Verso una nuova stagione progressista latinoamericana?

Giovanni Bruno e Andrea Vento –

Sabato pomeriggio 10 dicembre nella sede della Federazione di Rifondazione Comunista di Pisa nell’ambito dell’iniziativa “Il vento di sinistra sull’America Latina” abbiamo discusso e approfondito i nuovi scenari politico-sociali del subcontinente, alla luce della svolta avvenuta negli ultimi mesi in vari paesi del Sud America. Sono state affrontate in particolare le situazioni di Cile, Colombia, Brasile, ma anche di Perù, Ecuador, Messico, Venezuela.

I relatori Andrea Vento, del Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati, e Rodrigo Rivas, intellettuale cileno già membro del governo di Unidad Popular di Salvador Allende, hanno offerto un quadro ampio e approfondito dei principali aspetti della struttura sociale e produttiva dei vari paesi latinoamericani, mostrando come imponenti movimenti sociali abbiano ridimensionato il potere delle classi dominanti, intaccando gli equilibri politico-istituzionali. È così che in America Latina, nei primi 3 lustri del XXI secolo si sono affermati governi di sinistra, nella varia accezione riformista, moderata, laburista e socialista, dopo quasi due secoli di netta prevalenza governi di destra, oligarchici e reazionari, alternati a fasi di sanguinarie dittature militari.

In particolare, Andrea Vento ha effettuato un breve excursus storico del nuovo millennio latinoamericano evidenziando come la stagione dei governi progressisti , dopo aver toccato il suo apice nel 2009 allor che in Sud America ben 8 dei principali 10 stati (Guyane escluse) erano guidati da esecutivi di tale orientamento, dopo il 2015, la geografia politica dell’area è virata a destra, arrivando al 2019 quando la situazione risultava totalmente ribaltata a favore delle forze conservatrici e reazionarie. Negli ultimi tre anni tuttavia, il panorama geopolitico sudamericano ha nuovamente cambiato rotta, a seguito anche della ripresa dei movimenti di piazza, Cile e Colombia in primis, portando al governo nuovamente forze di sinistra e centro-sinistra nella maggior parte dei governi della sub-regione meridionale. La vittoria di Lula in Brasile alle recenti presidenziali, a partire dal suo insediamento a gennaio, sancirà, in virtù del ruolo guida nella macro-regione del gigante brasiliano, la definitiva affermazione di una nuova stagione progressista. Inoltre, sono stati brevemente analizzate, le politiche attuate in Colombia dal primo presidente progressista della sua storia, Gustavo Petro, durante i primi 100 giorni del suo mandato, caratterizzate da una profonda rottura con il passato anche all’insegna della nuova strategia della “Pace totale”.

Rodrigo Rivas, invece, ha offerto un affascinante affresco storico-politico che, con tratti vividi e incisivi, ha mostrato le radici profonde delle contraddizioni dell’America Latina, facendo riferimento anche alla situazione del Messico e dei Paesi centro-americani.

Le ricostruzioni storiche generali hanno permesso di affrontare e comprendere con maggiore chiarezza l’attuale fase politica che attraversa i Paesi del Sud America, caratterizzata, fra le varie, dal fallimentare tentativo orchestrato dagli USA di abbattere il legittimo Presidente in Venezuela, la fragilità della democrazia in Cile e in Argentina, il goffo e disperato tentativo di Pedro Castillo di rompere l’accerchiamento della destra sciogliendo il Parlamento, le prospettive di rinnovamento che l’insediamento di Lula può aprire, con il rischio al contempo di colpi di coda da parte dei seguaci di Bolsonaro, sull’esempio di quanto accaduto il 6 gennaio scorso a Capitol Hill negli Stati Uniti.

Rivolgere lo sguardo su altri scenari è necessario per la sinistra nel nostro paese, e in Europa in generale, per trovare nuova linfa al progetto politico del socialismo nel XXI° secolo.