Ci ha lasciato il compagno Eugenio Melandri, una vita dalla parte della pace e degli ultimi, un ricordo di Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena

Ci ha lasciato il compagno Eugenio Melandri, una vita dalla parte della pace e degli ultimi, un ricordo di Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena

Con infinita tristezza ho appreso poco fa la notizia della scomparsa del compagno Eugenio Melandri. Perdiamo una personalità di cristallina coerenza e grande generosità che ha dedicato la vita alla causa della pace e degli ultimi, alla lotta per un mondo più bello e più umano. Solo una settimana fa era tornato a celebrare messa dopo trenta anni di sospensione a divinis. In chiusura della celebrazione aveva tenuto a ribadire il significato del definirsi compagni e con mia sorpresa mi aveva chiesto di intervenire come segretario di Rifondazione Comunista. Era davvero felice di tornare sacerdote perché aveva vissuto la scelta militante che lo aveva condotto alla sospensione come coerente con il suo impegno di missionario. Eugenio è stato protagonista – da missionario e poi da parlamentare e da attivista – dei movimenti per la pace e la giustizia sociale, contro il traffico d’armi, lo sfruttamento del sud del mondo, per il disarmo unilaterale, l’obiezione di coscienza, contro il razzismo. Il miglior riconoscimento per una vita di impegno glielo ha riservato Papa Francesco quando incontrandolo pochi mesi fa gli disse “hai fatto bene”. A nome di tutte le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista dico grazie a Eugenio per aver percorso con noi una lunga strada con umiltà, generosità, disinteresse personale e esprimo il nostro cordoglio ai sui familiari e ai suoi fratelli saveriani.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
 Eugenio ci ha lasciato. Siamo più soli. Coloro che vengono “scartati” dalla globalizzazione liberista sono più soli. Eugenio ci ha lasciato dando a noi serenità sino all’ultimo. Era contento  Perché aveva incontrato papa Francesco. Perchè la Chiesa, dopo averlo vergognosamente spretato per 30 anni, senza comprendere che uno dei non molti sacerdoti che valorizzavano i dettami del Concilio e che inveravano le parabole evangeliche era lui, gli aveva permesso domenica scorsa, finalmente, di celebrare di nuovo la messa. I Saveriani vanno ringraziati per questa scelta di intelligenza e di umiltà. Eugenio era felice. Avvertiva di aver ricostruito la sua integrità culturale e umana. Eugenio si è detto sino all’ultimo secondo molto cristiano e molto comunista. E lo è stato davvero, con le opere quotidiane, con il suo vissuto.  Ci ha insegnato che i Vangeli e Il Capitale di Marx sono i due “breviari della rivoluzione”, come amava dire con la sua dolce ironia, che dissimulava la sua profonda convinzione. Eugenio è stato, oltre che un attivista rivoluzionario, uno splendido e preparato parlamentare europeo di Democrazia Proletaria. Ci spiegò che la pace non è solo assenza di guerra ma disarmo unilaterale. Ci spiegò, con il suo impegno in Africa, che la cooperazione internazionale non è una chiacchiera ma rapporti di popoli con popoli. Ci spiegò che la nostra società o sarà meticcia o sarà un bunker razzista. Lotteremo anche con lui e per lui. Siamo solo contenti perché sappiamo che ci guardi e aiuti da lassù, dal tuo Paradiso
Giovanni Russo Spena

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