
«Via i governi dell’austerità dall’Italia e dall’Europa»
Pubblicato il 19 ott 2013
«Via i governi dell’austerità dall’Italia e dall’Europa». Dietro a questo striscione hanno sfilato ieri a Roma oltre 50mila lavoratori che hanno aderito allo sciopero indetto dal sindacalismo di base contro i tagli della legge di stabilità. Le bandiere sono quelle di Cobas, Usb, Cub, della galassia del sindacalismo non concertativo e della sinistra di alternativa. In solidarietà con le vittime del canale di Sicilia e in rappresentanza di uno spezzone sociale cruciale sono i migranti a sfilare subito dietro la testa. Ma è massiccia anche la presenza di vigili del fuoco Usb, lavoratori Telecom, cooperative sociali, lo spezzone del lavoro privato dell’Usb e, ancora, della Confederazione Cobas, molto presente nella scuola, seguita da “Abitare nella crisi”, il cartello dei movimenti per il diritto alla casa. E ancora i collettivi studenteschi, un radicamento visibile dell’Usb nel pubblico impiego e, a chiudere, le organizzazioni politiche, Rifondazione comunista soprattutto ma anche Sinistra anticapitalista e il Pcl. «Questo è il nostro programma politico, unire l’opposizione, costruire un dialogo tra le varie anime e impedire qualsiasi rottura tra “buoni” e “cattivi” – spiega Paolo Ferrero in marcia con i lavoratori – C’è bisogno di una sinistra in grado di rompere il meccanismo bipolare che, invece, ha fatto presa su chi pensa che ci sia spazio solo per provare a influenzare il Pd». Mentre il corteo percorre le vie del centro, dall’altoparlante vengono scanditi slogan per il lavoro, per l’accoglienza dei rifugiati, per chiedere l’abolizione della Bossi-Fini, che «sono qui in Italia per lavorare e per morire a Lampedusa». Il corteo sfila per quasi due ore e, dopo, una marea di tonalità di rosso si chiude con il blu delle bandiere del movimento per l’acqua. Piazza San Giovanni è pressoché piena ma già si guarda a oggi quando i Cobas sfileranno di nuovo accanto ai NoTav: «Sarà importante perché non sarà il corteo dei No Tav ma quello in cui si uniscono le lotte. E noi ci siamo», dice Nicoletta Dosio. La giornata si chiude con tende, gazebo, speaker corner e un concerto: «Ora ci accampiamo qua!», grida al microfono Pierpaolo Leonardi dell’Usb.
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