
PRC: governo taglia fondi per le strade provinciali ma aumenta spese militari
Pubblicato il 22 mag 2025
Invitiamo presidenti, giunte e consigli provinciali di tutta Italia ad aderire alla campagna Stop Rearm Europe e alla manifestazione nazionale del 21 giugno a Roma.
È vergognoso che il governo Meloni tagli 1,7 miliardi per la manutenzione di 120.000 chilometri di strade provinciali mentre si aumentano per il 2025 le spese militari di 10 miliardi e si prevedono ulteriori incrementi fino al 5% del PIL.
Sono state tagliate risorse che riguardano investimenti degli anni 2025 e 2026 con una riduzione del 70% dei fondi con gravissime ripercussioni sulla viabilità e dunque sulla sicurezza di cittadine/i. La riduzione, come denunciano i Presidenti delle Province Italiane, si attesta al 50% su tutti i fondi fino al 2029 e a quasi la stessa percentuale per le risorse che erano state assegnate alle Province dal 2030 al 2036.
Evidentemente Giorgia Meloni pensa che i nuovi carri armati e mezzi corazzati che ha deciso di acquistare non avranno problemi di circolazione su strade sconnesse e piene di buche.
Ricordo che il governo ha annunciato l’acquisto dalla tedesca Rheinmetall di 1.050 mezzi cingolati Lynx (16 miliardi di euro) e di 380 carri armati (oltre 20 miliardi di euro).
La sicurezza stradale di milioni di italiane e italiani è meno importante degli ordini di Trump e della lobby delle armi di cui è diretta espressione il ministro Crosetto.
Va segnalato che non si lesinano miliardi per il Ponte sullo Stretto caro al ministro Salvini. La logica è evidente: la destra concentra risorse che divora la lobby delle grandi opere mentre la manutenzione delle strade provinciali è oggetto di migliaia di appalti per piccole e medie imprese.
Diventa sempre più evidente che l’abolizione del voto per le Province serviva a depotenziare il loro peso politico per consentire tagli della spesa pubblica.
Rifondazione Comunista chiede l’immediato stop all’aumento delle spese militari e il rifinanziamento della spesa sociale e degli enti territoriali.
Il 21 giugno a Roma dobbiamo essere centinaia di migliaia a chiedere che si fermi il riarmo.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Raffaele Tecce, responsabile Enti Locali del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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