
Messina in pista chiama il centrosinistra
Pubblicato il 3 lug 2013
dal Manifesto -
Battesimo del fuoco per il primo segretario dell’Idv, passata, almeno nelle buone intenzioni, da monarchia assoluta a democratica repubblica. Ignazio Messina, l’eletto dal voto degli iscritti, presenta in primissima persona la nuova linea, anche se il fondatore ex togato sta lì a tenergli la mano sulla spalla e certo non se ne resta zitto.
La prospettiva, del resto, è para para quella delineata da Tonino nella sua introduzione al congresso straordinario: rientro nel centrosinistra ma per costruire un’alternativa secca e previa bocciatura senza appello di un governo che, dice Messina, «galleggia e sa solo rinviare». Urgono quindi colloqui diretti con le forze politiche e sociali che di questo centrosinistra, rinvigorito dalla voglia di cambiare invece che di campare, dovrebbero essere testa e anima: Guglielmo Epifani, Nichi Vendola e i leader sindacali, che il lavoro ha da tornare al centro della scena.
E l’amico Beppe? Ovvio che nella lista di Messina c’è anche lui. Ma con una bella serie di distinguo, che s’incarica di squadernare direttamente Di Pietro: «Se il M5S supererà questa fase di mancata assunzione di responsabilità istituzionale sarà un soggetto con cui dialogare». Se non lo sarà, invece, rappresenterà la massa elettorale delusa alla quale proporre un’alternativa meno inconcludente. La scommessa di Ignazio e Tonino, in fondo, è tutta qui.
Ma la prova vera e difficile sta altrove: non dipende dalla linea politica ma dalla capacità di rinnovare non solo la facciata. A domanda precisa sulla tesoreria, la casella chiave, Messina risponde che sarà completamente rinnovata, collettiva (che non è precisamente un buon segno) e più trasparente del cristallo. Rispettare l’impegno, per Messina, non è un particolare. Per un partito che può solo cambiare o sparire è questione di vita o di morte.
Il Manifesto – 03.07.13
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