
La storia calpestata, dalle Foibe in poi
Pubblicato il 5 mar 2025
Intervista a Eric Gobetti, storico e saggista a cura di Alba Vastano -
‘…. Senza il contesto storico e geografico le foibe risultano incomprensibili. Senza specificare che si trattava di zone miste, abitate e rivendicate sia da Italiani che da Jugoslavi, senza precisare che la violenza in quel territorio durava da vent’anni ed era condotta dai fascisti e che la seconda guerra mondiale l’aveva scatenata l’Italia, cosa rimane? Partigiani jugoslavi comunisti che ammazzano senza ragione e senza scopo. Questo non è mai accaduto…’ (Eric Gobetti)
Sulla questione delle Foibe si continua ad alterare la verità dei fatti accaduti. La giornata del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio, non è mai stata l’occasione per fare luce sulla verità e sui veri artefici di quelle terribili violenze che hanno visto centinaia di vittime innocenti. Al contrario si continua a fare revisionismo storico, avallato dai discorsi istituzionali delle più alte cariche dello Stato.
Non è semplice far luce sul quel periodo senza conoscere la storia, quella vera, non contraffatta strumentalmente per far passare nell’opinione comune il nemico come vittima e viceversa. Ma chi è la vittima e chi il nemico nella triste storia delle Foibe? Eric Gobetti è uno storico, studioso del fascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della storia della Jugoslavia nel Novecento. Ha scritto diversi saggi sulla storia del Novecento, soffermandosi, in particolare, sulle dinamiche dei fatti, sulle cause e sugli effetti, sulle vittime e sui carnefici delle Foibe. Ha visitato molteplici volte quei luoghi e vi ha fatto ricerche e cercato testimonianze per portare alla luce la verità.
Nell’intervista che segue prova a chiarire i punti nevralgici ed oscuri per svelare la verità e ribaltare il revisionismo storico. Non sempre i revisionisti glielo consentono, tant’è che a volte è vittima di attacchi e contestazioni, ma il coraggio della verità è dalla sua parte.
Alba Vastano: Il 10 Febbraio, in occasione della ‘Giornata del Ricordo‘, dedicata alle vittime delle Foibe, nell’opinione pubblica passa come vera, avallata dalle più alte cariche dello Stato, una storia contraffatta dal revisionismo storico. Tant’è che sulle Foibe si scrive: ‘Qui sparirono i corpi di migliaia di Italiani per opera delle milizie partigiane della Jugoslavia comunista alla fine della seconda guerra mondiale‘. Quanto c’è di falso o di vero in questa dichiarazione?
Eric Gobetti: Un’affermazione di questo tipo non è necessariamente falsa. È però gravemente lacunosa. Senza il contesto storico e geografico le foibe risultano incomprensibili. Senza specificare che si trattava di zone miste, abitate e rivendicate sia da Italiani che da Jugoslavi, senza precisare che la violenza in quel territorio durava da vent’anni ed era condotta dai fascisti e che la seconda guerra mondiale l’aveva scatenata l’Italia, cosa rimane? Partigiani jugoslavi comunisti che ammazzano senza ragione e senza scopo.
Questo non è mai accaduto. Ma non significa che fenomeni di vendetta, di giustizia sommaria, di resa dei conti non si siano invece verificati. Vanno però compresi, non necessariamente giustificati, ma compresi.
A.V.: Giorno del Ricordo celebrato a pochi giorni dalla Giornata della Memoria che ricorda i crimini del fascismo e i campi di concentramento. E la Giornata del ricordo cosa vorrebbe ricordare per l’opinione pubblica? Una pulizia etnica le cui vittime furono gli Italiani? E’ quanto passa da sempre nella percezione comune.
