Acerbo (Prc-Se): fratelli Cervi, i patrioti erano loro non i fascisti che li fucilarono

Acerbo (Prc-Se): fratelli Cervi, i patrioti erano loro non i fascisti che li fucilarono

Nell’80° anniversario dell’eccidio dei sette fratelli Cervi e di Quarto Camurri è doveroso ribadire che i patrioti erano loro non i fascisti che li fucilarono. Nell’Italia di oggi non è scontato visto che abbiamo al governo chi ha come riferimento il fucilatore di italiani Giorgio Almirante e oggi non ha speso una parola per ricordare questi eroi.
Il revisionismo storico ha gettato fango sulla Resistenza e ha posto sullo stesso piano chi ha combattuto per la libertà e chi con Mussolini dalla parte di Hitler e dell’occupante nazista.
Non è retorico riaffermare, come fece Piero Calamandrei nel celebre discorso per il 10° anniversario, che “noi siamo dalla parte dei fratelli Cervi”. Per non tradire la loro memoria bisogna sempre rinnovare la scelta “tra la libertà e la servitù, tra il privilegio e la giustizia, tra l’umanità e la ferocia che si chiamò Resistenza”.
La storia di quella famiglia contadina è il simbolo dell’incontro nell’antifascismo e nella Resistenza del cattolicesimo democratico, del socialismo e del comunismo che sarà alla base della nostra Costituzione.
Oggi siamo chiamati a difendere la Costituzione e a lottare per la sua attuazione, per riaffermare quei principi di giustizia sociale, internazionalismo e pace che animarono la lotta partigiana. Oggi più che mai c’è bisogno di un antifascismo popolare. La democrazia è stata una conquista delle classi lavoratrici e senza il loro protagonismo non può che deperire come sta accadendo.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista. coordinamento di Unione Popolare


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