Brasile: l’ora della verità

di Teresa Isemburg – 

Già da alcune settimana era evidente che nuvole minacciose si accumulavano attorno al nucleo bolsonarista più estremo. All’indomani dell’8 gennaio 2023 il ministro della giustizia e i ministri del Supremo Tribunale Federale avevano dichiarato che nessuno dei responsabili degli atti referenti al percorso eversivo sarebbe rimasto impunito e che le indagini avrebbero in un primo tempo riguardato gli esecutori materiali dei vandalismi contro i palazzi simbolo dei tre poteri a Brasilia, per poi risalire ai finanziatori degli stessi, per approdare infine ai responsabili intellettuali e morali del progetto destabilizzatore e anticostituzionale. Questa strada è stata seguita con rigore e con il lavoro investigativo profondo della Polizia Federale, portando a rapidi processi e pesanti condanne. A inizio 2024 è venuta alla luce l’esistenza di una cosiddetta Abin parallela, cioè un sistema di intelligenza non autorizzato dotato di  una piattaforma  di spionaggio, di produzione israeliana,  non autorizzato che spiava e costruiva dossier su 30.000 cittadini/e.  

Al’inizio di febbraio avveniva una perquisizione nei confronti di Carlos Bolsonaro, figlio di Jair, con sequestro di materiale e documenti nella casa al mare di Angras das Reis. Vi è l’ipotesi che Carlos coordinasse l’ufficio dell’odio e di produzione di notizie false del bolsonarismo. E così si arriva, in una assai rapida ascesa gerarchica, all’8 febbraio 2024.

Diventerà questa una data periodizzante nella storia del Brasile? È presto per dirlo. Traduco in modo un po’ riassuntivo una ricostruzione puntuale di quanto successo. In sintesi quel giovedì la Polizia Federale ha realizzato una vasta operazione di perquisizione e confisca (e anche alcuni arresti) di responsabili di primo piano del passato governo, con l’ipotesi accusatoria esplicita di tentato golpe contro lo Stato democratico di diritto. Come mostra la corposa (130 pagine) relazione prodotta dal ministro del Supremo Tribunale Federale Alexandre de Morais (convalidata dal procuratore generale della Repubblica) che motiva l’autorizzazione alla polizia ad agire, molti sono gli elementi accusatori. E se ne troverà una prima traccia nella traduzione sotto riprodotta. Ma perché forse questa data sarà incisiva, ovvero potrà rappresentare un momento di discontinuità? Per quello che mi sembra capire è forse la prima volta che il potere giudiziario civile assume la responsabilità di indagare, denunciare  e proporre di processare esponenti delle forze armate, alcuni dei quali generali a quattro stelle. Il blocco militare che, a partire dalla proclamazione della Repubblica, è stato promotore di successivi colpi di Stato, è sempre uscito impunito e senza responsabilità dei propri atti, non di rado garantito da una amnistia liberatoria e volta ad evitare qual si voglia giudizio. Questo fino al termine (?) della dittatura militare nel 1985 e anche dopo le documentate ricostruzioni della Commissione Nazionale della Verità. Tanto documentata che quel blocco e i suoi alleati hanno chiesto (e ottenuto) la testa di colei che aveva scelto di realizzare con estremo coraggio quel tribunale,  Dilma Rousseff. Peraltro ancora  una volta con una atto golpista, la anticostituzionale deposizione della odiata presidente.  Se da un lato dunque vi è questo aspetto positivo, dall’altro quello che emerge dai documenti che affiorano è l’ampiezza della  adesione ai progetti eversivi che possono contare sul forte spostamento a destra di massa che non riguarda solo il Brasile, ma anzi dilaga ampiamente anche in Paesi  di democrazia consolidata che si  riteneva potessero essere in qualche modo immuni da pulsioni anti sociali, xenofobe, razziste e violente. E desta preoccupazione che quei militari o quei componenti del governo che hanno partecipato a molte riunioni e contatti in cui si organizzava esplicitamente il golpe e non concordavano con lo stesso non abbiano sentito l’esigenza di denunciare alla magistratura i crimini che si stavano perpetrando. Nessuno. 


Dettagli sul tentativo di golpe di Stato espongono Bolsonaro e alleati  Carolina Pimentel, Agência Brasil, 8 febbraio 2024

L’8 febbraio  2024 è stato il giorno scelto per una operazione della Polizia Federale/PF con obiettivo l’ex presidente Jair Bolsonaro e integranti del suo governo, inclusi ministri di Stato e militari. Sono indagati per avere costituito una supposta organizzazione criminale per realizzare un tentativo di colpo di Stato.

L’operazione è stata battezzata “Tempus Veritatis”, o “Ora della Verità” in una traduzione libera. Essa  è stata lanciata l’8 febbraio dopo che l’ex aiutante di ordini di Bolsonaro Mauro Cid aveva concordato una collaborazione premiata con la PF a settembre 2023. L’accordo era stato inviato alla Procura Generale della Repubblica/PGR ed è stata omologato dal Supremo Tribunale Federale/STF.

Le indagini hanno rilevato che il gruppo aveva redatto, con la partecipazione di Bolsonaro, una minuta che prevedeva una serie di misure contro il potere giudiziario, inclusa la reclusione di ministri della Suprema Corte. Questo gruppo ha anche promosso riunioni per incentivare la divulgazione di notizie false contro il sistema elettorale brasiliano e monitorato il ministro Alexandre de Moraes del STF responsabile per l’autorizzazione della operazione in corso.

