La scelta “laica” di Joseph Ratzinger

La scelta “laica” di Joseph Ratzinger

di Franco Frediani -
L’argomento del giorno, e sicuramente quello destinato a durare a lungo nella discussione dei prossimi mesi, è quello dell’annunciato abbandono del pontificato da parte di Joseph Ratzinger. C’è un vero stuolo di esperti vaticanisti che si stanno sbizzarrendo sul fatto, e non è certamente facile addentrarsi sul “tema”. Tuttavia la politica non può esimersi dal riflettere su questo “avvenimento”, tanto meno una Forza di sinistra. Il primo dato che non si può fare a meno di mettere in evidenza, è rappresentato probabilmente da quella che potrebbe essere un vero e proprio inizio di un cambiamento, di una percezione nuova da parte di tutti, credenti o meno. Il gesto di Benedetto XVI è un atto comprensibile, giusto e umano, ma inusuale per la storia religiosa e per la filosofia Cattolica. Non possono passare inosservate le parole del Cardinale di Cracovia Stanislaw Dziwisz, stretto collaboratore di Giovanni Paolo II fino alla sua morte nell’aprile 2005: “Papa Wojtyla decise di restare sul Soglio pontificio fino alla fine della sua vita perché riteneva che “dalla croce non si scende”. Pur mostrando ovvia comprensione per la decisione di Ratzinger, l’ex segretario personale di Giovanni Paolo II pone indubbiamente delle domande aperte ad altrettante riflessioni. E’ un atto che può essere definito laico, e che indubbiamente spinge la stessa Chiesa di Roma verso una maggiore umanizzazione. Il Pontefice, capo supremo della Chiesa Cattolica, torna ad essere visto e percepito come una Persona. Si tratta di un particolare ristretto alla sola figura del Papa? Questo è il punto! Esiste una realtà fatta di uomini e donne, di vita reale, di eventi umani e terreni, che non può non essere inquadrata fuori da un contesto umano. Non vogliamo essere fraintesi e ripetiamo tutta la nostra comprensione per l’Uomo che ha ricoperto fino ad oggi il ruolo di Capo della Chiesa. Altrettanto deve valere il rispetto per il Credo religioso. Il rischio di aprire una sorta di polemica, o di diatriba, è alto, ma vale la pena di affrontarlo. Ci sentiamo in questo caso più vicini alla “LAICA” decisione di Benedetto XVI piuttosto che alla “posizione” del Cardinale di Cracovia. La sofferenza non può essere vista come un valore da difendere. Questo apre una riflessione che non può davvero iniziare e finire in questo contesto. Si estende però alle molteplici questioni aperte, che hanno visto la stessa Chiesa usare un metodo interpretativo che pende più dalla parte dell’accettazione di postulati lontani dal vivere reale delle Persone. In poche parole riguarda l’autonomia dell’individuo e la libertà stessa della Persona, che spesso viene soffocata o condizionata da principi e dogmi riconducibili ad atti di Fede. In quest’ottica, e probabilmente neppure volendo farlo consapevolmente, Joseph Ratzinger ha aperto una strada nuova. La scelta del Papa può avere ripercussioni anche a livello politico e sociale? La risposta è ovviamente personale, ma non fuori luogo. Indubbiamente in tutto questo c’è un’involontaria apertura a qualcosa di “maggiormente interpretabile”. Se questo possa avere una ricaduta sull’esito di una consultazione elettorale è difficile a dirsi… Non è tuttavia ipotizzabile un riscontro immediato, quanto semmai nel tempo. Forse il legame maggiore che la riflessione posta sopra tende a mettere in evidenza, potrebbe essere l’eccessiva attenzione che da ogni parte viene data all’avvenimento. Da qui a vederci una ricaduta negativa è comunque avveniristico quanto improbabile.


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