
La rivoluzione di Ingroia «Solo noi la vera sinistra»
Pubblicato il 5 feb 2013
Michele Cozzi -
Antonio Ingroia, candidato premier di «Rivoluzione Civile». Berlusconi promette di restituire ai cittadini i soldi dell’I mu e un condono tombale sul fisco. Preoccupato?
«Vanno fatte due tipi di osservazioni. La prima: il tentativo di prendere in giro gli italiani secondo il vecchio stile. Dice di volere togliere le tasse che egli stesso ha messo sia perché l’Imu è stata messa quando lui era presidente del Consiglio, sia perché Monti che aveva l’appoggio del Pdl. Promette soldi quando lui è il responsabile dell’impoverimento degli italiani, perché ha sempre avuto come obiettivo quello di arricchirsi personalmente».
E sul condono fiscale?
«Non contento dei 120 miliardi annui di evasione fiscale, ha la faccia tosta di proporre un’en – nesima impunità per gli evasori fiscali. Lui è dalla parte dell’economia dell’illegalità, mentre noi stiamo dall’altra parte. E noi proponiamo di aggredire i patrimoni illeciti non solo delle mafie, ma anche dei corrotti e degli evasori fiscali, applicando all’evasione il sistema adottato per i sequestri e confisca dei patrimoni mafiosi».
Questa è una sua proposta specifica. Ci spiega come funzionerebbe?
«La chiamo proposta Ingroia- La Torre. Abbiamo tra i nostri candidati il figlio di Pio La Torre, che collaborato con me a fare questa proposta. Che è prosecuzione della vecchia legge di Pio La Torre. Quando emergono gravi indizi di appartenenza alla mafia, o di complicità, o di grande evasione comincia subito l’accer tamento, con questo nuovo organismo che si chiamerà “Alto commissariato per la ricerca e la confisca dei patrimoni illeciti” che farà una verifica della consistenza patrimoniale della persona indiziata di corruzione ed evasione fiscale. Poi si compara il suo patrimonio effettivo, dei suoi familiari e prestanome, con quanto dichiarato con la dichiarazione dei redditi».
E poi cosa succede?
«Se c’è sproporzione, il magistrato dell’Alto commissariato chiederà il sequestro preventivo e entro due mesi, se la persona sotto inchiesta non riuscirà la provenienza dei suoi beni si passa alla confisca. Il tutto in tempi brevi. Questi beni recuperati serviranno a abbassare le tasse ».
Lo scandalo Montepaschi. Si palla di nazionalizzazione. Che dice?
«La nazionalizzazione può essere un rimedio. Ma va fatto prima un altro passaggio: cacciare dalle fondazioni i partiti. Dovremmo prevedere che lo Stato con un’autorithy, indipendente dalla politica, controlli la gestione delle banche. Può essere sufficiente la partecipazione dello Stato come azionista, in modo che possa controllare come vengono usati i soldi dello Stato. Penso al prestito disposto dal governo Monti, senza assicurarsi il minimo controllo su come sarebbero stati usati».
Vicenda trattativa stato-mafia. Nel sul ultimo libro D’Alema afferma che, anche se ci fosse stata, questo sarebbe materia di giudizio popolare. Non di lavoro per i magistrati. Che dice?
«È giusto che debba essere la politica a pronunciarsi. Ma è grave che D’Alema, da alto esponente del Pd in tutti questi anni non abbia fatto nulla perché la politica se ne occupasse. Tra le proposte che faremo in parlamento, vi sarà quella di istituire una commissione d’i n ch i e s t a seria. Ma la magistratura ha il compito di accertare se sono stati commessi illeciti. Ciò che la magistratura di Palermo ha fatto».
Troppi magistrati in politica, sia a sinistra che a destra. Le perplessità non mancano.
«La questione non è che ci sarebbe molti magistrati, quando il fatto che c’è un magistrato specifico: il suo nome è Ingroia. Non ho letto analoghe polemiche nei confronti di Grasso e di tanti altri. Non vorrei fare un elenco. Ma cosa avrà fatto mai Ingroia per essere penalizzato e attaccato? Forse la colpa di questo magistrato è quella di avere interpretato il suo ruolo di magistrato senza guardare in faccia nessuno, aprendo una indagine che nessuno voleva che venisse aperta».
Oltre questi temi, la gente vuol sapere qual è la sua ricetta economica. Più mercato o più Stato?
«La situazione è peggiorata per la politica di austerity imposta da Monti su diktat dei poteri finanziari e bancari europei. Mi riferisco al fiscal compact che è una misura insostenibile. L’Italia deve uscire da questa posizione voluta da Berlusconi, Tremonti e Monti. Dobbiamo rinegoziare il fiscal compact. Secondo punto: abbiamo un sistema impositivo dove i poveri e i ceti medio bassi pagano sempre e di più mentre i più ricchi pagano sempre di meno. Occorre riequilibrare per una maggiore giustizia, a cominciare con l’abolizione dell’Imu sull’unica casa di tanti cittadini».
E la patrimoniale?
«Penso ad una imposta sui patrimoni superiore da un milione e mezzo di euro. Che sia progressiva, in modo che più si sale più cresce l’imposta. Certo con questa imposta non si risolvono i problemi delle casse dello Stato, ma serve un segnale di migliore retribuzione del carico fiscale. Ma ci sono altre risorse che possono venire dalla lotta alla criminalità. Eppoi c’è il funzionamento del sistema bancario che è iniquio, concentrato nelle mani di un sistema privato che fa i propri interessi e che non consente la crescita del territorio. Ogni anno la Bce distribuisce migliaia di euro alle banche. Per questo va creato un istituto pubblico di credito che intercetti una parte di questo denaro, e lo metti in circolo al 2% per i progetti imprenditoriali meritevoli di essere finanziati».
E per il Sud?
«La proposta che ho avanzato è specifica per il Sud, perché saranno finanziate le imprese che si impegneranno a investire nel Sud. Dobbiamo mettere a reddito il grande patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, fermando la macchina di soldi illeciti che sono le ecomafie».
Bersani parla di voto utile, facendo intendere che quello al suo movimento sarebbe inutile. Che dice?
«Il vero voto a sinistra è quello a noi. Perché il Pd con le sue ambiguità, con la scelta di campo per l’alleanza post-elettorale con Monti, ha all’orizzonte un governo che non si può definire di centrosinistra. Perché Monti rappresenta la destra. Il voto al Pd sarà un voto utile per Monti. Noi vogliamo fare un vero governo di centrosinistra, senza Monti».
E Vendola quale ruolo sta svolgendo?
«È in difficoltà, perché si è imbarcato nella coalizione col Pd senza chiedere garanzie. L’uni – ca che ha chiesto è quella di entrare in parlamento. Si trova in questa coalizione in cui ogni tanto cerca di puntare i piedi, ma è molto debole. Noi avevamo spiegato a Vendola lo scenario in cui si sarebbe trovato, ma lui o non ci credeva oppure gli conveniva per giungere in parlamento, temendo di non superare la soglia di sbarramento. Ognuno risponde ai suoi elettori e militanti con la coerenza delle proprie scelte. Noi siamo stati coerenti, Vendola oscillante»
Gazzetta del Mezzogiorno 5 febbraio 2013
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