Sardegna, la denuncia degli ambientalisti: «Stop al piano paesaggistico»

Sardegna, la denuncia degli ambientalisti: «Stop al piano paesaggistico»

liberazione.it – Il giorno dopo la catastrofe, la Sardegna piange i suoi morti e conta i danni. Ma, avvertono gli ambientalisti, potrebbe non essere l’ultima volta. Anzi. La tragedia che ha colpito l’isola potrebbe non solo ripetersi, ma farlo in forme ancora più pesanti. E’ un’accusa molto circostanziata quella che Legambiente, Wwf e Fai rivolgono alla giunta di centrodestra: il progetto di revisione del piano paesaggistico regionale che la Regione guidata da Ugo Cappellacci sta portando avanti va assolutamente fermato.
Le associazioni ambientaliste ricordano come pochi giorni prima che i nubifragi colpissero il territorio sardo, la giunta regionale  ha proceduto alla «approvazione provvisoria e preliminare» dell’Aggiornamento e revisione del Ppr del 2006, un documento che, manco a dirlo, apre la strada a nuove colate di cemento. Esattamente il contrario di quello che andrebbe fatto per evitare il ripetersi di sciagure come questa. «Un primo esame della documentazione, complessa e ponderosa, conferma il quadro preoccupante sulle prospettive del Piano paesaggistico sardo che avevamo espresso all’atto dell’annuncio. Infatti siamo in presenza non di una revisione ed aggiornamento ma sostanzialmente di un nuovo Piano paesaggistico regionale, soprattutto nella parte normativa, che stravolge il Ppr del 2006». Quello, per intendersi voluto dall’allora governatore Renato Soru proprio per fermare la speculazione edilizia, come sottolinea Legambiente (e che di fatto è costato la poltrona all’ex patron di Tiscali, mollato anche dal suo partito: il Pd). «Praticamente – sottolinea l’associazione – si travalicano le indicazioni contenute nel codice del paesaggio per le operazioni di mero aggiornamento e dal momento che il Ppr era stato condiviso con il Mibac dal 2007 tutte le operazioni di aggiornamento devono essere svolte in co-pianificazione. In sostanza siamo in presenza di un nuovo Ppr che può creare solo illusioni e confusione dal momento che appare rivolto a creare aspettative edificatorie e sospendere di fatto le procedure di approvazione dei Piani urbanistici comunali». Una sorta di «cavallo di Troia», spiega Legambiente, attraverso il quale aprire la strada a nuove colate di cemento sulla Sardegna. «In sostanza – spiega ancora l’associazione – invece di proporre ai comuni di completare il loro iter pianificatorio si consente in via transitoria, prima della redazione del Puc, anche di realizzare lottizzazioni bloccate da oltre 10 anni e la possibilità di realizzare in tutte le aree, compresa la fascia costiera, ampliamenti del 15%. Una prima conseguenza sarà la sospensione della attività pianificatoria dei comuni. In pratica verrebbe consentita la potenziale emersione di potenzialità edificatorie che nel 2003 era stato valutata in circa 15 milioni di metri cubi».
Anche Fondo Ambiente Italiano e Wwf Italia mettono all’indice il Ppr regionale. «La recente revisione del piano paesaggistico regionale, adottata dalla Giunta Cappellacci, smantellando il complesso sistema di tutele del territorio, soprattutto dell’area costiera e dei corsi d’acqua già ampiamente interessati dall’alluvione, aumenterà la fragilità dell’isola», denunciano le due organizzazioni che chiedono al ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Massimo Bray non solo di «bloccare l’irrituale e irregolare approvazione preliminare del Piano paesistico della Sardegna compiuta lo scorso 25 ottobre dalla Giunta Cappellacci», ma anche di «riattivare l’Osservatorio sul Paesaggio», che dal 2008 non è stato più riunito.


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