Rifondazione: Procura di Milano e Guardia di Finanza al Centro permanente per Rimpatri di Milano, 3 indagati. Questo Cpr non è una mela marcia

Rifondazione: Procura di Milano e Guardia di Finanza al Centro permanente per Rimpatri di Milano, 3 indagati. Questo Cpr non è una mela marcia

L’indagine sul Centro permanente per rimpatri di Milano andava avanti da tempo. Un rapporto pubblicato recentemente dal titolo “Al di là di quella porta”, e realizzato dal Naga e della rete “Mai più lager – No Cpr” evidenziava l’assoluta incongruità di tale luogo al trattenimento di persone. Servizi pagati dalla collettività e mai erogati, violenze riscontrate, assenza di diritti per persone già illegalmente, in nome di una legge razzista, private della libertà personale, condizioni di vita inumane e degradanti. Una delle strutture simbolo con cui da 25 anni si gestisce in maniera esclusivamente poliziesca la presenza di persone prive del titolo per restare in Italia e con cui si specula millantando sicurezza e rimpatri. Ma il Centro di Milano, situato in Via Corelli è perfettamente simile agli altri esistenti in Italia. Che una parte di società civile organizzata abbia provato a gettare luce in un posto altrimenti tenuto all’oscuro dalle politiche del Viminale è servito da esempio per smuovere la Procura della Repubblica e la Gdf. Un sentito ringraziamento va Gregorio De Falco che, da senatore, dopo una lunga visita, fu fra i più puntuali critici del Cpr milanese, anticipando di fatto quanto oggi emerge dalle indagini. Ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso ma traiamo da questa ispezione due elementi. Intanto il governo che, come hanno fatto altri in passato, anche se di diverso orientamento politico, intende investire sulla detenzione amministrativa – si è trattenuti senza aver commesso reati che lo permettano – è un governo destinato a fallire, a far arricchire enti gestori nazionali e multinazionali a spese della collettività, a provocare sofferenze, violenze e paura diffusa. In seconda battuta, 25 anni di fallimenti dimostrano quanto le strutture di trattenimento siano irriformabili e vadano chiuse, istituendo invece politiche di regolarizzazione permanente per chi vive nel Paese. I Centri negli anni hanno cambiato spesso denominazione, alcuni sono stati chiusi in altri le rivolte di chi ci viene trattenuto, con le riforme attuali fino a 18 mesi, ha portato li hanno resi inagibili. Chi da dentro si ribella ad un’ingiusta detenzione deve incontrare la nostra incondizionata solidarietà e il nostro totale appoggio.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Coordinamento Unione Popolare


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY






IT25W0538703202000035040300 presso BPER Banca o IT16C0760103200000039326004 presso PosteItaliane S.p.A.