oceano Indiano. Dal mese di dicembre gli attacchi hanno coinvolto qualunque imbarcazione di Stati legati a Israele. L’obiettivo dichiarato è chiaro: danneggiare le economie occidentali. La risposta degli Stati Uniti è arrivata immediatamente con l’annuncio della “Operazione Prosperity Guardian”, una missione di sicurezza multinazionale che avrebbe dovuto garantire un transito sicuro attraverso la regione. La guida, affidata alla Task Force 153 delle Forze marittime combinate (quella che ora passa sotto il comando italiano), ha iniziato da subito a colpire lo Yemen con bombardamenti di “autodifesa” usando aeri da combattimento, sottomarini e navi.
L’Italia ha partecipato con la fregata antimissile Virginio Fasan. Da allora il Mar Rosso è diventato un via vai anche per le navi italiane che si danno il cambio: la nave Fasan inizialmente assegnata all’operazione “Mediterraneo Sicuro” a seguito della crisi israelo-palestinese, viene riposizionata nel Mar Rosso, la nave Federico Martinengo a sua volta sostituisce la Virginio Fasan che si unisce all’operazione “Atalanta” mentre Caio Duilio sarà con ogni probabilità l’ammiraglia dell’operazione europea Aspides di scorta ai mercantili in transito nel Mar Rosso.
Le nuove regole sulle missioni militari servono, appunto, ad agevolare l’impiego a livello operativo di unità e mezzi operanti nella stessa area con procedura accelerata in 5 giorni dalla deliberazione del Consiglio dei ministri alle Camere. E’ importante ricordare che dietro ogni missioni militare vi è un Modello di difesa che stabilisce i compiti delle Forze armate sulla base di un chiaro indirizzo politico. Il ministro per legittimare l’uso della forza fuori area, scomoda il principio di “autodifesa” o difesa degli interessi nazionali, territoriali ed economici, ma non chiarisce quale sia effettivamente “l’area di primario interesse strategico per l’Italia” e le minacce, al plurale, ritenute centrali. [13]
RIARMO ACCELERATO: non solo terra, mare e aria!
Non potendo mirare all’autonomia economica, il nazionalismo del governo Meloni mira ad una fantomatica autonomia militare. Naturalmente oggi si deve parlare di nuovi scenari multidominio, ovvero, oltre a contemplare le componenti di terra, mare, cielo, bisogna considerare lo spazio e l’ambiente cyber. In assenza di una strategia nella politica di difesa italiana, il governo ha avviato una vasta e generalizzata corsa al riarmo perché “stiamo vivendo una trasformazione storica”.
La Nato si deve preparare al confronto decennale con Mosca e l’Europa deve accelerare la produzione di armi, ha sostenuto Jens Stoltenberg in un’intervista alla Welt am Sonntag. [14] Per lo “stratega” segretario generale della Nato non c’è una minaccia di attacco imminente contro gli alleati, ma la pace non è mai scontata. La stessa NATO che l’ex presidente Donald Trump, candidato della destra religiosa fondamentalista e dei repubblicani, aveva definito inutile tranne poi cambiare idea e minacciare che “incoraggerà” la Russia ad attaccare qualsiasi membro della Nato che non riesca a pagare i suoi conti. Chi non paga è un delinquente! [15] Naturalmente per Trump i paesi “perbene” sono quelli che comprano armi americane.
Quanto basta per mettere in allarme le cancellerie di tutta Europa che devono decidere una propria politica di difesa e deterrenza. Abbandonato il progetto di una Unione europea di pace per realizzare quello di sicurezza (senza una vera unità in politica estera e di difesa), con la guerra in Ucraina si è trovato il pretesto per sostenere l’aumento della produzione militare senza modificare i trattati. Per fortificare il continente europeo si è accettato di scorporare le spese per la Difesa dai vincoli di bilancio mentre, in piena crisi sia sul fronte economico che politico-sociale e ambientale, avanza la prospettiva di un ritorno ai nazionalismi bellicisti fra rivalità economiche e derive autoritarie. Ogni Stato europeo guarda al conflitto russo-ucraino puntando ad un riarmo competitivo con grande soddisfazione delle industrie della difesa che concepiscono la difesa europea in termini di profitto.
Anche la richiesta di una etichettatura dell’industria degli armamenti come “socialmente dannosa” dalla tassonomia sociale UE, è stata ritirata sotto forte pressione da parte dell’industria degli armamenti. Fra l’altro se ancora non si vede la fine della guerra, si è invece visto il mortale mix fra hard power, carri armati, violenza sui civili, bombardamenti con distruzione massiccia e generalizzata, e sharp power con elementi digitali, attacchi informatici, utilizzo delle piattaforme.
