
In tanti e tante a Bologna per difendere la Costituzione della Repubblica
Pubblicato il 3 giu 2013
di Fabio Sebastiani -
Un centinaio di associazioni e tantissime persone si sono date appuntamento nel cuore della citta’ – a due passi dalle Due Torri e da casa Prodi – richiamate dalla manifestazione ‘Non è cosa vostra’, organizzata dall’associazione ‘Libertà e Giustizia’ e che ha visto sfilare, accanto a Zagrebelsky, Rodotà e Settis, volti di spicco della sinistra, come il segretario di Sel, Nichi Vendola e il leader di Azione Civile, Antonio Ingroia; sindacalisti come il segretario generale delle Fiom, Maurizio Landini e quello della Cgil, Susanna Camusso; e poi ancora, Roberto Saviano, il docente universitario, Nando dalla Chiesa, oltre a esponenti della politica come Rosi Bindi, Pippo Civati e Sandra Zampa del Pd. Tra gli altri, all’iniziativa ha aderito anche Rifondazione comunista. Paolo Ferrero, leader del Prc, è tornato a criticare la parata militare del 2 giugno ricordando che proprio la Costituzione della Repubblica ripudia la guerra. “E’ un enorme spreco di denaro pubblico – ha aggiunto – è davvero vergognoso spendere 1,5 milioni di euro in questo modo in un periodo di crisi nera come questo, oltre tutto un’ostentazione della nostra ‘potenza militare’ totalmente contraria al principio costituzionale secondo il quale l’Italia ripudia la guerra. Una manifestazione inutile, costosa e guerrafondaia: noi non la vogliamo”.
Carta costituzionale, è stato ribadito in tutti gli interventi dal palco, da sostenere contro la volontà di porzioni della politica di cambiarla a partire, magari, dal presidenzialismo. Avversato, tanto quanto le larghe intese al governo, dai relatori che si sono avvicendati sul palco – su cui non sono saliti se non per un saluto gli esponenti della politica – e da chi si e’ accomodato ai lati.
E se Zagrebelsky ha attaccato, sottolineando come ci sia ”chi parla di riforma della forma di Stato e di Governo dimenticando che ”la prima parte della Costituzione, che riguarda i diritti, e la seconda, che riguarda la macchina dello Stato, non sono indipendenti”, Rodota’ – che assicura di ”non avere intenzione” di spaccare il Movimento 5 Stelle – si e’ detto ”stupito che un politico accorto come l’attuale presidente del Consiglio abbia detto che il prossimo presidente della Repubblica non sara’ eletto con il sistema dei grandi elettori”.
Un fuoco di fila a difesa dell’attuale assetto costituzionale cui hanno partecipato anche Settis, che ha invitato a contrastare la deriva verso una ”democrazia senza popolo”’; Roberto Saviano, ”contento di essere qui, perche’ difendere la Costituzione significa difendere la democrazia dalle organizzazioni criminali”, e Nichi Vendola che ha sferzato la mancata riforma della legge elettorale, ”Berlusconi usa il porcellum come un’arma di ricatto”, e bocciato senza mezzi termini il presidenzialismo: il fatto che se ne parli ”in un Paese che non e’ riuscito nemmeno a fare la legge sul conflitto di interessi – taglia corto – e’ segno di uno sbandamento culturale”. E sul sostegno alla Costituzione, senza se e senza ma, non sono mancate le parole del leader della Fiom, Landini e di quello della Cgil, Camusso. ”L’articolo 1 della Costituzione dice non solo che la Repubblica e’ fondata sul lavoro ma anche che e’ una Repubblica democratica parlamentare” e, quindi, ha chiosato Camusso, serve ”cambiare la legge elettorale che non e’ democratica”.
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