L’ANPI a congresso: il contributo per la rinascita democratica e civile del Paese

L’ANPI a congresso: il contributo per la rinascita democratica e civile del Paese

Rita Scapinelli*

L’ANPI sta proseguendo il suo percorso che  porterà al XVII congresso nazionale. Si sarebbe dovuto tenere alla fine di febbraio ma si è preferito spostarlo in avanti di un mese con conseguente slittamento, in molti casi, anche dei congressi provinciali. L’auspicio per tutti è che per quel periodo la pandemia abbia mollato la presa e la situazione nel nostro paese sia migliorata. Guardiamo a questo evento con particolare sensibilità e attenzione, consci del ruolo fondamentale che quest’associazione svolge e svolgerà nel nostro Paese. Essa costituisce un fondamentale presidio democratico, particolarmente essenziale in questa fase.

Nonostante la Costituzione repubblicana, sulla quale è costruito il sistema politico e istituzionale affondi le proprie radici nella lotta di Liberazione, per la quale giovani donne e uomini hanno perso la vita, con l’ansia di porre fine a una guerra sanguinosa e a una dittatura odiosa, la Resistenza è sempre stata oggetto di attacchi per ridimensionarne il valore o addirittura di stravolgerne il significato. Si pensi al ricorrente tentativo di nobilitare il regime di Salò o a una lettura della Resistenza come guerra civile, in cui le distinzioni fra fascisti e partigiani vengono azzerate. O, ancora, all’utilizzo spregiudicato di eventi drammatici come quello delle foibe per celare le responsabilità del fascismo nei confronti della popolazione slovena e di altre comunità.

Per queste ragioni il ruolo dell’ANPI è stato ed è prezioso nel mantenere viva la memoria della Resistenza, rammentando il ruolo fondamentale che essa ebbe nella nascita di una democrazia costituzionale. Si tratta, come giustamente si sottolinea nel documento che sta alla base del congresso, di una “memoria attiva”, non di un impegno puramente testimoniale. Cioè di un impegno teso a trasferire l’eredità della Resistenza in un’azione civile, sociale, politica, dando continuità alla lotta antifascista e alla difesa della Costituzione. I recenti eventi che hanno visto formazioni neo-fasciste attaccare la sede nazionale della CGIL, oltre allo stillicidio delle azioni squadriste, indicano che l’impegno contro il risorgere del fascismo costituisce un compito fondamentale e a questo tutti i democratici sono chiamati. Questo vale a maggior ragione nel momento in cui, anche in altri paesi europei, vi è una crescente presenza di formazioni analoghe che si richiamano al fascismo.

L’impegno a difesa della Costituzione, in cui l’ANPI si è distinta meritoriamente nel recente referendum costituzionale, con il sostegno all’abrogazione delle norme che puntavano a stravolgere l’assetto istituzionale, acquista oggi un rilievo particolare alla luce di nuove minacce. Quest’aspetto merita una sottolineatura. È del tutto evidente che oggi le istituzioni del Paese sono soggette a  due spinte che, coniugandosi, rischiano di stravolgerne ruolo e funzioni. Da un lato, infatti, vi è un tentativo esplicito da parte delle regioni di sottrarre funzioni decisive allo stato attraverso il meccanismo del federalismo fiscale, che vanificherebbe il principio di eguaglianza dei cittadini espresso nell’art. 3, allargando la forbice che già separa aree diverse del paese. Dall’altro lato, sta crescendo la spinta verso l’introduzione di un sistema di tipo presidenzialista o semipresidenzialista, motivato di volta in volta con l’esigenza di maggiore efficacia e credibilità dell’azione di governo.

È evidente che questi tentativi recano con sé un disegno di mutamento della costituzione materiale del Paese. Non è la prima volta che si tenta di modificare i primi articoli della Costituzione, quelli che stabiliscono i principi inderogabili ai quali deve uniformarsi  l’attività legislativa. Questo processo si è in larga misura attuato attraverso scelte politiche e provvedimenti legislativi che hanno progressivamente eroso alcuni di questi principi. L’elenco sarebbe lunghissimo e non vi è qui la possibilità di soffermarsi. Nel documento del congresso ANPI si fa una lunga disamina dei problemi sociali del paese. Tali problemi sono stati, in larga misura, il risultato dello stravolgimento dei principi costituzionali o della loro non attuazione. Si pensi, a puro titolo di esempio, ai recenti provvedimenti in materia di fisco che, in contrasto esplicito con il dettato costituzionale, non rispettano il criterio di progressività ivi indicato.

Il documento dell’ANPI ha il pregio di affrontare l’insieme delle questioni fondamentali e certamente la discussione congressuale avrà la possibilità di arricchirlo ulteriormente. Si pensi a temi istituzionali di prima grandezza, come la necessità di un ritorno ad un sistema elettorale su base proporzionale, l’esigenza di un ruolo attivo della politica del governo in tema di creazione di lavoro stabile e dignitoso, il contrasto fermo alle tendenze all’autonomia differenziata, una ripresa del controllo dello Stato in economia contro la privatizzazione dei servizi e interventi incisivi contro il cambiamento climatico. L’impianto complessivo, in ogni caso, affronta in modo sobrio, ma non reticente, le criticità presenti nel paese scegliendo un punto di vista largamente condivisibile.

Nasce da questa impostazione complessiva la proposta fondamentale posta a base del congresso: la costruzione di un’”Alleanza democratica” come convergenza in primis di forze sociali, ma anche politiche, sulla difesa dei principi costituzionali, per una rinascita democratica e civile del Paese. È importante che questa proposta venga dibattuta. Il suo merito sta nello sforzo di richiamare tutte le forze democratiche al rispetto e alla promozione dei valori costituzionali. È un appello importante che non dovrebbe però essere letto in modo improprio e cioè come la prefigurazione di schieramenti politico-elettorali.

La miglior garanzia perché questa proposta possa essere raccolta e svolgere una funzione utile nel sollecitare una svolta del Paese, nel senso del consolidamento delle istituzioni democratiche e del superamento degli evidentissimi squilibri sociali che sussistono e che anzi si sono ulteriormente allargati per effetto delle recenti scelte operate dal governo, è che l’ANPI riesca a interloquire – come peraltro si propone – con le realtà democratiche della società italiana, allargando il dibattito sulle scelte necessarie per una trasformazione in senso egalitario e socialmente progressivo del Paese.

In tutto questo, la garanzia che l’ANPI continui a svolgere questo ruolo d’impulso democratico e civile sta nella sua autorevolezza, fondata sulla sua autonomia e sulla sua profonda connessione con i valori costituzionali.

 

*Responsabile Antifascismo, Segreteria Nazionale PRC-SE


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