Alla richiesta di un aumento della spesa militare, l’Italia ha risposto con aumenti di spesa in tutti i settori. Senza aprire un serio dibattito parlamentare, Crosetto in una intervista con il Corriere della Sera informa che “tutto deve essere trasformato, comprese le regole, anche quelle sui poteri del mio ministero, per dotarci di una capacità efficace di difendere realmente il nostro Paese”. Per difendere il paese nel 2023 ha mandato 11 navi in missione fuori dal Mediterraneo e per difendere il paese da attacchi via terra, ha destinato all’Esercito la parte predominante degli investimenti nel Documento Programmatico Preliminare (DPP) 2023-2025. A bilancio si introduce il programma Aics (Armored Infantry Combat System) che fa parte di un più ampio progetto per una spesa complessiva stimata in 6.050 milioni di euro. Complessivamente, il rinnovamento dell’intera capacità di combattimento delle forze pesanti avrà un costo di circa 16.200 milioni di euro [16] che vale oltre 2 volte la legge navale del 2015 (6,7 miliardi di euro). [17] Per l’Aeronautica i 90 caccia statunitensi F-35 (ad oggi sono 28) e la costruzione del sito industriale di Cameri costeranno complessivamente circa 18,2 miliardi. Il documento di presentazione del progetto “Esercito 4.0” è del 2022 ma per la sua attuazione era necessaria l’emanazione di una speciale per allocare le risorse finanziarie con visione d’insieme. [18]
Il 2024 ha visto una accelerazione di programmi pluriennali che hanno bisogno del parere delle commissioni competenti: acquisto di due sistemi di aeromobili a pilotaggio remoto con capacità ISR e cinetiche, adeguamento e ammodernamento delle capacità di supporto logistico delle basi navali della Marina militare denominato “Basi Blu”, progettazione, sviluppo e acquisizione di n. 2 unità navali di tipo fregate FREMM EVO e programma denominato “Resilienza del sistema satellitare per le telecomunicazioni governative (SICRAL-R1)”.
Il primo, dal costo di 76 milioni di euro, comprende 4 velivoli senza pilota ASTORE di Leonardo,
l’implementazione e mantenimento della capacità e l’acquisto dell’armamento e supporto logistico. L’approvazione del programma è stata definita urgente per colmare un gap in attesa dell’ingresso in servizio degli UAV super-MALE armati REAPER Block 5 che avverrà nel 2025. ASTOR è’ una evoluzione del modello FALCO già armato dalla Turchia e usato in Bangladesh e Pakistan. [19]
Il secondo programma ha un costo di 1.760 milioni di euro e avrà una durata decennale. L’obiettivo del programma è adeguare e ammodernare le capacità di supporto logistico sia delle basi navali principali della Marina Militare ((Taranto, La Spezia e Augusta), sia di quelle secondarie (Brindisi, Messina, Cagliari, Ancona, Venezia, Napoli e Livorno). La loro realizzazione permetterà alle basi di adeguarsi ai nuovi standard della NATO consentendo di ospitare gruppi navali dell’Alleanza o di altri Paesi alleati. [20]
Il terzo programma riguarda l’acquisizione di 2 FREMM di nuova generazione EVO. A queste due nuove fregate si sommeranno le 2 in fase di realizzazione, progettate in configurazione ibrida per la lotta di superficie ed antisom, volte a sostituire le 2 fregate precedentemente cedute all’Egitto. La versione EVO prevede fra i principali interventi l’aggiornamento tecnologico del sistema di combattimento, sensoristica radar, guerra elettronica e sistemi di artiglieria e missilistici.
La durata del programma è di 18 anni per un costo di 2 miliardi di euro. [21]
Per quanto riguarda la Componente Marittima, il DPP fa riferimento alle infrastrutture critiche marittime ponendo l’attenzione al Mediterraneo Allargato e al Mar Rosso. In particolare l’ambiente sottomarino è divenuto strategico per l’Italia, in quanto legato alla blue economy [22], visto che il 64% delle importazioni e il 50% delle esportazioni italiane sono trasportate via mare e dunque ne va assicurata la sicurezza e stabilità.
