
Letta: La Bossi-Fini io l’abolirei…ma non posso
Pubblicato il 14 ott 2013
di Dino Greco – liberazione.it - L’Italia darà il via ad una missione “militare-umanitaria” per pattugliare il Mediterraneo dal mare e dal cielo, nella speranza di evitare il ripetersi di tragedie come quelle di questi giorni. Ne ha dato l’annuncio Enrico Letta – durante un dibattito pubblico con il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz al ‘Festival delle Idee’ organizzato da Repubblica a Mestre. Dunque il premier mette in secondo piano le parole sulla necessità di superare la Bossi-Fini che lui, “da politico” e non solo “da cittadino”, cambierebbe subito. Insieme al reato di immigrazione clandestina che – udite udite – dice di non aver mai “condiviso”, perché si tratterebbe di una misura non più idonea ad affrontare la nuova immigrazione fatta per lo più di rifugiati e richiedenti asilo. Ma non lo farà, poveretto, perché è anche consapevole del ‘no’ del Pdl e che non sarà facile arrivare ad una posizione comune. Sono le “normali” contraddizioni delle ‘grandi intese’, ammette sconsolato, dicendosi tuttavia certo che su una cosa il governo non sarà bloccato dai veti incrociati: sulla necessità di varare nuove norme sul diritto d’asilo. Poi ci racconta di “avere ancora negli occhi le immagini delle bare allineate nell’hangar di Lampedusa”. Ma tutta la commozione si risolve nella decisione di intensificare il pattugliamento, nel mare e nei cieli, per tentare di intercettare le bagnarole straripanti di migranti prima che colino a picco. Ci dice anche, il presidente del Consiglio, che questo impiego di forze della marina e dell’aviazione militare costerà assai. Non si capisce però – oppure si capisce fin troppo bene – perché queste risorse non vengono impiegate per aprire quel corridoio umanitario che permetterebbe di traghettare in sicurezza le persone che si mettono nelle mani degli scafisti rischiando – e spesso perdendo – la vita durante la traversata del canale di Sicilia. Insomma, l’emergenza c’è, di fronte all’enormità della strage, ma…fino a un certo punto. Allora Letta la butta in diplomazia: “Servono partenariati come quelli stretti con la Tunisia, anche con la Siria e la Libia. Sul piano politico condanna quei partiti che hanno fatto “fortuna” sula paura degli immigrati”. Ma chi si è davvero sottratto al ricatto elettorale che ha sino ad oggi impedito di mettere mano alla vergognosa legislazione italiana in materia di immigrazione? Letta pare capire: se si chiudono “mille persone in condizioni disumane” – commenta stizzito – è facile che esplodano tensioni e con esse l’intolleranza”. E allora? Da che parte si afferra il toro? Per le corna o per la coda? Per ora, pare, da nessuna parte.
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