Una borsa di studio per Citto Maselli, partigiano, regista, ma soprattutto, comunista

Una borsa di studio per Citto Maselli, partigiano, regista, ma soprattutto, comunista

Stefania Brai*

Salto tutti i miei ringraziamenti per ringraziare invece i ragazzi che hanno letto quella bellissima lettera al ministro Giuli. Sono le cose per cui Citto ha lottato tutta la vita.
E vorrei ringraziare in modo particolare tutti gli allievi e le allieve che hanno voluto partecipare alla borsa di studio e che si sono messi in gioco. Li ringrazio a nome di tutta la Commissione che è rimasta colpita dal livello alto delle vostre opere. Livello alto di regia, di recitazione, di fotografia. Livello alto di tutto. Vi ringraziamo anche per questo. 
Aggiungo solo poche parole per spiegare perché ho voluto tanto questa borsa di studio e per ricordare Citto con le sue stesse parole. 
Citto si è diplomato al Centro Sperimentale, ha insegnato al Centro, ha donato tutto il suo archivio (tutta la sua produzione artistica e di politica culturale) al Centro. Basterebbe questo. 
Ma penso anche sia il modo migliore per ricordare non solo Citto ma anche una generazione che ha fatto grande il cinema italiano. I film di quegli autori non sempre hanno incassato al botteghino, ma hanno fatto conoscere la cultura italiana nel mondo e fanno parte della storia del cinema. La memoria di cosa siamo stati ci aiuta a capire cosa siamo oggi e a scegliere cosa vogliamo essere, oggi e domani.
Citto non ha mai separato la sua militanza politica e culturale dal suo lavoro creativo. È entrato nella Resistenza contro il Fascismo a 14 anni, come responsabile degli studenti medi del Liceo Tasso e subito dopo la Liberazione è entrato nel Partito comunista e si è iscritto a soli 17 anni al Centro. È stato un intellettuale militante tutta la vita, lottando per la libertà creativa, per la riforma delle istituzioni culturali e per liberare la produzione artistica dai meccanismi del mercato. 
Quando nel 2021 tutta la Biennale gli ha reso omaggio come “un intellettuale, implacabile osservatore della realtà, fulgido esempio di come far coincidere estetica e etica” Citto disse:
“Io sono comunista fin da giovane e lo sono rimasto sempre, prima nel Pci poi nel Partito della Rifondazione comunista. E di questo sono molto orgoglioso. Con questo riconoscimento che ricevo oggi a 90 anni vuol dire che ho in qualche modo contribuito, seppur in minima parte, anche con la mia arte, al cambiamento di questa società che è piena di ingiustizie e sofferenze (…) Sono dell’idea che non solo questa società debba essere cambiata ma che l’arte ha una responsabilità e una possibilità in più in questo processo di cambiamento, per contribuire a creare una coscienza generale. Anche con  l’arte si può cambiare il mondo. … 
Voglio dedicare questo omaggio a una figura straordinaria del cinema italiano. Il suo nome è Luchino Visconti, di cui ho avuto l’onore di essere stato amico e assistente alla regia. Visconti mi ha insegnato la responsabilità umana e sociale, che poi è anche politica, che abbiamo quando si fa un film. Visconti ci ha trasmesso questa lezione e io ho cercato di metterla in pratica da comunista”.
Credo che la lezione di Visconti sia oggi valida più che mai e questa borsa di studio può servire a ricordarla.

*Resp Cultura, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 


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