Il quarto programma riguarda lo sviluppo e messa in operazioni di un satellite per telecomunicazioni geostazionario per la Resilienza del Sistema satellitare per le Telecomunicazioni Governative. Il programma, finalizzato all’acquisizione di un satellite geostazionario, prevede un onere complessivo stimato in circa 300 M€ [23]
DOCUMENTO PROGRAMMATICO PLURIENNALE DELLA DIFESA PER IL TRIENNIO 2023-2025
Nella prima parte del documento si sostiene che col riacuirsi del confronto tra Stati, il paradigma di riferimento nell’escalation dei rapporti interstatali è cambiato rendendo obsoleto il classico modello “pace-crisi-conflitto”, per essere sostituito con “competizione-crisi-conflitto”. Il risultato è uno stato di tensione internazionale permanente che accelera la polarizzazione del sistema internazionale. [24]
I programmi previsti puntano a realizzare uno strumento militare efficiente in tutte le sue componenti. Per assicurare l’operatività degli assetti spaziali italiani nei domini dello spazio si adotta l’indirizzo previsto nel documento “Strategia Spaziale della Difesa” mentre rispetto allo spazio cibernetico si mira all’ammodernamento della rete informatica e alla possibilità di agire tramite operazioni cyber. Per quanto riguarda il consolidamento di una più sostanziale autonomia strategica nazionale, sostiene la costituzione di una Forza di intervento (già presentata da Lorenzo Guerini nel 2021 da concludere nel 2026) in grado di esprimere capacità di combattimento in conflitti ad alta intensità in tutti i domini, e all’occorrenza integrabile in dispositivi multinazionali. La possibile operazione, dalla durata di 6/ mesi, servirà alla difesa del Paese o, come supporto, a un paese terzo o a una coalizione. Altro aspetto rilevante è l’istituzionalizzazione della partnership con Regno Unito e Giappone (consolidata attraverso il programma del caccia Global Combat Air,) che va oltre i tradizionali ambiti europeo e transatlantico per affacciarsi in modo strutturale sull’Indo-Pacifico (richiesta USA).
Naturalmente intende continuare con la sinergia fra Industria nazionale, Università e Centri di ricerca. Sinergia indispensabile anche per lo sviluppo della ricerca tecnologica militare che sarà supportata dalla realizzazione di un network di strutture di ricerca e test che andranno a costituire, in prospettiva, laboratori di ricerca Difesa. L’obiettivo è avviare, attraverso la federazione dei vari attori interessati, partnership pubblico-private. Nel DPP il finanziamento alla ricerca tecnologica militare prevede uno stanziamento ordinario per un totale di 52,68 M€ per il 2023, 44,14 M€ per il 2024 e 44,83 M€ per il 2025 ma si intende raggiungere 100 M€ annui per il prossimo triennio.
A questi si è dovuta aggiungere, per il finanziamento della quota nazionale di partecipazione al NATO Innovation Fund per il 2023, una spesa pari a 8 M di euro.
La parte terza del DPP illustra le voci del bilancio triennale. Nella comparazione fra Bilancio ordinario e Bilancio integrato si può notare una differenza che sebbene sia già indicativa, non corrisponde totalmente alla reale spesa. Nel bilancio integrato si prendono in considerazioni gli stanziamenti delle missioni internazionali, quelli del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (non si includono nella tabella seguente le risorse del Ministero dell’Economia e delle Finanze che riguardano le spese militari):
Bilancio ordinario in M€ anno 2023 : 27.748,5 – anno 2024 : 27.278,3 – anno 2025 : 27.485,1
Bilancio integrale in M€ anno 2023 : 30.758,8 – anno 2024 : 30.832,5 – anno 2025 : 31.396,9
Nelle note si legge che “Le annualità 2024 e 2025 saranno soggette ad aggiornamento all’atto della pubblicazione delle prossime Legge di Bilancio”. Stando alle cifre al ribasso l’Italia ha speso nel 2023 il 46% del Pil quando invece ne ha speso almeno il 52%. Nel bilancio totale dello Stato la spesa per la Difesa, aggiungendo il contributo MEF e MIMiT, corrisponde al 3,6% (sempre dati DPP 2023-25). Solo per quanto riguarda le missioni militari del 2023 la spesa è stata di 1.720.424.576 milioni di euro con un aumento di 11.775.029€ per nuove nuove missioni avviate. Precedentemente il MEF aveva assegnato una dotazione di 1.443.524.748€ per l’anno 2023. [25] Per essere in linea con la richiesta del 2% del Pil l’Italia dovrebbe spendere 39,2 miliardi. La corsa per non essere i “Pierini” della Nato, come si lamenta Crosetto, è vicina al traguardo.
