
Dichiarazione finale dell’incontro antimperialista di solidarietà, per la democrazia e contro il neoliberismo
Pubblicato il 18 nov 2019
La Havana, Cuba, 3 novembre 2019
Noi 1332 rappresentanti di 789 organizzazioni di 86 paesi del movimento sociale e popolare di solidarietà; di reti, piattaforme e articolazioni regionali e mondiali, di partiti politici, di parlamentari, di religiosi e di intellettuali, da questa Cuba solidale, primo territorio libero d’America, riconoscendo l’eroica resistenza del suo popolo e le conquiste raggiunte in sessant’anni di Rivoluzione, abbiamo condiviso le nostre lotte e speranze.
Veniamo da ogni angolo del mondo, con una lunga storia di esercizio della solidarietà di fronte all’aggressività imperialista contro la Rivoluzione cubana, impegnati in tutte le giuste cause e come parte degli sforzi di unità nell’azione e nelle articolazioni di lotta, per riunirci a La Habana nell’Incontro Antimperialista di Solidarietà, per la Democrazia e contro il Neoliberismo, dal 1° al 3 novembre 2019.
Stiamo vivendo un nuovo momento nella storia. I popoli nelle urne, nelle strade e nelle reti sociali dimostrano con il loro voto e con le loro proteste, l’esaurimento dell’offensiva imperiale conservatrice e restauratrice neoliberista della destra oligarchica, in alleanza con il fondamentalismo religioso, il potere mediatico, il capitale e le multinazionali che, di pari passo con l’imperialismo statunitense, nella sua natura predatoria, esclude ampi settori della popolazione, distrugge il lavoro dignitoso, la vita in armonia con la natura e mette in pericolo la specie umana.
I popoli stanno dimostrando che è possibile sconfiggere l’offensiva imperiale, che nei suoi scopi ricorre alla criminalizzazione della protesta sociale, all’isolamento e alla migrazione delle popolazioni, all’assassinio di leader sociali e politici, al femminicidio, alla persecuzione di leader di governi progressisti e alla giudizializzazione della politica.
Si stanno aprendo tempi di speranza. L’unità è vitale e costituisce un dovere; la mobilitazione, una parola d’ordine; l’organizzazione popolare, un compito imminente; e l’integrazione, una strategia che ci porterà alla vittoria.
In questo momento cruciale, ci impegniamo a:
1. Fare nostra la Dichiarazione di Solidarietà con Cuba approvata in questo Incontro, mobilitandoci in azioni permanenti, intensive e sistematiche di alto impatto mediatico, contro l’escalation aggressiva dell’imperialismo yankee, come parte della Campagna internazionale “Giù le mani da Cuba”.
2. Esigere la revoca dell’intensificato, criminale e genocida blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba dal Governo degli Stati Uniti, e sostenere la risoluzione che sarà presentata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 6 e 7 novembre 2019, certi di un’altra schiacciante vittoria della comunità internazionale.
3. Denunciare le minacce e le aggressioni di varia natura contro tutti i Governi sovrani che rifiutano di servire la potenza egemonica, che cerca di installare basi militari nei loro territori e di usurpare le loro risorse strategiche.
4. Riaffermare e difendere la validità della Proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.
5. Denunciare i gravi rischi per l’America Latina, i Caraibi e il mondo della decisione di attivare il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), volto a sostenere militarmente il desiderio del Governo degli Stati Uniti di far rivivere la Dottrina Monroe.
6. Esprimere la nostra ferma solidarietà alla Rivoluzione Bolivariana e Chavista, all’unione civile-militare del popolo, e al suo legittimo presidente Nicolás Maduro Moros, che ha saputo difendere con fermezza la sua sovranità contro ogni tipo di aggressioni da parte del Governo degli Stati Uniti e dei suoi alleati asserviti che adottano misure contro i veri rappresentanti diplomatici del Governo venezuelano. Sostenere il dialogo con settori dell’opposizione per mantenere la pace in Venezuela.
