
Prescrizione: la casta governativa continua a garantirsi impunità
Pubblicato il 17 mar 2017
di Maurizio Acerbo*
Il voto sulla decadenza del senatore Minzolini, condannato per peculato e non per esercizio delle sue prerogative di parlamentare, mostra per l’ennesima volta che nel nostro paese c’è uno schieramento trasversale e bipartisan che dal 1992 lavora per garantire l’impunità di fatto alla classe dirigente. Il regalo indiretto a Berlusconi, che incassa un argomento in più da usare presso la giustizia europea per rientrare in gioco alle prossime elezioni, rappresenta la conferma che il miglior alleato del cavaliere rimane l’ex-centrosinistra con cui ha condiviso tutte le scelte di fondo. Si tratta di uno dei tanti episodi di una lunga storia e neanche dei più gravi ma dà la misura di uno stile e di un atteggiamento. La “casta governativa” (espressione che usava Antonio Gramsci) fa soltanto finta di combattere la corruzione sistemica che caratterizza negativamente il nostro paese. Lo dimostra anche la vicenda delle nuove norme sulla prescrizione approvate in Senato che sono una schifezza come il voto su Minzolini. Un pannicello caldo per far credere che si sta facendo qualcosa mentre in realtà non si intende colpire una patologia rigorosamente bipartisan. Non vale la logica del piccolo passo avanti che ci viene contrabbandata dal governo. Se il PD voleva in parlamento ci sono forze di opposizione disponibili a votare norme più serie. Se non lo si fa non ci sono alibi. Basta leggere le cronache giudiziarie delle infinite inchieste sul malaffare politico-amministrativo-
* segreteria nazionale PRC-Se
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