E.G. : Fin dall’inizio è palese la volontà di equiparare i due eventi, lasciando quindi intendere che la Shoah e le foibe, i crimini nazisti e quelli comunisti siano la stessa cosa. È ciò che peraltro ripetono costantemente i politici di destra, ma in sostanza anche ciò che ribadisce il Parlamento europeo con le risoluzioni che equiparano nazismo e comunismo. Tutto ciò è assurdo storicamente e spregevole politicamente in generale, ma è certamente del tutto inesatto se si parla proprio del fenomeno delle foibe, dove un progetto di sterminio ai danni della comunità italiana non è mai esistito. Le violenze colpiscono, nel 1943 e nel 1945, solo una parte molto minoritaria della popolazione italiana, nella stragrande maggioranza dei casi uomini adulti schierati col fascismo e col nazismo.
A.V.: Una sintesi della sintesi sui fatti storici documentati sulle Foibe?
E.G.: Le violenze del 1943 sono la conseguenza delle vergognosa gestione dell’Armistizio da parte delle autorità politiche e militari italiane, che abbandonano il Paese e l’esercito alla vendetta tedesca. Tra tutte le tragedie (tra cui 600.000 internati militari con 25.000 morti nei lager nazisti) c’è anche quella che riguarda l’area interna dell’Istria, dove in un mix di vendetta popolare e giustizia partigiana vengono uccisi circa 400 italiani, in gran parte funzionari dello stato fascista o gerarchi coi loro familiari.
Nel 1945 invece, in seguito alla liberazione di tutta l’area di confine, l’esercito partigiano jugoslavo compie una resa dei conti (con episodi di vendette private ed epurazioni di oppositori politici) contro i collaborazionisti dei nazisti. È un fenomeno che riguarda tutta l’Europa, tra cui anche l’Italia e la Jugoslavia intera. Le vittime italiane di questa regione sono circa 4000: l’1% di tutti gli italiani della zona e il 4% di tutte le vittime della resa dei conti in Jugoslavia. Una Shoah italiana, dunque? Lo sterminio di un intero popolo? Italiani uccisi “solo perché italiani”? È assurdo affermarlo.
A.V.: Quali sono i motivi, nonostante le molteplici testimonianze sui fatti accaduti, per cui si vuole ancora oggi fare revisionismo sulle Foibe? Campagna anticomunista?
E.G.:Sicuramente questa è un’ossessione ideologica non solo di chi ha fortemente voluto la giornata, ma anche di chi la celebra in maniera istituzionale pur non avendo un riferimento politico fascista. Eppure è surreale, considerato che il comunismo non ha alcun peso nella società italiana, è del tutto screditato politicamente e non rappresenta un pericolo per nessuno da molti decenni. E dunque? Io sospetto che si voglia colpire il dissenso in generale. Questa continua propaganda fa passare l’idea che chiunque stia lottando per cambiare la società in senso egualitario (come facevano i partigiani jugoslavi) va etichettato come un comunista, e dunque come un criminale, paragonabile ai nazisti.
A.V.: Il Presidente Mattarella, in un suo discorso pubblico, ha ricordato come dopo “l’oppressione fascista, responsabile di una politica duramente segregazionista nei confronti delle popolazioni slave, e la barbara occupazione nazista, si instaurò la dittatura comunista di Tito, inaugurando una spietata stagione di violenza contro gli Italiani residenti in quelle zone”. Come commenti le parole del Presidente ?
E.G.: L’oppressione fascista è durata vent’anni ed era architettata appositamente per far sparire l’identità culturale slovena e croata. L’occupazione nazista aveva lo scopo di combattere la Resistenza, identificando come nemica l’intera popolazione (italiana o jugoslava che fosse), tranne coloro che collaboravano con loro, e ha portato alla morte di decine di migliaia di persone, molte delle quali del tutto innocenti, tra cui naturalmente le vittime della Shoah. La “stagione di violenza” jugoslava è durata poche settimane e ha colpito un piccolo numero di oppositori politici e un gran numero di collaborazionisti dei nazisti.