Obiettivi e arresti

La Polizia Federale ha compiuto 33 mandati di perquisizione e confisca e quattro mandati di detenzione preventiva. Per decisione di Moraes, gli indagati non possono avere contatti fra di loro né lasciare il paese. Devono anche consegnare il passaporto entro 24 ore e sono sospesi dall’esercizio di pubbliche funzioni. Tutte le misure hanno avuto l’autorizzazione del procuratore generale della Repubblica Paulo Gonet, compresa la consegna del passaporto da parte di Bolsonaro.

Le indagini indicano che l’organizzazione si divideva in sei nuclei per realizzare il tentativo di colpo di Stato e di aggressione  allo Stato democratico di diritto: disinformazione e attacchi al sistema elettorale; incitazione al golpe fra i militari; attività giuridica; coordinamento di azioni di appoggio operativo; intelligenza parallela e ufficiali di alto grado che autorizzavano tutte le azioni.

Persone obiettivo dell’operazione

– Generale Augusto Heleno Ribeiro Pereira, ex-chefe do Gabinete de Segurança Institucional (GSI)

– Generale Walter Souza Braga Netto, ex-ministro da Casa Civil e da Defesa

– General Paulo Sérgio Nogueira de Oliveira, ex-ministro da Defesa;

– Ângelo Martins Denicoli, major da reserva;

– Aílton Gonçalves Moraes Barros, coronel reformado do Exército;

– Coronel Guilherme Marques Almeida;

– Tenente-coronel Hélio Ferreira Lima;

– Tenente-coronel Sérgio Ricardo Cavaliere de Medeiros

– Almirante Almir Garnier Santos, ex-comandante-geral da Marinha;

– General Mário Fernandes; responsabile dell’autorità per accesso all’informazione

– General Estevam Cals Theophilo Gaspar de Oliveira, ex-chefe do Comando de Operações Terrestres do Exército;

– Laércio Vergílio, general de Brigada reformado;

– Paulo Renato de Oliveira Figueiredo Filho; nipote dell’ultimo ex presidente militare prima della caduta della dittatura

– Anderson Torres, ex-ministro da Justiça; commissario di polizia

– Valdemar Costa Neto, presidente nacional do PL;arrestato in flagrante durante la perquisizione per possesso illegale di arma e di una pepita di origine non documentata

– Felipe Martins, ex-assessor especial de Jair Bolsonaro;

– Coronel Bernardo Romão Correa Neto;

– Marcelo Costa Câmara, coronel da reserva; assessore speciale di Bolsonaro

– Major Rafael Martins de Oliveira.

Gli interventi sono avvenuti negli Stati di  Amazonas, Rio de Janeiro, São Paulo, Minas Gerais, Mato Grosso do Sul, Ceará, Espírito Santo, Paraná e Goiás, oltre che nel  Distrito Federal. L’esercito ha accompagnato l’esecuzione di alcuni mandati.

Minuta del golpe

Secondo la Polizia Federale il gruppo aveva elaborato una minuta destinata a rendere esecutivo il colpo di Stato. Il testo venne consegnato all’ex presidente nel 2022 da Felipe Martins, già assessore della presidenza per affari internazionali, e dall’avvocato Amauri Fedes Saad indicato come mentore intellettuale del documento.

Tale documento prevedeva l’incarcerazione di ministri del STF e la convocazione  di nuove elezioni. Dopo avere ricevuto il testo Bolsonaro avrebbe  convocato una riunione con i comandanti delle forze armate, ammiraglio  Almir Garnier Santos (Marina), generale Marco Antonio Freire Gomes (Esercito) e brigadiere o Carlos de Almeida Batista Júnior (Aeronautica) per fare pressione per la loro adesione al golpe.

Riunione delladinamica golpista

Altro fatto rivelato dalle indagini è stata la riunione indetta da Bolsonaro con il top del governo federale il 5 luglio 2022. Durante l’incontro l’allora presidente esigeva che i presenti usassero le loro cariche per diffondere informazioni false sulle supposte frodi nelle elezioni. Un video con la registrazione della riunione è  stato ritrovato  in uno dei computer dell’ex aiutante del colonnello Mauro Cid. (Tale video è oradi libero acesso on line ed è piuttosto interessante).

Nella stessa riunione il generale Augusto Heleno, all’epoca ministro capo del Gabinetto di Sicurezza Istituzionale/GSI,  sostenne che era necessario agire prima delle elezioni  presidenziali di ottobre 2022 per garantire la permanenza di Bolsonaro al comando del Paese. Heleno si spinse a proporre che funzionari della Agenzia Brasiliana di Intelligeza/Abin fossero infiltrati nelle campagne elettorali. Ma Bolsonaro interruppe il discorso del generale indicando che dell’argomento era meglio parlare in privato.

Dopo tale riunione, la Polizia Federale indica che ci fu un susseguirsi di riunioni per pianificare il golpe, partendo da messaggi trovati nei cellulari di Mauro Cid, in cui l’aiutante di ordini assume il compito di coordinare la diffusione di attacchi alla Giustizia Elettorale.

Inoltre i poliziotti federali hanno identificato che un gruppo controllava gli spostamenti del ministro Alexandre de Moraes fra Brasilia e San Paolo in diverse date del mese di dicembre. Questo emerge dai messaggi scambiati fra Mauro Cid e il colonnello dell’esercito Marcelo Câmara, assessore speciale di Bolsonaro, arrestato preventivamente l’8 febbraio.   Infine la Polizia Federale indica che componenti del gruppo scambiarono messaggi sulla organizzazione degli attacchi dell’8 gennaio 2023, come fra Mauro Cid e il maggiore dell’esercito Rafael Martins de Oliveira per prevedere le spese per lo spostamento di manifestanti da Rio a Brasilia o per indicare agli stessi i bersagli da colpire.

* Teresa Isenburg, San Paolo, 10 febbraio 2024.

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