
Il governo Meloni invita all’astensione. E questo doveva essere il governo voce del popolo?
Pubblicato il 8 mag 2025
La compagine di governo (salvo Noi Moderati, che invita a votare NO) si è schierata per l’astensione sui referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 Giugno. La scelta non sorprende di certo e rimarca il carattere reazionario e conservatore del Governo Meloni, che a parole dice di schierarsi dalla parte di lavoratori e lavoratrici ma in realtà non si discosta dalla protezione degli interessi padronali.
Quindi, una rarità nella storia repubblicana, alcune delle più alte cariche dello Stato invitano i propri elettori (ed anche i cittadini) a non recarsi alle urne, trincerandosi dietro, come ha dichiarato per esempio Antonio Tajani, alla libertà di astenersi che il nostro sistema ci permette. Ovviamente il punto non sta sulla partecipazione o meno al voto, quanto invece sul contenuto dei referendum, che porterebbero ad un sensibile miglioramento della condizione di lavoratori e lavoratrici nel nostro paese.
La volontà di astenersi (per non far raggiungere il quorum) quindi maschera una decisa virata verso una sempre minor tutela del lavoro o quanto meno in un non avanzamento di questa. Non siamo stupiti ovviamente anche dell’astensione sul tema della cittadinanza, date le posizioni conclamate di tutto l’arco governativo (seppur con i distinguo di Forza Italia sullo ius scholae).
La chiamata all’astensione di quei politici che dovrebbero rappresentare tutta la nazione e non solo quella parte che li ha votati, rappresenta un’ulteriore smacco alla nostra democrazia. Per questo, per riaffermare i nostri diritti e migliorare le condizioni di vita di milioni di italiani ed italiane, e di chi italiano non lo è solo a livello burocratico, è necessario andare a votare Sì l’8 e 9 Giugno.
Paolo Bertolozzi, coordinatore nazionale Giovani Comunisti/e
Auro Bizzoni, responsabile nazionale Lavoro Giovani Comunisti/e
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