
Solidarietà con la Grecia: la necessità e l’urgenza si struttura
Pubblicato il 15 mar 2016
di Monica Sgherri
Ci siamo, ma il momento drammatico che il Grecia stiamo vivendo ci impone di fare di più: la raccolta di fondi realizzata da Rifondazione Comunista in adesione alla campagna Solidarity4all è stata consegnata a fine di gennaio al Centro Solidarietà del Pireo, un sistema di ambulatori e realtà sociali sostenuto da diverse associazioni di solidarietà di Atene, che con una loro autonomia gestionale fanno riferimento a proprio a Solidarity4all.
L’occasione è stata quella di una serie di incontri ad Atene il 21 e 22 gennaio a cui ha partecipato una folta delegazione di compagne e compagni di Rifondazione Comunista, del circolo Arci La Poderosa di Torino e dell’Associazione Italia Grecia di Cuneo. La delegazione italiana ha così potuto visitare i vari ambulatori e conoscere tutte le attività che vi vengono svolte, tutte realizzate esclusivamente con il volontariato e la raccolta di fondi privati.
Il sistema di solidarietà è una realtà viva e vivace che svolge la sua attività nella zona demograficamente più densa della Grecia. Il Centro di solidarietà è impegnato in moltissime attività di raccolta per le famiglie, (cibo, vestiti scuola cultura e tempo libero); il centro di Piazza Vittoria altresì concentrato sui bisogni dei rifugiati in transito, gli ambulatori e dispensari di “Nea Smirne”.
Da notare che al Pireo si aiutano, e non da ora, anche i migranti che arrivano da Lesbo. A riprova che chiusura e razzismo non sono l’unica scelta: alla scarsità si può rispondere con la solidarietà.
Le/i compagne/i di Torino, Cuneo e Ivrea lavoravano da mesi a questo progetto e l’incontro di gennaio è stato finalizzato per fare un passo in più e per dare vita al gemellaggio, ossia all’ impegno a sostenere tutte le attività con un contributo economico.
Questo il contesto più convincente per devolvere la raccolta di fondi che abbiamo realizzato.
In breve sono stati consegnati 3.200 euro (2.500 Rc nazionale, 500 Italia Grecia di Cuneo, 200 Rc Torino) certo un importo complessivamente modesto ma rispetto al quale bisogna tener conto delle varie difficoltà che ci sono state. La prima è indubbiamente la difficoltà e l’onerosità di far arrivare una raccolta di beni “materiali”, raccolta per altro sicuramente più facile da realizzare perché emotivamente più coinvolgente. Pertanto si è poi optato di convergere su una raccolta di fondi. Qui luci – da incrementare – e ombre – da superare: si è potuto verificare da una parte la generosità del partito, che promuove in tanti luoghi cene e dibattiti finalizzati alla solidarietà, ma che troppo spesso devolve poi la propria raccolta all’ultima emergenza temporalmente determinatasi.
Da qui un insegnamento e la necessità di una più radicata consapevolezza: cioè che l’emergenza sociale non è mai cessata in Grecia e oggi diventata anche emergenza umanitaria. Un effetto moltiplicatore che deve chiamarci tutti a una risposta celere e generalizzata.
Emergenza sociale che ci parla di vecchi e nuovi poveri perché hanno perso il lavoro, delle persone che ancora non godono di assistenza sanitaria per le riforme fatte dai governi precedenti, nonostante che l’esecutivo Tsipras progressivamente stia riallargando la copertura sanitaria anche a questa fascia di popolazione.
Emergenza umanitaria perché in un paese più povero dell’Italia, e demograficamente sei volte più piccolo si concentrano centinaia di migliaia di migranti e la chiusura delle frontiere dei paesi confinanti la Grecia blocca i profughi nelle isole e, sempre di più, non solo. E i profughi hanno bisogno di tutto: dai generi di prima necessità (indumenti, igiene personale), cure mediche -perché spesso si sono ammalati- , generi alimentari, ecc.
E’ evidente che vi è necessità di un cambiamento profondo di rotta, di abbattere i muri materiali ( filo spinato) e politici che si stanno alzando alle frontiere per far posto velocemente a politiche di accoglienza effettivamente e concretamente condivise ( e con relativa redistribuzione degli impegni) fra tutti gli stati membri, perché la crisi umanitaria ora in Grecia non può (non è fattibile concretamente e non è giusto) essere gestita in totale solitudine. L’emergenza profughi non può riguardare i soli paesi interessati dai flussi migratori ma chiede responsabilità e pesi condivisi tra tutti i paesi della comunità europea.
Da qui una doppia consapevolezza, dell’importanza e del limite: per noi la somma complessiva raccolta – e poi devoluta al Sistema di Solidarietà del Pireo – non è stata all’altezza di quello che il partito poteva e può realizzare, altresì il contributo è stato invece importante e prezioso per i destinatari. Convince soprattutto sostenere la scelta coraggiosa che i compagni di Cuneo e Torino hanno fatto, ossia quello di un sostegno economico costante come contributo alle attività che vengono svolte al “Pireo”, parallelamente allo scambio e crescita di progetti comuni.
Per il partito della Rifondazione Comunista questa scelta rappresenta un salto di qualità sostanziale dove il partito non si misura solamente sulla spinta emotiva ma cerca di realizzare un impegno costante nel tempo e cerca soprattutto di crescere e maturare con le pratiche che realizza. Collaborare al progetto delle/i compagne/i può essere decisivo per misurarsi con l’obiettivo di costruire concretamente quel partito sociale e le sue pratiche che diciamo voler realizzare ma che poi trova difficoltà concrete nel farlo. Un insegnamento che non parla quindi al futuro solidale altrui, ma in primis anche al nostro essere e divenire.
Per far crescere questo progetto di gemellaggio con le realtà sociali del Pireo e soprattutto per allargare l a partecipazione, la conoscenza e lo scambio di esperienze che si realizzano ed infine, ma non ultimo, per partecipare attivamente alla realizzazione di quel impegno economico da assicurare, rivolgersi a piemontepireo@yahoo.it
Tutto ciò perché è ancora di più il momento di dare gambe e ali a quell’agire localmente( qui, il partito tutto in ogni sua realtà - lì, nelle isole, nei paesi e nelle città della Grecia) per pensare globalmente: ne va della concretezza dell’idea di futuro che vogliamo dare, non solo all’Italia o alla Grecia, ma all’essenza stessa dell’Europa. Un Europa che è solo se costruisce ponti e non muri. E questo non tanto e non solo per restare europei, ma per – concretamente – restare umani. Questo il contributo che il PRC può e deve rafforzare e generalizzare, se vuole effettivamente essere una comunità sociale. Magari una goccia nel mare, ma preziosa nel contrastare quel mare di naufragi e tragedie che parla e riguarda tutti.
Monica Sgherri, responsabile partito sociale PRC-SE
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