
Bersani al Sole24 Ore.com: «Noi e Monti unica area di governabilità»
Pubblicato il 11 feb 2013
di Emilia Patta
TORINO. Annunci strabilianti sul lavoro in questo tour piemontese del week end? «Ma guardi io sono convinto che a forza di promesse e favole mirabolanti la gente si è stufata. Prima la restituzione dell’Imu, poi i quattro milioni di posti di lavoro… Sembra una corsa a chi la spara più grossa. Noi restiamo cauti». Pier Luigi Bersani, a Fiumicino, sta per prendere il volo per Malpensa e in serata sarà a Torino per partecipare all’incontro di due giorni con i progressisti europei.
Il segretario del Pd appare ottimista. Fa notare che le tante promesse lasciano il tempo che trovano mentre le idee buone (e cita i bond per ripagare i debiti della Pa verso le imprese, progetto subito apprezzato dal direttore generale di Confindustria Marcella Panucci) mettono radici e danno frutti. Ha appena letto i risultati del sondaggio di Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore che danno una distanza di quasi 7 punti tra il suo centrosinistra e il centrodestra di Silvio Berlusconi.
La rimonta c’è, certo, ma il sorpasso di cui parla il Cavaliere appare ancora un miraggio. «Per me la rimonta non è una sorpresa, stiamo parlando di un partito che era al 35 per cento e di colpo era sceso al 18… Chiaro che c’è tutta una fetta di elettorato di centrodestra deluso che con l’inasprirsi della campagna elettorale e a forza di sentir parlare di comunisti è tornato». Insomma, un recupero fisiologico quello di Berlusconi, ma che mai arriverà al sorpasso.
Piuttosto Bersani sembra preoccupato da Grillo. «Questa storia del Movimento 5 Stelle in calo mi sembrava strana e non ci ho mai creduto, non è che se non se ne parla Grillo scompare». E un successo più ampio del previsto di M5S alle urne potrebbe anche spostare qualche regione. Gli occhi sono puntati sulla Lombardia e la Sicilia, dove i giochi sembrano ancora aperti. Ecco, c’è appunto il problema del Senato, lì è molto probabile che il centrosinistra non ce la faccia da solo a prendere la maggioranza. Una situazione che ricorda molto da vicino il 2006, con il Cavaliere in sorprendente rimonta fino a consegnare a Romani Prodi un Senato ingovernabile senza i voti dei senatori a vita. «Ma allora – nota Bersani – dall’altra parte c’era solo Berlusconi. Ora c’è un centro moderato di qualche consistenza».
da Ilsole24ore.com
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