
Il problema è nell’UE e nella sua arroganza coloniale
Pubblicato il 10 lug 2025
Soumaila Diawara
Ci denuncia la rabbia, ci ferisce la tristezza, ma il silenzio sarebbe complicità.
Dopo le battute sul respingimento “in stile Piantedosi”, è arrivato il momento di parlare sul serio.
Quello che abbiamo visto non è solo l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza di un ministro dell’Interno italiano, è qualcosa di molto più profondo: il riflesso strutturale dell’ipocrisia, dell’arroganza, e della totale mancanza di rispetto che l’Unione Europea continua a riservare al continente africano.
Parliamo di una delegazione europea inviata a Tripoli, con un mandato diretto della presidente Ursula von der Leyen, ma chi ha autorizzato quella delegazione a spostarsi senza permessi ufficiali fino a Bengasi? Nessuno. Ed è proprio qui che riemerge con forza brutale l’arroganza coloniale che ancora permea le istituzioni europee, e la domanda è inevitabile: perché non hanno chiesto il permesso?
Perché agire con tanta disinvoltura, sapendo che nessuno, davvero nessuno, lo avrebbe negato se fosse stato chiesto? È questo che rivela la verità più scomoda: non è stato un errore diplomatico, ma una scelta consapevole, frutto di una mentalità radicata nel dominio e nel disprezzo, una mentalità che dà per scontato che l’Africa non meriti nemmeno l’atto formale del rispetto.
L’Europa non ha mai veramente fatto i conti con la propria eredità coloniale, ha solo cambiato forma al dominio. Oggi lo chiama “partenariato strategico”, “cooperazione allo sviluppo”, “gestione dei flussi migratori”, ma la sostanza è rimasta la stessa: trattare l’Africa come un cortile di casa, come uno spazio da sorvegliare, sfruttare, manipolare a proprio piacimento.
Mi chiedo: l’Unione Africana potrebbe mai mandare una delegazione non autorizzata a Roma, a Berlino, a Parigi, o a Bruxelles? No, sarebbe considerato un affronto, un atto ostile, un’invasione diplomatica. E allora, perché l’Europa si arroga il diritto di fare ciò che agli altri nega? Perché persiste questa mentalità tossica di superiorità? Perché si continua a dare per scontato che l’Africa non abbia voce, né dignità sovrana?
L’Europa si scandalizza quando alcuni Paesi africani stringono alleanze con altri attori geopolitici, Cina, Russia, Turchia. Ma di cosa si stupisce, esattamente? Dopo cinque secoli di razzie, schiavitù, occupazioni militari, sfruttamento economico e culturale, imposizioni politiche, davvero pensano che l’Africa non abbia il diritto di cercare alternative?
Il vero problema è che in Europa manca la volontà, e forse anche il coraggio, di fare autocritica. Non si vuole guardare allo specchio, si preferisce continuare a raccontare una narrativa tossica e funzionale: l’Africa come continente caotico, corrotto, fragile, da “salvare”. Una narrazione che giustifica l’intervento e protegge lo status quo.
Ma l’epoca in cui l’Africa poteva essere trattata come oggetto è finita. È tempo di dire le cose con chiarezza: non si tratta di un incidente diplomatico, si tratta di un atteggiamento sistemico. È l’Europa intera che deve cambiare mentalità, deve liberarsi della sua postura coloniale, deve imparare una volta per tutte a costruire relazioni basate sul rispetto reciproco, non sull’arroganza imperiale mascherata da “cooperazione”.
Finché questo non accadrà, l’Africa continuerà a guardare altrove. Non per dispetto, non per ideologia, ma per affermare un diritto sacrosanto: quello all’autodeterminazione e alla dignità.
E a chi continua a gridare all’“anti-occidentalismo” ogni volta che queste verità vengono dette, diciamo: interrogatevi prima sulle vostre responsabilità storiche e morali.
Chi guida l’Europa oggi sta minando non solo il presente, ma anche il futuro del continente, e delle sue nuove generazioni. Abbiate il coraggio, se ve ne è rimasto, di guardare in faccia la realtà, di dire le cose come stanno, di smetterla con questa mentalità da padroni del mondo.
Altrimenti, i veri nemici dell’Europa non sono altrove, sono già nelle sue capitali, a partire da Bruxelles, dove una leadership arrogante e incapace sta portando l’Europa verso il disastro morale.
Grazie.
Sostieni il Partito con una
Appuntamenti