I contributi del MIMiT per gli investimenti della difesa è cospicuo ed è così tripartito:
anno 2023 in M€: investimento bilancio difesa: 6.100,5 Bilancio MIMiT: 1.872,6 Totale: 7.973,1
anno 2024 in M€: investimento bilancio difesa: 5.981,6 Bilancio MIMiT: 2.179,3 Totale: 8.160,9
anno 2025 in M€: investimento bilancio difesa: 6.228,9 Bilancio MIMiT: 2.513,8 Totale: 8.742,7
Interessante è anche la ripartizione fra nuovi programmi e programmi operanti e per l’aumento esponenziale negli anni:
Nuovi programmi anno 2023: 264,6 M€ programmi operanti: 7.708,5 M€ Totale: 7.973,1 M€
Nuovi programmi anno 2024: 444,5 M€ programmi operanti: 7.716,4 M€ Totale: 8.160,9 M€
Nuovi programmi anno 2025: 658,8 M€ programmi operanti: 8.160,9 M€ Totale: 8.742,7 M€
Gli investimenti maggiori sono andati sulla realizzazione di “Esercito 4.0” [26] creando non poche perplessità per la scelta, fra gli acquisti, del sistema d’arma HIMARS e del relativo munizionamento guidato per un costo complessivo di 960,0 milioni di dollari in 10 anni [27] e di carri armati Leopard 2 con piattaforme derivate di fabbricazione tedesca per 8.246,0 milioni di euro distribuiti in 14 anni. Nella scheda di decreto ministeriale si fa riferimento al potenziamento della filiera nazionale terrestre comprendente grandi player come Leonardo, IDV (Iveco Defence Vehicles) e CIO (Iveco-Oto Melara), PMI, centri di ricerca e Università. [28] La domanda è: a cosa servono i carri armati quando questa componente è stata, per l’ultima volta e con una decina di unità, utilizzata nello sciagurato intervento in Somalia? [29]
Complessivamente per i programmi di nuovo avvio è prevista negli anni una spesa di più di 100 miliardi di euro per un totale di 33 programmi di ammodernamento in aggiunta ai 193 già in corso (operanti). Una cifra che implica sia uno spreco di denaro pubblico irresponsabile economicamente e socialmente, sia una adesione malcelata alla retorica e furore bellicista. [30]
Fra i maggiori 193 programmi operanti si elencano: per la componente aeronautica il GCAP (che ha già ricevuto 5.244 milioni di euro) e l’F-35 (completata fase 1 di acquisizione di 27 velivoli al costo di 7.06 miliardi, proseguimento con la conversione operativa (multi missione e multi sensore) del velivolo Gulfstream G550 CAEW/EA. [31] Per la componente marittima si prosegue con una nuova serie di sottomarini U-212 NFS, unità di assalto anfibie in sostituzione delle San Giusto mentre nel settore spazio a bilancio vi sono satelliti ottici che sostituiranno l’OPSAT 3000 e quello per le telecomunicazioni SICRAL 1B.
A febbraio 2024 il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa prima della riunione dei ministri della Difesa Nato di Bruxelles, dichiara che l’anno scorso vi è stato un aumento senza precedenti dell’11 % della spesa militare tra gli alleati europei e il Canada e che nel 2024 gli alleati investiranno insieme 380 miliardi di dollari nella difesa. Tuttavia si aspetta che i restanti 18 alleati spendano il 2 % del Pil per la Difesa (la Francia ha detto che lo raggiungerà nel 2024, la Germania con i 73,41 miliardi di dollari del 2023 lo ha appena raggiunto).
Mentre secondo l’ultimo rapporto Sipri, pubblicato il 24 aprile 2023, la spesa militare mondiale è cresciuta nel 2022 fino al massimo storico di 2.240 miliardi di dollari [32] per la prima volta in 25 anni aumentano simultaneamente estrema ricchezza ed estrema povertà:
“Secondo la Banca Mondiale, stiamo probabilmente assistendo al più grande aumento di disuguaglianza e povertà globale dal secondo dopoguerra. L’organizzazione non governativa Oxfam in avvio del World Economi Forum di Davos come di consueto ha pubblicato un report dal titolo La disuguaglianza non conosce crisi che prova a mettere ordine su quanto è avvento in questi tre anni di pandemia in termini di concentrazione della ricchezza. Qui cinque numeri, i più drammatici per capire quello che sta accadendo”. [33]
* ex lavoratrice Aermacchi, delegata sindacale CUB
NOTE:
* L’Italia entra in guerra: il discorso di Mussolini del 10 giugno 1940
https://www.anpi.it/libri/litalia-entra-guerra-il-discorso-di-mussolini-del-10-giugno-1940
[1] https://www.governo.it/it/articolo/nazione-e-patria-idee-ritrovate-il-videomessaggio-del-presidente-meloni/22731
