
Rifondazione denuncia il no della direttrice della struttura acattolica “ci hanno detto che sono divisive”
Pubblicato il 29 apr 2025
Il cimitero vieta le bandiere rosse per Gramsci
Romina Marceca*
Sono arrivati con le bandiere rosse del partito di Rifondazione Comunista e una della pace in spalla, le rose rosse in mano. Pronti per commemorare l’anniversario, il numero 88, della morte di Antonio Gramsci. Ma in quasi cinquanta sono stati bloccati ieri mattina alle 11 davanti all’entrata del cimitero acattolico di Roma, alla Piramide Cestia. «Nessuna bandiera o altro simbolo di natura politica potrà essere esposto» È stato il diktat imposto dalla direttrice del cimitero, Yvonne Mazurek. Una censura che ha fatto scoppiare la polemica. Il gruppo di Rifondazione ha dovuto ripiegare le bandiere e conservarle negli zaini. «È il primo anno che accade una cosa del genere, dopo decenni di iniziative con l’International Gramsci Society – spiega Stefano Galieni coordinatore della segreteria nazionale di Rifondazione – Siamo arrabbiati, preoccupati, indignati. Ci è stato detto che la bandiera del partito era polarizzante e divisiva. Allora abbiamo messo un drappo rosso con su scritta la frase di una poesia di Pasolini. La direttrice è tornata per dire di togliere anche quella». Yvonne Mazurek ribatte: «Sono stata chiamata fascista ma sono nipote di una partigiana. Ho soltanto applicato il regolamento. Il cimitero è gestito da 15 ambasciate. Vado oltre il linguaggio fascista o comunista. Siamo in un luogo di radicale inclusione e stiamo cercando la modalità di commemorare persone che arrivano da Paesi differenti da oltre 300 anni. Essere più silenti non significa essere censurati». Uniche ben accette, a parte la bandiera della pace, sono state le rose rosse. «Ma sono rosse, siamo sicuri?» ha azzardato una delle partecipanti alla cerimonia. «Alcuni si sono adirati non poco – spiega Stefano Galieni – Per puro senso di responsabilità abbiamo tolto il drappo rosso. È un brutto segnale. Gramsci è il fondatore del partito comunista e noi esistiamo perché è esistito Gramsci». Ma perché una bandiera è divisiva? Risponde la direttrice «La bandiera rossa può dividere come la camicia nera. Tutti si devono sentire a loro agio entrando qui». Appena un’ora prima, sulla tomba del politico, era arrivata una delegazione di politici e della Fondazione Gramsci. Con loro nessuna tensione. «Avevamo scritto alla Fondazione, concessionaria dell’area sepolcrale, di comunicare ai propri ospiti di non esporre bandiere». Ma nessuno lo ha comunicato a Rifondazione e all’International Gramsci Society.
*Da Repubblica 28 aprile 2025
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