
A Proposito di Sinistra Europea
Pubblicato il 12 giu 2013
di Fabio Amato -
Il 24 maggio 2013, la Commissione del Parlamento europeo per gli affari costituzionali ha adottato una serie di proposte che potrebbero cambiare le modalità di scelta del presidente della Commissione europea e le modalità elettorali. Secondo le nuove proposte adottate: “ogni partito politico europeo dovrà presentare il proprio candidato per la presidenza della Commissione europea in anticipo, assieme al programma politico per l’UE; i candidati per la presidenza dovranno presentarsi alle elezioni per il Parlamento europeo, fare campagna elettorale in tutti gli stati membri UE, partecipare a dibattiti e presentare pubblicamente i propri programmi; i partiti politici nazionali dovranno indicare i partiti europei di appartenenza e i loro nomi compariranno sul materiale elettorale, incluse le schede elettorali.”
E’ di solo pochi giorni fa quindi la deliberazione della commissione parlamentare, che potrebbe cambiare la modalità di svolgimento delle prossime elezioni europee. Il Consiglio dei Presidenti del Partito della Sinistra Europea, che si è riunito l’8 Giugno ad Atene, come è normale e doveroso che faccia un Partito Europeo investito direttamente dall’eventuale adozione di nuove regole per le elezioni, ha giustamente iniziato una discussione, di cui il nostro Segretario ha dato conto in una nota pubblica, su un tema recentissimo che ha bisogno di essere immediatamente discusso proprio come Partito Europeo e su cui il segretario aveva piena legittimità, in quella sede, ad avanzare un’idea, che nel merito condivido e coerente con la nostra appartenenza alla Sinistra Europea e alla sua linea, quella di un’alternativa alla grande coalizione fra conservatori, liberali e socialisti europei che governa l’UE in nome dell’austerità e del liberismo. Se i compagni Oggionni e Steri, invece di imbastire frettolosamente una polemica pubblica su questa che rimane ad oggi solo una proposta e una possibilità , avessero seguito con più attenzione quello che accade in Europa, o più semplicemente chiesto delucidazioni in merito al responsabile esteri prima di scrivere, avrebbero forse evitato un attacco scomposto , pubblicato dal sito del Partito. In commenti successivi , sempre sul sito del Partito, Steri dichiara che il PDCI non farebbe parte della Sinistra Europea, mentre in realtà ne è partito osservatore e partecipa ai lavori dell’Esecutivo e di alcuni gruppi di lavoro. Dal 2004 ad oggi inoltre, due dei più importanti partiti della sinistra verde nordica, ( che sempre Steri afferma non essere nella SE) l’alleanza di sinistra finlandese e l’alleanza rosso verde danese, sono membri a tutti gli effetti della Sinistra Europea. Il PCBM è anch’esso osservatore e partecipa attivamente alle attività della Se, e nel 2007 ospitò anche il suo secondo congresso a Praga. Per loro conoscenza, è dalle elezioni del 2004 che il PRC presenta un programma comune con le forze del Partito della Sinistra Europea. Come è noto il PCP e il KKE sono fuori dalla Sinistra Europea non per veti di altri, che non esistono e non sono mai esistiti, ma per loro autonoma, rispettabile e , ad oggi, non modificabile scelta . E’ bene, sempre, non usare argomenti pretestuosi e fuorvianti, ed anche palesemente infondati. Credo che la nostra appartenenza e il lavoro svolto in questi anni nel Partito della Sinistra Europea, la qualità delle relazioni e della credibilità raggiunta, siano un patrimonio di tutta Rifondazione Comunista, un valore aggiunto su cui investire, e su cui andrebbero evitate polemiche sterili la cui unica razionalità evidente è quella dello scontro congressuale. Il Partito della Sinistra europea è, pur con tutti i suoi limiti, l’unica soggettività politica che a livello continentale rappresenta un’alternativa all’Europa liberista e dell’austerità.
Sul merito delle proposte adottate dalla Commissione affari costituzionali del Parlamento Europeo, ritengo che queste siano un escamotage che non modifica il carattere antidemocratico dell’UE e il ruolo subalterno del Parlamento Europeo. Un maquillage in salsa presidenzialista che non muta di una virgola la necessità di rimettere in discussione i trattati europei anche a livello nazionale e unilateralmente. Questa proposta assomiglia all’indicazione del premier contenuta nella pessima legge elettorale italiana. Ovvero una finzione che tenta di illudere i cittadini europei di poter scegliere qualcosa, ma che non cambia l’ordinamento e il reale assetto antidemocratico dell’UE . Se nel caso italiano è e rimane il Parlamento che dà la fiducia e che esprime il Presidente del Consiglio, su indicazione del Presidente della Repubblica , a prescindere dall’indicazione del premier prescritta dalla legge elettorale, a livello Europeo il potere reale di indicazione del Presidente della Commissione rimane, salvo modifiche del trattato di Lisbona, nella mani del Consiglio, che comunque deve tener conto dell’indicazione del Parlamento e delle elezioni. Questo giudizio di merito non cambia il fatto che ove tali modifiche diventassero operative, cosa ad oggi non affatto scontata, dovremmo tutti farci i conti per le prossime elezioni del Maggio 2014, in primis come partiti europei, in quanto si avrebbe comunque come probabile effetto l’inizio di un vero dibattito europeo sulle politiche dell’Ue , e non solo nazionale, e quindi di non arrivare impreparati.
Avremo una Direzione nazionale, dove discuteremo di questo. Se i compagni Oggionni e Steri sono in disaccordo con la proposta avanzata in sede di Partito della Sinistra Europea o se pensano che questa sia di ostacolo ad auspicate convergenze con altri, lo possono esprimere chiaramente in Direzione nazionale. E credo sia quella la sede, e non siti e social network, dove continuare la discussione sul merito. Proprio per quello che ho scritto, non interverrò più su questa polemica. Se si vorrà, conseguentemente a quanto affermato nella nota, mettere in discussione il lavoro svolto in qualità di responsabile esteri del Partito e di membro dell’esecutivo della sinistra europea, sono naturalmente pronto a confrontarmi in Direzione Nazionale. Sul mio lavoro, e su quello di tutti.
Fabio Amato
Responsabile Esteri PRC
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