La “dittatura comunista di Tito” non ha mai perseguitato gli Italiani, ma gli oppositori politici, in particolare i comunisti stalinisti, tra il 1948 e il 1954. Questi sono i dati reali. I tre fenomeni sono dunque radicalmente diversi e come tali vanno inquadrati e raccontati. Poi si possono anche condannare politicamente tutti e tre, ma spiegandone chiaramente le differenze, non lasciando intendere che si tratti dello stesso fenomeno o addirittura che i crimini finali commessi da chi si stava liberando da un’invasione criminale fossero peggiori di quelli dei criminali che li hanno invasi.
A.V.: Nel 2004, con l’allora governo Berlusconi, è stata istituita la Giornata del ricordo condivisa dalle varie forze parlamentari. A tuo parere quanta responsabilità ha il centro sinistra e anche tutte le forze di sinistra extraparlamentari di allora, ma anche odierne, nel non aver operato, contestualmente alla legge, per una contro-narrazione chiarificatrice che potesse riportare luce e verità storica sulle Foibe?
E.G.: Le forze di sinistra hanno votato contro e hanno fatto ciò che potevano per ricostruire correttamente la vicenda storica, sempre sottoposte a criminalizzazione mediatica e aggressioni anche fisiche da parte di gruppi fascisti. Le forze politiche democratiche ma non fasciste, in particolare quelle eredi del PCI, hanno invece avuto un ruolo enorme e gravissimo nell’avvalorare una ricostruzione dei fatti scorretta storicamente e politicamente suicida. Una narrazione che omette le colpe fasciste e che paragona due episodi di giustizia sommaria all’abominio dei crimini nazisti è di fatto nell’alveo del “riduzionismo della Shoah” e va a tutto vantaggio delle forze politiche neo-fasciste e neo-nazionaliste.
A.V.: La premier Meloni, da sedicente storica, si è esibita in una performance sulla foiba di Basovizza, ovviamente raccontata com’è suo stile e sua nota appartenenza partitica contraddistinta da sempre dalla fiamma tricolore. Qual è la verità su Basovizza?
E.G.: Su Basovizza ci sono studi specifici molto approfonditi. Nel pozzo minerario non sono mai stati trovati corpi di “infoibati”, ma non si esclude che ce ne possa essere un certo numero, forse uno, forse una decina. Nessuna fonte autorizza ad affermare ciò che c’è scritto sul monumento nazionale: 500 metri cubi di corpi di infoibati! In pratica lo Stato mente spudoratamente ai propri cittadini lasciando intendere che proprio lì si trovino migliaia di morti che invece non ci sono.
A.V.: Come vedi la posizione odierna dell’Occidente rispetto alle guerre in corso gestite da poteri oligarchici mondiali?
E.G.: Mi pare evidente una grossa ipocrisia rispetto a logiche e valori di riferimento. Affermiamo di voler difendere l’Ucraina da un’invasione ingiustificata e addirittura ci schieriamo in armi dalla sua parte. Nel contempo, di fronte all’invasione brutale della striscia di Gaza che sta portando alla morte di decine di migliaia di persone inermi, parteggiamo per gli aggressori! È chiaro che sono interessi politici, economici e strategici a guidare le nostre élite politiche; i presunti valori occidentali e democratici non c’entrano proprio nulla, tanto che quando i nostri giovani protestano in difesa dei diritti umani “occidentali” calpestati in Palestina, vengono brutalmente repressi dalle forze dell’ordine e criminalizzati dai mass media.
A.V.: In Italia non si è mai insediato un governo comunista. La mentalità e la cultura fascista è da sempre dominante, sembra affievolirsi e poi si evidenzia di nuovo con sistematici rigurgiti di fascismo. Italiani ‘brava gente’?
E.G.: Non credo che ci siano popoli “buoni” o “cattivi”, né tantomeno popoli “fascisti” o “comunisti”. Le circostanze storiche hanno impedito al socialismo prima e al comunismo poi di governare l’Italia e le forze anticomuniste che invece hanno sempre governato hanno tratto vantaggio dalla condanna del comunismo e dalla rappresentazione edulcorata del fascismo. Così gli eredi politici di quest’ultima ideologia hanno potuto giungere al potere. Si tratta in qualche misura di una ripetizione storica, anche se certo molto differente dal contesto di cent’anni fa.