7. Intensificare la mobilitazione per chiedere l’immediato rilascio del compagno Luiz Inácio Lula Da Silva, vittima della giudializzazione della politica, che ha come fine la persecuzione e l’incarcerazione di leader politici di sinistra e progressisti latinoamericani.
8. Congratularsi con il popolo dello Stato Plurinazionale della Bolivia per la vittoria nel processo elettorale e con il Presidente Evo Morales Ayma per la sua rielezione, come risultato delle misure a favore del popolo e della crescita economica. Allo stesso tempo, denunciare i tentativi di colpo di Stato e di destabilizzazione scatenata da settori dell’opposizione, istigati dagli Stati Uniti, contro la pace e la sicurezza dei cittadini in Bolivia.
9. Condannare i tentativi dell’amministrazione statunitense di destabilizzare il Governo del Nicaragua e ribadire il diritto del suo popolo alla Pace.
10. Chiedere l’indipendenza di Puerto Rico, nazione latinoamericana e caraibica sottomessa da oltre un secolo al dominio coloniale degli Stati Uniti, dove il suo popolo si rivela vittorioso nelle strade contro le politiche del governo annessionista.
11. Esprimere la nostra ferma solidarietà alle nazioni dei Caraibi, nella loro legittima richiesta di risarcimento per le conseguenze della schiavitù, nonché di un trattamento equo e differenziato di fronte al cambiamento climatico, in funzione delle loro particolari circostanze e della loro situazione di maggiore vulnerabilità.
12. Sostenere la richiesta storica del popolo argentino per il recupero delle isole Malvinas, un territorio che appartiene loro in modo legittimo.
13. Denunciare i governi che, seguendo i dettami dell’imperialismo yankee e le ricette del Fondo Monetario Internazionale, impongono a sangue e fuoco ai loro popoli politiche neoliberiste di scontro, approfondendo l’ingiustizia sociale e colpendo soprattutto i settori più vulnerabili della società. Condannare energicamente l’uso della forza e della repressione per cercare di schiacciare le giuste richieste dei movimenti sociali e popolari.
14. Difendere la decisione del popolo del Cile di scendere nelle vie con coraggio, per aprire le grandi lotte contro le politiche repressive e antipopolari del Governo, e condannare l’uso della tortura, dello stupro, delle mutilazioni e della morte dei cittadini cileni per mano degli organi repressivi del paese.
15. Condannare la repressione in Ecuador e il costo in vite umane per questo popolo fratello che si trova ad affrontare le misure neoliberiste.
16. Rifiutare il governo pro-imperialista di Jair Bolsonaro, piegato agli interessi degli Stati Uniti e determinato a invertire i progressi compiuti in questo paese fratello, distruggere i processi di integrazione e tutte le espressioni progressiste e di sinistra nella regione.
17. Sostenere il diritto del popolo colombiano alla pace e a difendere la piena attuazione dell’Accordo Finale per raggiungerla. Chiedere che il governo rispetti la vita degli ex-combattenti e dei leader politici e sociali. Facciamo appello a riprendere il Tavolo di Dialogo con l’Esercito di Liberazione Nazionale.
18. Esprimere la nostra più profonda solidarietà con il fraterno popolo haitiano nella lotta per la giustizia sociale, i risarcimenti storici e una vita dignitosa.
19. Manifestare il nostro sostegno alla lotta del popolo honduregno e alle sue legittime richieste.
20. Congratularsi con il popolo argentino e con il suo Presidente eletto, Alberto Fernández, per la meritata vittoria alle urne, che favorisce una sconfitta per il neoliberismo e recupera la speranza e la dignità di questa nazione.
21. Salutare il Governo di Andrés Manuel López Obrador e il suo contributo all’unità dell’America Latina e dei Caraibi, in difesa dei principi di non intervento e di rispetto della sovranità.
