
Pieno appoggio alla lotta dei lavoratori Indesit
Pubblicato il 12 lug 2013
Rifondazione comunista a fianco dei lavoratori della Indesit di Fabriano che hanno manifestato e indetto lo sciopero generale contro il piano di licenziamenti previsto dall’azienda. «La mobilitazione contro questo scempio – ha dichiarato Paolo Ferrero in una nota – deve continuare. Chiediamo che le istituzioni, governo e regione, intervengano contro il piano dell’azienda e per tutelare l’occupazione e i lavoratori: è indecente che si permetta alle aziende di delocalizzare la produzione e smantellare siti produttivi senza che lo Stato batta ciglio!». Contrati al piano dell’azienda anche i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista, Massimo Rossi e Gabriele Illuminati, che in un comunicato congiunto con Idv e Sel, hanno dichiarato: «L’ennesimo colpo che si intende assestare all’assetto produttivo marchigiano e nazionale, con drastici tagli occupazionali annunciati alla INDESIT, si inserisce nel quadro della generale distruzione in atto dell’intero sistema industriale italiano e rappresenta il “de profundis” del tanto decantato “modello marchigiano”, non più conveniente per il padronato ai fini della massimizzazione dei profitti in una fase di liberalizzazione selvaggia come quella attuale. Ora si getta definitivamente quella maschera dal volto umano e paternalistico che oltre a generare le fortune economiche e finanziarie della famiglia Merloni, ha prodotto anche le fortune politiche dei suoi componenti come ad esempio la signora Maria Paola Merloni e dei suoi uomini di punta come ad esempio il presidente Spacca e l’assessore regionale Viventi. Ma è ora di dire con forza che questa devastazione non è originata da una sorta di calamità naturale o da un destino cinico e baro. E’ in realtà generata da precise responsabilità materiali e politiche. Responsabilità che sono riconducibili ad individui, forze e componenti politiche ben identificabili. Forze politiche di centro destra e di centro sinistra che, superando finalmente ogni residua ipocrisia, oggi governano insieme questo Paese, prima attraverso il governo Monti, ora con il governo Letta-Alfano. Una convergenza che esplicita la sostanziale condivisione dei cosiddetti “fondamentali” del modello socio economico liberista vigente quello che assegna la “sovranità ai mercati”. Componenti politiche che negli ultimi decenni, senza soluzione di continuità hanno contribuito a livello nazionale, europeo ed internazionale, attraverso Capi di Governo, Ministri e Parlamentari, a modellare quel sistema di regole che consente la libera circolazione dei capitali, la delocalizzazione industriale indiscriminata, la speculazione finanziaria ai danni dell’economie locali e dei popoli. Quel sistema che proprio attraverso il ricatto della delocalizzazione industriale ha compresso diritti e salari dei lavoratori al punto da determinare quell’impoverimento all’origine dell’attuale crisi economica strutturale generata, appunto, dalla caduta della domanda aggregata e dalla conseguente recessione».
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