Rifondazione: 25 anni di leggi e cultura sbagliate sull’immigrazione

Rifondazione: 25 anni di leggi e cultura sbagliate sull’immigrazione

Il 25 luglio 1998 venne varato il testo unico sull’immigrazione, la cd “Turco Napolitano” con i voti di tutte le sinistre. Giungeva durante una discussione che attraversò il Paese. Dopo infinite mediazioni prevalse il motto dell’allora ministro dell’Interno e poi Presidente controverso della Repubblica “coniugare accoglienza e sicurezza “. Prevalse già allora e non fummo in grado di capirlo, solo il secondo termine e il cambiamento sociale indotto dalle migrazioni divenne problema emergenziale e di ordine pubblico. Fu introdotta la detenzione amministrativa. Da allora nessun passo avanti, solo leggi, decreti, circolari, emanati da governi di ogni colore, a scapito non solo di chi migra. La cultura introdotta allora era quella, dominante oggi, di far entrare, con meno diritti, solo chi serve all’economia. E nell’ipocrisia meloniana riecheggiano oggi le stesse parole di 25 anni fa. Ma non basta una necessaria autocritica, occorrono proposte strategiche non volte alla “riduzione del danno” o a non rischiare di perdere consensi. Un approccio radicalmente diverso impone di considerare chi è qui come uomo o donna, lavoratrice o lavoratore, come compagna/o di lotta per cambiare il Paese. I cui diritti, se non sono pari ai nostri, mantengono una gerarchia di classe inconcepibile. Abbiamo bisogno di una legge e di una cultura che affermi e pratichi un concetto antico “nostra patria è il mondo intero ”

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione – Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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