In memoria di Yasser Arafat
Pubblicato il 11 nov 2015
Pubblichiamo il messaggio dell’Ambasciata di Palestina in memoria di Yasser Arafat e ci associamo a tutto il suo popolo nel ricordo. L’ambasciata, come la vedova e il capo della commissione d’inchiesta palestinese Tawfik Tirawi, rilanciano accuse a Israele di aver avvelenato Arafat.
Oggi 11 novembre 2015 é l’undicesimo anniversario della scomparsa del simbolo e leader storico del popolo palestinese, Yasser Arafat. Il leader che ha guidato il popolo palestinese in lotta per i suoi legittimi diritti per piu di 40 anni.
Yasser Arafat firmò gli accordi di Oslo e Washington con il premier israeliano Isaac Rabin, dando la speranza al popolo palestinese e a tutto il mondo della possibilità di arrivare ad una soluzione giusta della questione palestinese.
Due leader che vengono assassinati dagli israeliani: Isaac Rabin, ucciso da un estremista israeliano e Yasser Arafat avvelenato per volontà del govemo israeliano.
Gli assassini credevano che con l’uccisione di Arafat potevano fermare la lotta del nostro popolo, ma gli ideali e gli insegnamenti di Arafat sono vivi più che mai e il popolo palestinese continuerà la sua lotta sulla strada del suo simbolo, fino alla realizzazione dello State di Palestina sui territori palestinesi occupati nel 1967.
La rivolta popolare in Palestina, nonostante la macchina di repressione israeliana che ha causato fino ad oggi più di 80 morti tra cui più di 15 minorenni, molti di loro uccisi a sangue freddo, è la chiara dimostrazione che il nostro popolo è deciso di andare avanti con la sua lotta fino alla completa libertà ed indipendenza.
Roma, 11 Novembre 2015
Stato di Palestina
Ambasciata di Palestina
Roma Italia
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Morte Arafat: Tirawi, sveleremo responsabilità Israele
(ANSAmed) – RAMALLAH, 11 NOV – A 11 anni dalla morte di Yasser Arafat, il capo della commissione d’inchiesta palestinese sulla scomparsa del Rais, Tawfik Tirawi, e la vedova del leader, Suha, sono tornati all’attacco sulle cause del decesso.
“Prossimamente – ha detto all’ANSA Tirawi – sveleremo le prove che dimostrano l’assassinio. Israele è responsabile”. Suha Arafat invece in un’intervista citata dalla Maan si è detta pronta a portare il caso alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja nel caso il suo appello presso il tribunale francese sia rigettato.
Nell’intervista, riportata dalla Maan, Suha ha poi dichiarato che negli ultimi anni Arafat “leggeva spesso il Corano quando si recava in ospedale per la terapia” e che “purtroppo nemmeno 50 dottori seppero trovare le cause della sua malattia”. Poi ha aggiunto che “fu il polonio che distrusse tutte le cellule del suo corpo e del cervello”.
Arafat morì nel 2004 nell’ospedale militare di Percy, vicino a Parigi, all’età di 75 anni. Nel 2013, tre gruppi di esperti – svizzeri, russi e francesi – hanno avuto il permesso di riesumare per poche ore il corpo del rais palestinese, sepolto in un mausoleo a Ramallah, per appurare se questi fosse stato avvelenato dal polonio 210, come sostenuto da un gruppo di dottori di Losanna dopo aver esaminato gli effetti personali di Arafat rimasti nell’ospedale di Percy.
Nel settembre di quest’anno, la corte francese di Nanterre interpellata da Suha Arafat, ha stabilito che “non è stato dimostrato che Arafat sia stato ucciso da polonio”. (ANSAmed).