
Il ritorno dell’ammazzablog: ma non chiamatelo così
Pubblicato il 26 giu 2013
di Andrea Stroppa -
La puntuale amica Anna Masera scrive un post sul blog de La Stampa. È tornato l’ammazzablog. Dal post di Anna cito:
Ritorna la proposta per modificare la Legge sulla Stampa e introdurre il “dovere di rettifica” nel caso di “diffamazione” nei commenti pubblicati online nei blog. Il Ddl è stato depositato alla Camera da Stefano Dambruoso con altri 13 deputati, tra cui Andrea Romano (Scelta Civica)
E mentre gli autori della proposta, che potete leggere in modo integrale qui , si sbrigano a sottolineare che non è un “ammazzablog” qualcuno ricorda agli autori che questa storia si è già vista qualche anno fa e fortunatamente la proposta non è passata.
Lo stesso Dambruoso, depositario alla Camera aggiunge:
“dobbiamo introdurre un regime virtuoso in cui ciascuno sa qual e’ la sua parte di doveri e di responsabilita’. E per far questo bisogna dare certezze altrimenti sono solo auspici che poi generano un contenzioso pletorico e caotico di cui fanno le spese tanto i blogger quanto il sistema giustizia, oltre che naturalmente i cittadini che hanno diritto a non vedersi diffamati su internet, con effetti talora drammatici sia sul piano personale che professionale. Se l’obbligo di rettifica venisse percepito come una opportunita’ per le testate e i blog- prosegue l’esponente di Scelta civica- non vi e’ dubbio che sarebbero in pochi quelli che dopo una tempestiva pubblicazione della rettifica avrebbero interesse a una querela o ad una causa civile. Questo e’ l’obiettivo della proposta di legge, fuori da polemiche strumentali oltre che obsolete: la potenza dei blog e di internet oggi e’ nota a tutti, e negarla o ridurre l’attivita’ dei blogger ad una scampagnata innocente inoffensiva sarebbe solo ipocrita e contro ogni realta’”.
La parte in grassetto racchiude tutta la proposta di legge.
Fabio Chiusi, altro amico che sempre si è battuto per le libertà digitali ha così commentato:
“Com’è che non si parla del fatto che nei casi di diffamazione c’è il sequestro preventivo? Com’è che non si dice che le 48 ore scattano dalla *richiesta* di rettifica e non dall’accertamento dell’essere diffamatorio del contenuto in questione? Com’è che non c’è alcuna differenza tra blog amatoriale e testata online registrata? Com’è che la multa è salita rispetto all’ammazzablog da 12,5 a 16 mila euro? Com’è che non è l’ammazzablog se come l’ammazzablog 1. ci sono 48 ore per rettificare, 2. la rettifica dev’essere senza commento, 3. la rettifica deve avvenire con le caratteristiche di visibilità della ‘notizia’ ritenuta diffamatoria? Ultima cosa: qualcuno mi spiega perché questa norma dovrebbe servire a combattere contenuti diffamatori e non semplicemente qualunque contenuto sgradito al potente di turno, che così avrebbe un ennesimo strumento intimidatorio in più – promuovendo inoltre l’autocensura?”
In definitiva questo è un nuovo attacco alla rete che ormai da mesi viene rappresentata come il Far West dove bisogna incaricare sceriffi per riportare l’ordine. Questa storia ormai si ripete a distanza di pochi mesi, le differenze sono nella dialettica, c’è chi in modo trasparente dice che “servono leggi per regolare il web” e chi utilizza la tecnica Mascetti:”non chiamatelo ammazzablog, chiamatelo rettifica come se fosse antani per due. Tapica tapioco abbiamo alzato anche le multe o scherziamo?”
Bisognerebbe chiedere a questi Signori di leggere cosa ne pensano dei “blog” i professori più accreditati in materia comeLawrence Lessig, che ha definito il blog uno dei mezzi più democratici che la rete possa offrire. Ma forse chiediamo troppo.
da Huffingtonpost.it
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