
Ilva, Bondi: I tumori colpa delle sigarette. Prc: vada via!
Pubblicato il 15 lug 2013
“È erroneo e fuorviante attribuire gli eccessi di patologie croniche oggi a Taranto a esposizioni occupazionali e ambientali occorse negli ultimi due decenni”. Sono le parole di Enrico Bondi, commissario straordinario ed ex amministratore delegato dell’azienda dei Riva, che nega così le responsabilità dell’Ilva sulla drammatica situazione sanitaria a Taranto. Secondo Bondi l’Ilva non ha colpe, perché i fattori responsabili per le malattie e i decessi per tumore a Taranto sarebbero altri: “Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”.
Insomma, mentre i periti dell’autorità giudiziaria trovano un nesso tra malattie gravi e inquinamento dell’Ilva, Bondi, in una lettera inviata alla presidenza della Regione Puglia e alle autorità sanitarie pugliesi, fra cui le Agenzie regionali Arpa e Ares, contesta questo collegamento e contesta anche la legge regionale sulla Valutazione del danno sanitario voluta dalla Puglia per misurare il riflesso delle emissioni nocive sulla salute della popolazione esposta.
“I dati di mortalità per tumori nello studio ‘Sentieri’ – si legge nel documento – si riferiscono al periodo 2003-2009. L’incidenza e la mortalità per tumori riflette esposizioni che risalgono a un lontano passato. I tumori al polmone hanno una latenza di 30-40 anni, e riflettono quindi essenzialmente esposizioni dagli anni ’60 e ’70, o precedenti. A tale proposito – chiariscono gli esperti del commissario Bondi – è noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alto rispetto ad altre aree del Sud”. Della serie prendetevela con i contrabbandieri e lasciate in pace l’Ilva perché “l’enfasi sul possibile ruolo dell’impianto siderurgico sulla mortalità a Taranto sembra essere un effetto della pressione mediatico-giudiziaria, ma non ha giustificazioni scientifiche”.
Rifondazione Comunista di Taranto chiede al Consiglio comunale della città “quale organo rappresentante la comunità offesa dalle parole dell’attuale commissario, di esprimersi attraverso un ordine del giorno che chieda al governo la sostituzione di Enrico Bondi con una personalità più adeguata a svolgere il ruolo tanto delicato che il decreto 61 del 2013 gli ha riconosciuto”.
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, chiede la revoca dell’incarico per il commissario straordinario: «i “chiarimenti” chiesti dal ministro Orlando non hanno senso: data la gravità delle dichiarazioni Bondi va licenziato, gli venga subito revocato l’incarico, certamente non può essere lui il commissario per l’Ilva. Bisognerebbe chiedere scusa ai cittadini di Taranto, ai famigliari delle persone che si sono ammalate di tumore a causa dell’inquinamento.
L’Ilva va nazionalizzata: solo l’intervento dello Stato può garantire il rispetto dell’ambiente e la tutela dell’occupazione».
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