Manifesto “Le elezioni senza Lula sono una frode”

Le elezioni senza Lula sono una frode

 

Per fornire qualche elemento di inquadramento sulla situazione presente del Brasile in un contesto di grave illegittimità politica e istituzionale, si invia la traduzione del Manifesto “Le elezioni senza Lula sono una frode”, promosso per iniziativa del senatore dello Stato di Paraná Roberto Requião/Pmdb-Partito del movimento democratico brasiliano e lanciato, come parte del Progetto Brasile nazione, a fine 2017 dall’economista Luiz Carlos Bresser Pereira, dal  diplomatico  Celso Amorim, dal compositore e cantante  Chico Buarque, dagli scrittori Raduan Nassar e Milton Hatoum, dalla sociologa Maria Victoria Benevides, dal giurista  Fábio Konder Comparato, dalla giornalista Hildegard Angel e dal dirigente del  Movimento dei lavoratori rurali senza terra/MST João Pedro Stédile. Il testo può essere sottoscritto sul sito https://www.change.org/p/sociedade-brasileira-em-defesa-do-direito-de-lula-ser-candidato-a-presidente-do-brasil. Il 22 gennaio 2018 le firme sfiorano le 200.000.

In vista della scadenza del 24 gennaio in cui il tribunale di seconda istanza di Porto Alegre giudicherà la fondatezza della principale accusa contro Lula, quella di essere proprietario di un appartamento frutto di tangenti, l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva il 19 gennaio ha tenuto un incontro per la stampa estera con i giornalisti di El País, The New York Times, The Guardian, La Nación, Die Zeit e Libération. Negli ultimi giorni le prove  che smentiscono l’accusa si sono ulteriormente accresciute, mentre le denuncie sul carattere illegittimo delle procedure processuali si sono moltiplicate. In particolare ha molta ripercussione il video del giurista italiano Luigi Ferrajoli sul carattere inconfondibilmente politico dei processi contro Lula al fine di impedirgli la partecipazione alla vita poltica del paese. Magistratura e polizie continuano a vietare manifestazioni per il giorno 24 gennaio, dirigenti come Stédile vengono intimati (?) di non andare a Porto Alegre, la zona del tribunale è chiusa all’accesso per un vasto spazio e così via in un moltiplicarsi di misure antidemocratiche che configurano una Stato di eccezione. Il processo a porte chiuse vedrà solo la presenza dell’avvocato difensore Cristiano Zanin e del  giurista Geoffrey Robertson, che rappresenta  Lula nel ricorso presso il Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite. (Teresa Isenburg)

 

Manifesto “Le elezioni senza Lula sono una frode”

La decisione di fissare in un tempo record, per il 24 gennaio 2018, la data del processo di seconda istanza del Processo a Lula non ha nulla di legale.

Si tratta di un puro atto persecutorio nei confronti del leader politico più popolare del paese. Il ricorrere all’espediente spurio di intervenire nel processo elettorale deriva dal fatto che il golpe, realizzatosi con l’impeachment di Dilma Roussef, non ha dato vita a un regime politico stabile.

Il piano strategico in via di realizzazione, dopo l’allontanamento di Dilma dalla Presidenza della Repubblica, comprende: abolizione dei diritti dei lavoratori, minacce alla previdenza pubblica, privatizzazione della Petrobras, dell’Elettrobras e delle banche pubbliche, oltre all’abbandono di una politica estera attiva e importante.

La riforma del lavoro e il tetto alle spese non hanno attratto gli investimenti esteri promessi, che avrebbero potuto sostenere la campagna nel 2018 di un governo allineato al neoliberismo. Di fronte all’impopolarità, questi settori non sono riusciti a costruire, fino ad ora, una candidatura alla presidenza proponibile.

Lula cresce nei sondaggi in tutti gli scenari di primo e secondo turno e potrebbe anche vincere al primo turno. Lo scenario di una vittoria consacratrice di Lula significherebbe la sconfitta totale del golpe e renderebbe possibile l’inizio di un nuovo ciclo politico.

Per questo, sono pronti a tutto pur di impedire la candidatura di Lula: una condanna nel tribunale di Porto Alegre, l’istituzione del semiparlamentarismo e perfino il rinvio delle elezioni. Tutte cose possibili che fanno parte dell’arsenale di malvagità delle forze politiche che non tengono in nessun conto la democrazia.

Una persecuzione esclusivamente politica che può essere sconfitta solo sul terreno della politica. Più che un problema tattico o elettorale, vittoria o sconfitta in questa lotta avrà conseguenze strategiche di lungo periodo.

Il Brasile è a un bivio: o restauriamo i diritti sociali e lo Stato democratico di Diritto o saremo sconfitti e assisteremo alla definitiva instaurazione di una società di capitalismo senza regole, basata sul supersfruttamento dei lavoratori. Questo tipo di società ha necessità di uno Stato dotato di strumenti di Eccezione per reprimere le università, gli intellettuali, i lavoratori, le donne, la gioventù, i poveri e i negri. Insomma, tutti gli sfruttati e gli oppressi che si solleveranno contro il nuovo sistema.

Quindi, la questione della persecuzione nei confronti di Lula non riguarda solo il PT/Partito dei lavoratori e la sinistra, ma tutti i cittadini brasiliani. Come mai prima per la nostra generazione di lottatori, quello che è in gioco oggi è il futuro della democrazia.

(Traduzione di  Serena Romagnoli)

 

Lista dei firmatari iniziali

José  “Pepe” Mujica  – Ex-presidente dell’ Uruguai

Rafael Correa – Ex-presidente dell’ Equador

Cristina Fernández de Kirchner – Ex-presidente dell’ Argentina

Ernesto Samper – Ex-presidente della Colombia

Massimo D’Alema – Ex-primo ministo dell’ Italia

Noam Chomsky- linguista, filosofo e scienziato poltico statunitense

Chico Buarque- cantante e compositore

Costa-Gravas – cineasta

Raduan Nassar- scrittore

Luiz Carlos Bresser-Pereira- economista e ex-ministro

Mino Carta – direttore della rivista Carta Capital

Fábio Konder Comparato- giurista, avvocado e scrittore

Celso Amorim- diplomatico brasiliano  e ex-ministro

Cândido Grzybowski- direttore dell’ IBASE

João Pedro Stédile – MST/Via Campesina/Frente Brasil Popular

 

(Articoli sulla situazione del Brasile dall’inizio del processo illegittimo ed eversivo messo in atto dal  4 marzo 2016 sono consultabili su www.rifondazione.it e www.latinoamerica-online.it. Teresa Isenburg)