Cultura. Anche Rifondazione Comunista vuole tutt’altro

Cultura. Anche Rifondazione Comunista vuole tutt’altro

Rifondazione comunista sostiene la lotta dei lavoratori dell’arte e della cultura che a Roma hanno occupato l’ex Circolo degli Artisti e che stanno dando vita a un movimento nazionale contro le politiche di questo governo nei settori della produzione artistica e culturale. Un governo che sta tentando in tutti i modi e con tutti i mezzi di mettere a tacere qualsiasi forma di pensiero critico – nella cultura, nelle scuole, nelle università, nell’informazione, nella comunicazione – e di criminalizzare ogni forma di opposizione politica, sociale e culturale a quello che assomiglia sempre più a una forma di regime.

E per quanto riguarda la produzione artistica e culturale si serve di leggi approvate sotto i precedenti governi e in particolare sotto il ministero di Franceschini, che ha mercificato quello che non si poteva mercificare, cioè il diritto alla cultura e alla formazione. Perché non si tratta solo di quantità di finanziamenti, ma dei criteri che ne stanno alla base e del perché uno Stato ha il dovere di investire in cultura.

Rifondazione comunista si è sempre battuta e continuerà a battersi contro leggi che prevedono il sostegno pubblico in base a logiche di mercato: più incassi, più lo Stato ti premia. La cultura è un diritto sancito dalla Costituzione e il ruolo dello Stato è quello di sostenere tutte quelle opere e quelle espressioni artistiche che con le regole del mercato non vedrebbero mai la luce. Non il contrario.

Rifondazione comunista si è sempre battuta e continuerà a battersi contro la precarietà del lavoro culturale e perché ai lavoratori della cultura siano riconosciuti tutti i diritti di tutti gli altri lavoratori: dalla pensione alla genitorialità, dalle ferie alla formazione professionale, agli infortuni sul lavoro. Perché sia riconosciuto come lavoro anche quella parte apparentemente “nascosta” che riguarda il lavoro di creazione e di preparazione e dei periodi di formazione.

Così come si è sempre battuta e continuerà a battersi per leggi che garantiscano i luoghi della cultura e che ne impediscano il cambio di destinazione d’uso.

Roma vede ogni giorno chiudersi sale cinematografiche (negli ultimi tre anni più di 100), teatri, biblioteche, librerie, spazi pubblici della cultura nell’indifferenza della Giunta Gualtieri. Non servono grandi eventi, non servono concessioni domenicali di accesso gratuito ai musei, serve garantire il diritto di tutti di accesso e di fruizione dei luoghi della cultura, servono luoghi pubblici per vivere la cultura gestiti dalle forze sociali e culturali del territorio. Serve riaprire il teatro Valle, teatro pubblico, cioè di tutti,

Nel silenzio generale delle associazioni culturali e professionali i lavoratori hanno deciso di iniziare la lotta e Rifondazione sarà con loro.

Stefania Brai, responsabile nazionale cultura Prc/Se
Elena Mazzoni e Giovanni Barbera, cosegretari Federazione di Roma Prc/Se

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