[2] https://ernest-renan.fr/
https://www.ombrecorte.it/vecchio/rass.asp?id=223
[3] https://www.ilsole24ore.com/art/la-russa-e-rauti-celebrano-nascita-dell-msi-e-polemica-AE9ZCOSC?refresh_ce=1
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/11/02/pino-rauti-chi-era-il-missino-e-fascista-rivoluzionario-che-si-oppose-alla-svolta-di-fiuggi-oggi-la-figlia-isabella-e-sottosegretaria/6859072/
[4] https://www.esercito.difesa.it/comunicazione/Pagine/innovaz_tec_ei.aspx
[5] https://www.huffingtonpost.it/guest/istituto-affari-internazionali/2024/01/31/news/il_rilancio_della_centralita_della_difesa-14947830/
https://www.iai.it/sites/default/files/9788893683128.pdf
[6] https://www.senato.it/static/bgt/listasommcomm/0/145/t/19/2023/index.html?static=true&filtroleg=19
https://www.senato.it/static/bgt/listasommcomm/0/145/t/19/2024/index-2.html?static=true&filtroleg=19
https://www.camera.it/leg19/1103?shadow_organo_parlamentare=3504&id_tipografico=04
https://www.camera.it/leg19/1099?shadow_organo_parlamentare=3504
[7] https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Ddliter/testi/57435_testi.htm
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/12/22/23G00210/sg
https://www.lindipendente.online/2024/01/22/piu-armi-italiane-per-tutti-il-senato-approva-la-riduzione-del-controllo-sullexport/
[8] https://tg24.sky.it/politica/2024/01/27/cdm-missioni-militari-regole
https://www.difesa.it/operazionimilitari/index/26771.html
https://www.difesa.it/operazionimilitari/index/26771.html
[9] https://comunicazione.camera.it/archivio-prima-pagina/19-28228
https://www.reportdifesa.it/difesa-il-ministro-guido-crosetto-disegna-al-parlamento-le-linee-programmatiche-del-suo-dicastero-la-sua-visione-e-quella-di-uno-strumento-militare-sinergico-nelle-sue-componenti/
[10] https://tg24.sky.it/politica/2023/12/17/atreju-2023-meloni
[11] https://www.youtube.com/watch?v=IelUX2HcbT0
[12] https://www.analisidifesa.it/2023/12/al-via-loperazione-prosperity-guardian-nel-mar-rosso-litalia-invia-la-fregata-fasan/
[13] https://webtv.camera.it/evento/22433
[14] https://www.agenzianova.com/a/65c73f24cf7096.00869295/4829299/2024-02-10/nato-stoltenberg-lo-scontro-con-la-russia-potrebbe-durare-decenni
[15] https://lavocedinewyork.com/news/2024/02/11/trump-inviterei-la-russia-ad-attaccare-i-paesi-nato-che-pagano-poco/
[16] https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01360658.pdf
[17] http://documenti.camera.it/Leg17/Dossier/Pdf/DI0200.Pdf
[18] https://www.esercito.difesa.it/comunicazione/Pagine/Esercito-4-0-prepararsi-alle-sfide-del-futuro-220914.aspx
[19] https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01402047.pdf
[20] https://documenti.camera.it/leg19/dossier/pdf/DI0068.pdf?_1707770522747
[21] https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01408507.pdf
[22] https://italiaeconomy.it/la-blue-economy-e-le-innovative-prospettive/
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/sostenibilita-la-blue-economy-arriva-dagli-oceani-29505
[23] https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01408508.pdf
[24] https://www.difesa.it/assets/allegati/30714/dpp_2023-2025.pdf
[25] http://documenti.camera.it/_dati/leg19/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/026/001/INTERO.pdf
https://temi.camera.it/leg19/provvedimento/autorizzazione-e-proroga-delle-missioni-internazionali-nel-2023.html
https://documenti.camera.it/leg19/dossier/pdf/DI0038.pdf?_1707987015922
[26] https://www.esercito.difesa.it/comunicazione/editoria/Rivista-Militare/Documents/2022/Esercito%204.0.pdf
[27] https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01402046.pdf
[28] https://www.parlamento.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01408510.pdf
[29] https://arcadia.sba.uniroma3.it/bitstream/2307/4750/1/L%27operazione%20Ibis%20in%20Somalia.pdf
[30] https://documenti.camera.it/Leg18/Dossier/Pdf/DI0421.Pdf
[31] https://documenti.camera.it/leg19/dossier/testi/DI0057.htm
[32] https://www.sipri.org/sites/default/files/2023-09/yb23_summary_it.pdf
[33] https://www.infodata.ilsole24ore.com/2023/01/16/per-la-prima-volta-in-25-anni-aumentano-simultaneamente-estrema-ricchezza-ed-estrema-poverta/