Rifondazione: Il governo vara l’ennesimo decreto xenofobo per nascondere la manovra
Pubblicato il 22 ott 2024
Dopo il fallimento che ha avuto eco internazionale, del governo italiano, con la missione di esternalizzazione in Albania dei richiedenti asilo, invece di accettare l’insegnamento delle norme sovraordinanti del diritto europeo, Giorgia Meloni ha scelto di rilanciare con un decreto che somiglia ad un pallone bucato. Ha ridotto il numero di “paesi sicuri” in cui è possibile effettuare deportazioni, togliendo, bontà sua Camerun, Colombia e Nigeria, ma ripropone la stessa chiave per chi proviene da 19 Paesi. Ripartiranno navi per catturare persone, si rinchiuderanno persone nei centri albanesi e ci saranno tribunali che, non per il colore delle toghe dei giudici, ma per osservanza delle leggi, rigetteranno il trattenimento e, con tutta probabilità, faranno rientrare le persone “soccorse” in Italia. Al di là del cospicuo danno erariale e del fatto che la stessa Corte Europea dovrebbe – sarebbe ora – disporre una procedura di infrazione al governo nostrano per bloccare questa misera contrattazione, va fatta un’osservazione. Il presidente del senato Ignazio Benito La Russa ha provato a dare l’ennesima mazzata fascistoide, alla Costituzione per limitare il ruolo della separazione di poteri, altri si volevano spingere sostituendo i giudici sgraditi che sanno leggere le disposizioni internazionali e le applicano, non subendo il condizionamento politico, ma questi tentativi eversivi sono, per ora, rientrati. Ci si dovrebbe domandare la ragione di tanto accanimento del governo. Non sarà, a pensar male ci si azzecca, che non avendo ancora aperto il confronto su una manovra di bilancio impopolare e destinata a erodere il consenso del governo, Giorgia Meloni miri a distrarre l’opinione pubblica con l’operazione di delocalizzazione con annesso imprimatur neocoloniale in Albania? Possibile impiegare risorse ed aprire uno scontro così forte con le altre istituzioni per poche decine, ad oggi di persone da deportare che al massimo potrebbero divenire centinaia in un Paese di 60 milioni di abitanti con ben altre preoccupazioni quotidiane? L’operazione albanese ha due scopi: ricostruire consenso attorno all’idea di paese che blocca le inesistenti invasioni e ricompattare una maggioranza di governo in cui ognuno pensa a salvaguardare il proprio elettorato. In assenza di forte opposizione parlamentare che affronti, con coerenza questi temi affatto marginali, occorre rialzare il livello delle mobilitazioni sociali per lavoro, sanità, scuola, casa, diritti. Dare vita ad un vero movimento contro la guerra, altra nota dolente per il governo e per buona parte dell’opposizione. Il carattere eversivo dell’attuale governo è di una gravità inaudita: chi nega i principi della Costituzione rappresenta un pericolo per la democrazia.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, Responsabile comunicazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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