Al bimbo clandestino un pediatra clandestino?

Al bimbo clandestino un pediatra clandestino?

di Andra Satta -
Ci vuole un pediatra clandestino per bambini clandestini? A Milano Il centrodestra respinge la mozione presentata da Umberto Ambrosoli, nonostante l’ultimo accordo tra Stato e Regioni preveda l’iscrizione obbligatoria dei minori al Servizio sanitario nazionale, indipendentemente dal permesso di soggiorno. «Se i genitori non hanno in tasca un permesso di soggiorno, i bambini non possono avere un pediatra. Sono loro riconosciute solo le prestazioni urgenti ed essenziali garantite agli immigrati irregolari». È la linea della Lombardia.
I voti di Pdl, Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno bocciato, in Consiglio regionale, una mozione presentata, appunto, da Umberto Ambrosoli, di Patto Civico, e sostenuta anche da Partito democratico e Movimento 5 Stelle. In quella mozione si chiedeva, il riconoscimento «dell’assistenza sanitaria di base anche per i minori non regolari» con «l’attribuzione del pediatra di libera scelta e l’erogazione di determinate prestazioni sanitarie per i figli di immigrati extracomunitari senza permesso di soggiorno»….
Beh, da pediatra direi che non solo è inaccettabile immaginare un bambino, magari molto piccolo o addirittura neonato, in Italia, non assistito regolarmente da uno specialista del nostro Sistema sanitario nazionale. È assurdo, perché le necessità di un neonato non sono quasi mai le emergenze, ma l’assistenza quotidiana, soprattutto nelle condizioni precarie e di disagio in cui versa un immigrato clandestino. Proprio quando ci vuole un medico, il medico ci deve essere. Se vogliamo poi, è anche una posizione autolesionistica quella adottata dalla giunta regionale lombarda. Assistere i bambini figli di immigrati clandestini è il modo più intelligente e scientifico per tutelare tutta la comunità, anche quella «regolarmente residente», facendo adottare, anche a chi arriva qui col timbro dell’irregolare, le misure di profilassi e prevenzione che proteggono la comunità stessa. Inoltre, senza una assistenza pediatrica di base, ogni necessità di consulto si trasforma in una visita al pronto soccorso con ulteriore ingolfamento di quel servizio che già viaggia su ritmi da «allarme rosso».
Contatto, allora, Paolo Siani, pediatra a Napoli e presidente dell’Associazione culturale pediatri (il cognome è lo stesso di suo fratello Giancarlo, il giornalista de Il Mattino ucciso dalla camorra, ricorderete …): « Da pediatra ospedaliero – aggiunge Siani – questo provvedimento porterà a un evitabile aumento di ricoveri impropri di questi bambini che verranno trattenuti nei reparti anche per problemi banali, incrementando così la spesa sanitaria. Inoltre i piccoli ricoverati correranno il rischio di contagiarsi con eventuali infezioni intra-ospedaliere. Quindi una scelta anche antieconomica». Insomma, direi che nella presa di posizione della giunta regionale lombarda non c’è scienza e non c’è coscienza. Per un pediatra non è poco.

da Dioemorto.com.unita.it


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