
FELTRI CONTRO LIDIA MENAPACE E GINO STRADA
Pubblicato il 10 apr 2025
di Maurizio Acerbo -
Il figlio di Vittorio Feltri sabato si è affacciato alla finestra della sua casa nella ztl di Roma. Ha sentito il popolo che gridava “fuori la guerra dalla storia”.
Dato che cura una rubrica in prima pagina sul quotidiano della famiglia Agnelli-Elkan La Stampa ci ha fatto sapere che secondo lui sarebbe “lo slogan più cretino della storia”.
Feltri lo attribuisce agli odiati pentastellati che hanno indetto la manifestazione contro il riarmo di sabato scorso a cui noi di Rifondazione Comunista abbiamo aderito.
Invece a gridarlo era il nostro lungo spezzone che portava oltre al bandierone della pace e quello della Palestina anche, tra i vari, uno striscione con quella scritta.
Lo slogan non è di Conte ma della nostra compagna partigiana, cattolica, comunista, femminista, pacifista Lidia Menapace.
Lidia negli anni ’80 propose di adottare questo motto ai movimenti delle donne e circola nelle manifestazioni, nei forum, su giornali e libri da decenni ma evidentemente Feltri ignora le culture dei movimenti femministi, pacifisti e della sinistra.
Feltri in poche righe riesce a dimostrare che la supponenza va spesso a braccetto con l’ignoranza e il cinismo.
Infatti per attaccare il popolo che manifestava ci fa sapere tronfio che sarebbe “impossibile abolire la povertà, impossibile abolire la corruzione, impossibile raggiungere l’uguaglianza”. Figurarsi abolire la guerra.
In poche righe Feltri ci comunica di non riconoscersi nei principi fondamentali della nostra Costituzione (cosa di cui eravamo certi), neanche nella Carta delle Nazioni Unite e neanche nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
La rubrica di Feltri potrebbe intitolarsi L’Uomo Qualunque che notoriamente non godeva della stima di don Lorenzo Milani che, come Lidia e la Costituzione, ripudiava la guerra.
Feltri involontariamente ha reso però omaggio a Pietro Ingrao che insegnava che le/i comuniste/i lottano per quelle che appaiono ai più “cose impossibili”, come bandire la guerra, abolire la povertà, rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il libero sviluppo della persona umana. E lo facciamo insieme a chi li condivide con noi almeno in parte.
Al contrario di quello che sostiene Feltri solo chi ha un orizzonte ideale e utopie concrete riesce a conquistare anche i piccoli avanzamenti. E infatti da quando dominano l’opportunismo e il cinismo si sta facendo un grande balzo all’indietro verso il 1914 quando esplosero nella maniera più distruttiva le contraddizioni del capitalismo liberale.
La clava la lasciamo a quelli come Feltri che evidentemente pensano di essere più intelligenti di Albert Einstein e Bertrand Russell e sicuro sono più furbi dei bellicisti del 1914 che almeno al fronte poi ci andavano.
Un tempo su La Stampa scriveva Norberto Bobbio, ora Mattia Feltri. Segno della decadimento del capitalismo italiano.
Già Il Foglio aveva contestato la validità dello slogan che noi dallo scoppio della guerra portiamo in tutte le piazze, ma lo aveva fatto in maniera civile https://www.ilfoglio.it/…/ma-cosa-significa…/
Fuori la guerra dalla storia si intitola anche una raccolta appena uscita di scritti di Lidia curata da Monica Lanfranco https://www.enciclopediadelledonne.it/…/fuori-la-guerra…
Comunico a Feltri che il documento approvato all’ultimo congresso di Rifondazione Comunista si intitola FUORI LA GUERRA DALLA STORIA e sulla nostra tessera del 2025 c’è la foto di Lidia Menapace con accanto Pier Paolo Pasolini che affidò a Orson Welles il compito di sbertucciare giornalisti come quelli della famiglia Feltri.
Anche Gino Strada, che conosceva le sofferenze e l’orrore, pensava che “se l’uomo non butterà fuori dalla storia la guerra, sarà la guerra che butterà fuori dalla storia l’uomo”.
Gino Strada, per come lo abbiamo conosciuto in tante/i, non avrebbe perso tempo come me a scrivere tutte queste parole e avrebbe semplicemente dato a Feltri del c******e.
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