A.V.: Con il nuovo insediamento di Trump e il suo ‘compare’ miliardario Musk, i nuovi padroni del mondo, quali prospettive vedi per il ripristino della pace nei Paesi attualmente coinvolti nei conflitti?
E.G.: Non vedo molte prospettive di pace, soprattutto non di una pace giusta. Non credo che le persone che dominano il mondo oggi e che guidano i Paesi in conflitto abbiano a cuore il bene dei loro cittadini. Tuttavia se i loro interessi privati o di potere dovessero andare nella direzione di una fine dei conflitti, faranno in modo di terminarli.
A.V.: Il tuo parere su quanto ha dichiarato, nel corso della sua lectio a Marsiglia il Capo dello Stato: “..anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”, suscitando l’ira del Cremlino. Giusta ira?
E.G.: Non credo che Putin sia nella posizione di indignarsi di alcunché: ha commesso crimini di ogni genere da quando governa la Russia. Detto questo, l’esplicita equiparazione fra il progetto di dominio dell’Europa condotto dal nazismo e l’invasione dell’Ucraina è assurda e risponde a criteri di criminalizzazione del nemico tipici della propaganda di guerra.
È abbastanza ovvio per chiunque guardi con occhi onesti alla realtà che Putin non ha alcuna intenzione (né possibilità) di aggredire altri Paesi europei, specie appartenenti all’UE o alla Nato. Inoltre la Russia, che ha condotto già altre guerre di invasione (per esempio quella in Cecenia) non ha mai portato avanti progetti genocidari, né lo sta facendo oggi in Ucraina. L’attuale guerra denota la volontà di difendere quello che la Russia considera il proprio spazio imperiale. D’altra parte la Nato ha mostrato in questi anni la volontà di espandere il proprio spazio imperiale ai danni dei Paesi che considera pericolosi concorrenti, quali Russia e Cina. Si stanno ridisegnando gli equilibri mondiali e a farne le spese sono i cittadini dell’Ucraina, filo-russi o filo-ucraini che siano, vittime spesso inconsapevoli di quei giochi di potere internazionale.
Eric Gobetti è uno storico italiano, studioso del fascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della storia della Jugoslavia nel Novecento.
SAGGISTICA
Dittatore per caso. Un piccolo duce protetto dall’Italia fascista Napoli, L’Ancora del Mediterraneo, 2001
1943-1945: la lunga liberazione a cura di, Milano, Angeli, 2007.
L’occupazione allegra. Gli italiani in Jugoslavia (1941-1943), Roma, Carocci, 2007
Il mito dell’occupazione allegra. Italiani in Jugoslavia (1941-1943), in Memoria e rimozione: i crimini di guerra del Giappone e dell’Italia a cura di Giovanni Contini, Filippo Focardi e Marta Petricioli, Roma, Viella, 2010.
Nema problema! Jugoslavie, dieci anni di viaggi Torino, Miraggi, 2011
Alleati del nemico. L’occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943), Roma-Bari Laterza, 2013,
Sarajevo rewind. Cent’anni d’Europa, Torino, Miraggi, 2017
La Resistenza dimenticata. Partigiani italiani in Montenegro Salerno, 2018
E allora le foibe? Bari-Roma, Laterza, 2021
I carnefici del Duce, Bari-Roma Laterza, 2023
L’Italia e gli ustascia (1929-1945) Pisa, Pacini, 2024
Documentari
Eric Gobetti Partizani. La Resistenza italiana in Montenegro 2015.
Eric Gobetti e Simone Malavolti Sarajevo rewind 2014>1914 2016.[29]
Alba Vastano
Giornalista. Collaboratrice redazionale di Lavoro e Salute
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