La crisi ecologica. Per una rilettura ambientalista di Marx

La crisi ecologica. Per una rilettura ambientalista di Marx

Seminario 7. La crisi ecologica. Per una rilettura ambientalista di Marx

Relatore: Maurizio Acerbo
Discussant:
Paolo Cacciari
Laura Marchetti
Emanuele Leonardi
Quanto era ecologico Marx? È una questione politica di grande attualità, non solo di valore storico o di approfondimento filologico. Riguarda il presente e il futuro della sinistra di classe e dei movimenti, ma soprattutto il destino delle nostre società. Da anni assistiamo all’evoluzione moderata dei partiti verdi, preceduta dalla deriva neoliberista dei partiti socialdemocratici. In entrambi i casi alla base vi è stata la fine del loro legame con la critica del capitalismo e il conseguente arruolamento nell’oltranzismo guerrafondaio occidentale che ne seguì. I movimenti ecologisti hanno spesso visto Marx come espressione di una cultura ottocentesca incentrata sullo sviluppo e sulla crescita industriale. Questa critica aveva ragioni storiche ma non era corretta. Poteva essere rivolta ai movimenti e ai partiti socialisti e comunisti del novecento più che a Marx ed Engels. Negli ultimi anni a livello internazionale vi è stata una scoperta dell’ecologia di Marx, il diffondersi di posizioni che si definiscono ecosocialiste e persino del “comunismo della decrescita”.

 

In Italia l’ecologia è nata marxista e dentro un ciclo di enormi lotte operaie negli anni ’70 che affermarono come non monetizzabile il diritto alla salute in fabbrica e che sancirono la decisione di uscire dal nucleare. Non vanno poi dimenticati i contributi di Giorgio Nebbia, Laura Conti e Carla Ravaioli ad una moderna cultura ecologista, profondamente connotata in senso sociale: una tradizione da recuperare e dentro la quale si è collocata nel corso della sua storia Rifondazione Comunista. Alla radice della questione ecologica c’è l’impatto di un modo di produzione fondato sull’accumulazione infinita di capitale.

 

Un ecologismo conseguente non può che essere anticapitalista e l’anticapitalismo non può che essere ecologista. Nonostante il movimento per il clima abbia popolarizzato specialmente tra le giovani generazioni lo slogan “cambiare il sistema non il clima” vi sono ancora “ambientalisti che immaginano di poter risolvere la crisi ecologica senza scontrarsi con il capitalismo, o persone di sinistra che devono ancora riconoscere la crisi ecologica come la massima espressione della minaccia capitalista” (Naomi Klein).


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