
Caccia al proporzionale
Pubblicato il 5 dic 2013
di Romina Velchi – liberazione.it – Vedrete come si sbrigheranno adesso a riscrivere la legge elettorale: la sola idea di avere tra i piedi un modello proporzionale puro gli fa venire l’orticaria. Perché, in assenza di interventi dei partiti, è questo l’effetto della sentenza di ieri della Corte costituzionale: avendo tolto l’obbrobrio del premio di maggioranza, quel che resta del porcellum è, appunto, una legge interamente proporzionale. Vorrebbe dire affossare il bipolarismo (all’italiana, cioè farlocco); dire addio al presidenzialismo; ridare fiato alle istanze minori, a quelli cioè che non si riconoscono né nel centrosinistra né nel centrodestra, che non vogliono essere alleati né di questo né di quello e sono dunque tagliati fuori dalla rappresentanza politica. C’è perciò da scommettere che ora i partiti si daranno un gran da fare. Fior di commentatori e politologi già dicono che non si può tornare indietro, alla Prima Repubblica; che ci vuole la governabilità e la stabilità e dunque serve una legge che permetta subito la nascita di un governo. E pazienza se sono le stesse motivazioni con cui hanno finora introdotto modifiche al sistema di voto senza mai raggiungere l’obiettivo. Ora c’è la crisi; ce lo chiede l’Europa; ecc. ecc.
In realtà lo pretenderà Matteo Renzi, al quale la sentenza della Consulta ha fatto un bel dispetto: lui che ha fatto tanta fatica per arrivare dove sta per arrivare, con l’obiettivo più ambizioso di entrare quanto prima a Palazzo Chigi, ora si trova la strada sbarrata: senza un sistema elettorale maggioritario e bipolare, tutto il suo programma va a farsi benedire. E se voleva andare presto a votare, ora dovrebbe farlo con una legge elettorale proporzionale così come riscritta dai giudici costituzionali. Il contrario di quello che gli serve.
Alla Camera già si stanno preparando. Dopo la brutta figura dei colleghi del Senato, che avevano preteso che l’iter della riforma elettorale fosse assegnato a loro «con urgenza» (ma era prima dell’estate!), tocca ora a Montecitorio, dove il Pd ha la maggioranza dei voti e una nuova legge elettorale potrebbe persino farsela da solo.
Dunque, vedrete come si sbrigheranno. O forse no. Perché si sa che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Se al sindaco di Firenze conviene un sistema maggioritario, non così, per esempio, ad Alfano o a Casini e ai centristi in generale; cioè a tutti quelli che ancora sperano di far nascere un terzo polo, nel quale far entrare tutti i moderati. Tutto sommato non conviene nemmeno a Grillo, che infatti chiede il ritorno al mattarellum, cioè alla legge precedente. Che è, il mattarellum, il minimo comun denominatore che tiene unito il Pd, che sulla legge elettorale ha due se non tre linee diverse.
E Letta? Il presidente del consiglio per ora ringrazia la Corte costituzionale, che ha reso il suo governo un po’ meno precario, disinnescando la bomba Renzi (per ora). Ma anche per lui la strada è disseminata di ostacoli. Da una parte Renzi che spinge in un senso; dall’altra il suo miglior “alleato”, che però è anche una spina nel fianco: quell’Alfano che, dopo la scissione dal Pdl e l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza, detiene la “golden share” del governo al Senato.
Con il che si capisce che le distanze, tra e dentro i partiti, restano e sono profonde; tali che finora nemmeno i reiterati moniti di Napolitano sono riusciti a smuovere. Riusciranno a mettersi d’accordo pur di non andare a votare con una legge elettorale proporzionale? Dipenderà da quale interesse prevarrà (che in ogni caso non sarà quello della collettività).
«Le reazioni delle forze politiche alla sentenza della Consulta sono aberranti – commenta non a caso Paolo Ferrero – Ripropongono leggi maggioritarie come se la sentenza non ci fosse stata. Al contrario, la sentenza della Consulta, nel bocciare il Porcellum, boccia proprio il maggioritario. È quindi da considerare incostituzionale ogni legge che non sia proporzionale e che non dia ai cittadini la facoltà di scegliere i propri deputati. Dopo questa sentenza – conclude il segretario del Prc – proporre di fare il doppio turno sui collegi come fa Renzi o riproporre il Mattarellum, come fa Grillo, è una vera e propria azione eversiva che viola la sentenza della Consulta e si pone al di fuori della Costituzione».
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