
Il matrimonio per tutti è quasi alla meta
Pubblicato il 3 feb 2013
L’articolo uno del «matrimonio per tutti», il più importante perché apre l’istituzione matrimoniale civile a tutte le coppie, anche omosessuali, è passato all’Assemblea ieri verso mezzogiorno, con 249 voti a favore e 97 contrari. I deputati erano al quarto giorno di scontri parlamentari sulla legge, che dovrebbe proseguire il suo iter, anche di notte e il prossimo week end, per arrivare al voto solenne sulla ventina di articoli del testo, il 12 febbraio. Non ci sono incognite sull’esito: a favore c’è un’ampia maggioranza, tra deputati socialisti, radicali di sinistra, ecologisti e Front de Gauche. Due deputati dell’Ump, il partito di Sarkozy, voteranno la legge, così come una parte del centro. «Siamo felici e fieri di essere arrivati alla prima tappa – ha affermato ieri la ministra della giustizia, Christiane Taubira – istituiremo la libertà per tutti e tutte di scegliere il suo o la sua partner per costruire un avvenire comune». L’argomento principale a favore della legge è l’eguaglianza di diritti per tutti. Ma la strada per arrivare a martedì 12 sarà ancora lunga. Intanto, ieri, gli «anti» hanno organizzato di nuovo delle «manifestazioni per tutti» in varie città, a Parigi sotto le finestre dell’Assemblea nazionale. Dopo lo sconto sul numero dei partecipanti ai cortei pro e contro delle scorse settimane (vinto sui numeri dagli oppositori, ben organizzati grazie alla rete dei cattolici), in parlamento è iniziata la guerra dei nervi. All’Assemblea i primi giorni di discussione sono degenerati in uno scontro verbalmente violento. Il «punto Godwin» – cioè la legge secondo la quale più una discussione dura nel tempo più ci sono probabilità che qualcuno tiri fuori il paragone con il nazismo – è stato raggiunto molto velocemente: dopo ore di dibattito, un deputato socialista esasperato ha gridato verso i banchi dell’opposizione che «i tempi del triangolo rosa sono finiti» (gli omosessuali deportati erano obbligati a portare un triangolo rosa). Indignazione dell’opposizione, che ha scelto l’ostruzionismo per combattere la legge. Ha presentato 5360 emendamenti, alcuni dei quali assurdi, come l’istituzione della poligamia, la possibilità di sposare dei bambini o il matrimonio tra parenti stretti. L’emendamento sul ricorso a un referendum popolare, chiesto a gran voce dalla destra, è già stato respinto. C’è consenso in Francia sul matrimonio omosessuale, un’adesione che diminuisce invece sulla questione dell’adozione (opinione divisa 50-50), che è comunque compresa nella legge del matrimonio per tutti. La destra ha scelto come angolo d’attacco un aspetto della filiazione: la legalizzazione della procreazione medicalmente assistita (pma) per le coppie di donne e, in prospettiva, l’utero in affitto (gpa) per le coppie di uomini. Hollande non ha voluto che la pma fosse compresa nella legge che sarà votata il 12, anche se c’è un emendamento a favore presentato dai Verdi. Questo aspetto farà parte di una prossima legge sulla famiglia, presentato in Consiglio dei ministri in primavera. La gpa è invece fuori discussione, dicono i socialisti. Ma una circolare del ministero della giustizia, pubblicata la scorsa settimana, è stata strumentalizzata dall’opposizione: stabilisce che i bambini nati all’estero con sospetto di gpa (sono una quarantina) hanno diritto ad avere la nazionalità francese, perché di padre francese, finora negata loro, trasformandoli in fantasmi per il codice civile. Per l’opposizione, il governo va avanti «mascherato» su questo fronte, inganna i francesi. Ieri, il cardinale di Parigi, monsignor Vingt-Trois ha insistito su questo punto in un’intervista a Radio Notre Dame: «La sinistra non ha rinunciato alla gpa, è solo questione di tempo» ha tuonato. Lo scontro sta stancando i francesi, che al 72% pensano che il dibattito sia già durato troppo e che è forse tempo di parlare di altri problemi. Anche perché lo scontro parlamentare sta ripetendo in parte i temi della battaglia per il Pacs, adottato nel ’99 e ora accettato da tutti, destra compresa. La cui ala più moderna ha proposto ora un’Unione civile per le coppie omosessuali, con maggiori diritti del Pacs (ci sono circa 200mila Pacs l’anno ora in Francia, più o meno come i matrimoni, contratti al 95% da coppie eterosessuali).
il manifesto 3 febbraio 2013
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