
Coronavirus: basta morti! Si cambi strategia
Pubblicato il 28 mar 2020
Non è più accettabile che di fronte a un numero e a una percentuale di morti ufficialmente censiti superiore a tutti i paesi del mondo si continui a minimizzare.
Tanto più in quanto è risaputo che i morti veri sono da 4 a 10 volte di più, la maggior parte lasciati morire a casa: una vera strage!
Tanto più di fronte al fatto che oramai la favola tranquillizzante e cinica che i morti sono ultrasettantenni con altre patologie si scontra con l’aumento dei sintomi gravi e dei decessi tra i giovani a causa anche dei ritardi su istituzione di zone rosse e chiusura delle fabbriche.
E cosa non dire della gravità inaudita dell’aumento inaccettabile di morti tra gli uomini e le donne della sanità mandati a combattere questa battaglia difficilissima a mani nude.
E’ giunto il momento di dire che investire tutto intervenendo solo sui casi già gravi, attraverso il potenziamento degli strumenti e dei posti letto nelle terapie intensive è stato un grave errore.
Non ci si può adagiare sull’attenuarsi dell’incremento del contagio. Non si può lasciare che chi ha soldi e le “entrature” per procurarsi l’ossigeno e il tampone si salvi e chi no sia lasciato a se stesso.
Sono migliaia quelli che vivono giornate tremende nelle proprie case e poi muoiono o arrivano in ospedale quando le funzioni respiratorie sono gravemente compromesse.
E’immorale non cambiare strategia! Occorre affrontare i contagi a monte con una radicale azione preventiva per fermare l’aumento dei contagi e il precipitare dei contagiati nella fase più grave della malattia.
Riteniamo improrogabili le seguenti misure:
1) tutto il personale sanitario in ospedale e sul territorio deve essere sottoposto periodicamente a tampone per non diventare inconsapevolmente strumento di contagio per se e per la propria famiglia
2) il tampone va fatto a sta in casa con 37, 5 e sintomi influenzali, e, nel caso di positività, va ricostruita la rete dei contatti avuti da sottoporre a loro volta al tampone
3) poiché sembra che i laboratori in grado di fare le analisi dei tamponi siano pochi, bisogna crearne al più presto altri, anche utilizzando spazi, strumenti e personale di quelli privati convenzionati e non.
4) nelle case aspettano di essere curati anche molti malati cronici, oncologici, cardiopatici ecc. che ora vedono rallentato tutto il loro piano di cura. Le cliniche private convenzionate e non devono essere chiamate d’autorità a funzionare per tutti pazienti no Covid con le stesse modalità e costi del SSN.
Questi provvedimenti sono logici e razionali, vanno presi immediatamente per salvare più vite possibile.
Tanto più di fronte al fatto che oramai la favola tranquillizzante e cinica che i morti sono ultrasettantenni con altre patologie si scontra con l’aumento dei sintomi gravi e dei decessi tra i giovani a causa anche dei ritardi su istituzione di zone rosse e chiusura delle fabbriche.
E cosa non dire della gravità inaudita dell’aumento inaccettabile di morti tra gli uomini e le donne della sanità mandati a combattere questa battaglia difficilissima a mani nude.
E’ giunto il momento di dire che investire tutto intervenendo solo sui casi già gravi, attraverso il potenziamento degli strumenti e dei posti letto nelle terapie intensive è stato un grave errore.
Non ci si può adagiare sull’attenuarsi dell’incremento del contagio. Non si può lasciare che chi ha soldi e le “entrature” per procurarsi l’ossigeno e il tampone si salvi e chi no sia lasciato a se stesso.
Sono migliaia quelli che vivono giornate tremende nelle proprie case e poi muoiono o arrivano in ospedale quando le funzioni respiratorie sono gravemente compromesse.
E’immorale non cambiare strategia! Occorre affrontare i contagi a monte con una radicale azione preventiva per fermare l’aumento dei contagi e il precipitare dei contagiati nella fase più grave della malattia.
Riteniamo improrogabili le seguenti misure:
1) tutto il personale sanitario in ospedale e sul territorio deve essere sottoposto periodicamente a tampone per non diventare inconsapevolmente strumento di contagio per se e per la propria famiglia
2) il tampone va fatto a sta in casa con 37, 5 e sintomi influenzali, e, nel caso di positività, va ricostruita la rete dei contatti avuti da sottoporre a loro volta al tampone
3) poiché sembra che i laboratori in grado di fare le analisi dei tamponi siano pochi, bisogna crearne al più presto altri, anche utilizzando spazi, strumenti e personale di quelli privati convenzionati e non.
4) nelle case aspettano di essere curati anche molti malati cronici, oncologici, cardiopatici ecc. che ora vedono rallentato tutto il loro piano di cura. Le cliniche private convenzionate e non devono essere chiamate d’autorità a funzionare per tutti pazienti no Covid con le stesse modalità e costi del SSN.
Questi provvedimenti sono logici e razionali, vanno presi immediatamente per salvare più vite possibile.
27 marzo 2020
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, segretario Regionale Lombardia
Giovanna Capelli, responsabile Sanità Lombardia
Antonello Patta, segretario Regionale Lombardia
Giovanna Capelli, responsabile Sanità Lombardia
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Stefano Galieni