22. Esprimere il nostro sostegno e la nostra solidarietà al Frente Amplio Uruguayo, che difende la continuità dei progressi compiuti negli ultimi tre decenni a favore del suo popolo.
23. Denunciare l’ingerenza dell’imperialismo negli affari interni dei paesi dell’Africa e del Medio Oriente, l’aggressione e le guerre scatenate sotto la cosiddetta crociata contro il terrorismo, per il controllo delle risorse naturali di quelle regioni. Rifiutare le misure economiche coercitive contro lo Zimbabwe
24. Sostenere la causa storica di lotta dei popoli saharawi e palestinese per il loro diritto all’autodeterminazione.
25. Chiedere la fine dell’intervento imperialista contro la Siria e il pieno rispetto della sua sovranità e integrità territoriale.
26. Accogliere con favore il processo di ravvicinamento e di dialogo intercoreano. Condannare le sanzioni unilaterali contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea.
27. Rifiutare ogni forma di discriminazione e violenza per ragioni di genere, colore della pelle, credo religioso, orientamento sessuale o qualsiasi altra manifestazione che minacci la dignità e l’integrità delle persone e fare appello alla solidarietà con i loro programmi di lotta; così come riconoscere il contributo dei movimenti femminili e femministi nei processi di emancipazione.
28. Difendere i diritti delle popolazioni indigene alla loro cultura, ai loro territori, tradizioni e costumi ancestrali. Esprimere il nostro sostegno alle comunità di origine africana e alle minoranze nella lotta per le loro rivendicazioni.
29. Riconoscere il protagonismo e l’impegno nella lotta dei giovani come fedeli seguaci dell’eredità emancipatrice e internazionalista dei nostri eroi.
30. Condannare energicamente l’attuale politica anti-immigrazione dei Governi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, nonché tutte le manifestazioni di fascismo, xenofobia e razzismo.
31. Denunciare l’attuale crociata maccartista del Governo degli Stati Uniti e la campagna anticomunista in corso in Europa.
32. Fare appello alla lotta mondiale per difendere le risorse naturali, la biodiversità, la sovranità e la sicurezza alimentare, la madre terra, le conquiste e i diritti sociali.
33. Rafforzare la risposta alla guerra culturale e simbolica il cui spazio di contestazione è la soggettività dell’essere umano, articolando la battaglia mediatica in Internet e sulle reti sociali digitali, alimentando le reti della verità contro l’offensiva dell’imperialismo neoliberista.
Quindi:
Ribadiamo l’importanza di progredire nella costruzione dell’unità antimperialista delle forze politiche di sinistra e dei movimenti sociali e popolari, nel rispetto della pluralità, della diversità e del diritto sovrano dei popoli di scegliere liberamente la loro forma di organizzazione politica, economica e sociale, convinti che l’unità sia l’unico modo per ottenere la vittoria nel confronto con il principale nemico dei popoli: l’imperialismo yankee e i suoi alleati.
Ringraziamo il popolo, il Governo dell’Isola della Libertà e dell’Unità e il Capitolo Cubano dei Movimenti Sociali per la loro ospitalità e per la loro immutabile solidarietà. Continueremo insieme a voi, impegnati con il vostro progetto sociale e nell’impegno a diffondere la verità su questa Rivoluzione invincibile.
Questo incontro riafferma la volontà di lotta dei nostri popoli e costituisce un formidabile stimolo a continuare in avanti, consapevoli che continueremo a resistere fino a quando non vinceremo.
Di fronte al piano disgregante dell’imperialismo e alla destra conservatrice, oligarchica e neoliberista, opponiamo il piano di integrazione, sovrano e di dignità dei nostri popoli. Uniamoci per rivendicare il nostro diritto allo sviluppo, alla vita e al futuro. L’unità antimperialista è la tattica e la strategia della vittoria.
Signori imperialisti, giù le mani da Cuba!
I popoli continuano nella lotta!
Fino alla vittoria, sempre!
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