UN’EUROPA PIÙ POVERA E PIÙ ARMATA: IL FALLIMENTO DELLE CLASSI DIRIGENTI NEOLIBERISTE È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI

UN’EUROPA PIÙ POVERA E PIÙ ARMATA: IL FALLIMENTO DELLE CLASSI DIRIGENTI NEOLIBERISTE È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI

 Giovanni Barbera*
 
I dati pubblicati da Eurostat nel rapporto 2025 “Living conditions in Europe – poverty and social exclusion” confermano ciò che denunciamo da anni: l’Unione Europea è un continente in cui milioni di persone vengono abbandonate alla povertà e all’esclusione sociale, mentre le risorse pubbliche vengono dirottate verso gli interessi delle élite economiche e, ultimamente, anche verso il riarmo.

Nel 2024, oltre 93,3 milioni di persone, pari al 21% della popolazione dell’UE, risultavano a rischio di povertà o esclusione sociale. In Italia la situazione è ancora più drammatica: 13,52 milioni di persone, pari al 23,1%, vivono in condizioni di disagio economico.

Minori, giovani, donne e lavoratori precari sono le principali vittime di un sistema che produce sistematicamente diseguaglianza e insicurezza. A fronte di questo scenario, le classi dirigenti europee – complici anche i governi italiani che si sono succeduti negli anni – non solo non mettono in campo politiche efficaci di contrasto alla povertà, ma proseguono con un’agenda neoliberista fatta di austerità, tagli allo Stato sociale, privatizzazioni e precarizzazione del lavoro. Una situazione allarmante, che non solo impoverisce i cittadini italiani ed europei, ma genera anche disaffezione alla politica e favorisce la crescita dei partiti xenofobi e di estrema destra, come avviene in Italia, Francia, Germania e in tanti altri Paesi europei, mettendo a dura prova le nostre fragili democrazie liberali.

Come se non bastasse, l’Unione Europea ha scelto di imboccare la strada del riarmo permanente, con l’aumento delle spese militari, la produzione di armi e il finanziamento dell’industria bellica. Le stesse istituzioni che negano risorse per il welfare trovano senza difficoltà miliardi per alimentare il complesso militare-industriale e per sostenere guerre per procura. Il fallimento è totale.

Le classi dirigenti neoliberiste hanno costruito un’Europa in cui la povertà si diffonde mentre si soffia sul fuoco della guerra. È un’Europa dei padroni, delle banche, delle armi, contro i popoli, contro il lavoro, contro la Pace. Denunciamo con forza questo sistema e rivendichiamo una svolta radicale, perché serve un’altra Europa: quella dei popoli, della solidarietà e della Pace.

Pertanto, chiediamo uno stop alle politiche di austerità, al Patto di stabilità e al riarmo, e una drastica riduzione delle spese militari, che sono aumentate in maniera esponenziale in quasi tutti i Paesi dell’UE. Il nostro Paese, che aveva previsto per il 2025 una somma record di 35 miliardi di euro destinata alla spesa militare, pari all’1,57% del nostro PIL, ha già annunciato – per bocca del ministro Giorgetti – il raggiungimento, entro la fine dell’anno, del 2% del PIL, pari ad altri 10 miliardi di euro in più rispetto a quanto già preventivato per il 2025. Ovviamente, sono fondi pubblici che verranno sottratti alla spesa destinata alla collettività, con buona pace di coloro che continuano a fare propaganda per un governo che si sta dimostrando di gran lunga peggiore di quelli che lo hanno preceduto.

Insomma, di fronte a questo quadro preoccupante, finalizzato a costruire un’economia di guerra contro un nemico inesistente, avremmo bisogno invece di maggiori investimenti pubblici in sanità, scuola, casa e reddito minimo; di nuovi diritti universali per il lavoro; di un piano per l’occupazione pubblica e la riconversione ecologica del nostro sistema industriale; della tassazione delle grandi ricchezze e di maggiore giustizia fiscale, che permetta una redistribuzione della ricchezza in Italia e in tutta Europa, al fine di invertire quella tendenza che sta alimentando la povertà.

I dati Eurostat dimostrano che la povertà non è un fenomeno inevitabile, ma è il prodotto di precise scelte politiche portate avanti in questi anni. Contro queste scelte, siamo da sempre in campo come Rifondazione Comunista per costruire un fronte sociale e politico che rimetta al centro i bisogni delle classi popolari, la giustizia sociale e la Pace. Un modello sociale e politico alternativo, in grado di restituire dignità e benessere a quei soggetti sociali che in questi ultimi decenni hanno dovuto subire un forte peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro a causa delle inopinate scelte politiche portate avanti dalla Commissione Europea e dai governi che fanno parte dell’Unione Europea.

*Segreteria nazionale
Responsabile politiche sociali

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